Gli eventi sportivi del 2024 che meritano di passare alla storia

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Sempre complicato fare classifiche. Soprattutto in un anno olimpico che segna un prima, un durante e un dopo al tanto che accade in trecentosessantacinque giorni di sport. E’ stato un 2024 ricco di sfide, campioni e vittorie. Un 2024 che ha consacrato giovani fenomeni che, dal ciclismo al tennis, faranno parlare di sé per qualche lustro a venire, che ha confermato solidi fuoriclasse che da anni ormai monopolizzano i mondiali motoristici a quattro e due ruote, che ha messo in fila le solite nazionali che da anni dominano la scena calcistica mondiale e in questo caso europea. Ma  qui tocca fare il bilancio degli eventi, degli avvenimenti che, nel bene e nel male, hanno segnato l’anno, che saranno ricordati per qualcosa che magari sfugge alla logica dei grandi numeri, di una vittoria o di un record. Che magari ci ha emozionato, indispettito, fatto riflettere…

E allora si comincia proprio dalle olimpiadi parigine a tirare le somme di un evento “globale” come si usa dire oggi. Un’edizione dei Giochi promossa a pieni voti (tanto per chiarire subito) che, al di là dei campioni, delle medaglie, dell’impatto fortissimo dal punto di vista commerciale e mediatico, rappresenta il seguito di quel cambiamento culturale cominciato a Londra e proseguito  Tokyo che è tutto nelle immagini e nelle imprese degli atleti paralimpici. La paralimpiade che si conquista le dirette delle tv nazionali, le prime pagine dei quotidiani e del web, resta la fotografia più potente di quanto lo sport sia rivoluzionario nel far crescere la coscienza civile, nel far accettare in concreto le differenze, nel cancellare le diversità. Le olimpiadi francesi ciò ci lasciano in eredità,  un tesoretto da portare a Los Angeles per spiegare che la disabilità è solo negli occhi di chi osserva. Ciò detto i Giochi parigini per i francesi sono stati  però anche l’occasione per ribadire una grandeur troppo spesso ostentata oltre la logica.  E allora tornano alla mente le immagini delle acque marroni della Senna inquinata in cui sono stati fatti tuffare, contro ogni buonsenso, nuotatori  e triatleti ma soprattutto quelle   della cerimonia di apertura quando, autorità e capi di Stato, sono stati lasciati per ore sotto una pioggia battente in una tribuna d’onore senza riparo. La “spocchia” francese è stata fatta a pezzi dall’immagine fiera, nonostante il capo spettinato e una mantellina di fortuna sull’abito da cerimonia, del nostro Presidente Sergio Mattarella che è rimasto senza un lamento ad applaudire la spedizione azzurra che passava in battello.  Ed è questa la fotografia che rimane…

Dai Giochi francesi alla partenza del Tour in terra italiana il passo è breve. La Grande Boucle che per quattro tappe si è corsa per la prima volta in Italia, terra di grande ciclismo rosa, è un evento che va oltre i numeri di un business che ormai porta le grandi corse a tappe ad andare a cercare sponsor e quattrini anche fuori dei propri confini. Così ci stiamo abituando a mondiali in terre di Emiri senza storia e tradizioni, a tappe che prendono il via dai centri commerciali, a partenze improbabili e a volte improponibili. Ma il Tour è il Tour e l’Italia non è patria di ciclismo senza storia. Soprattutto non lo è Firenze. Così il via che ha visto Tadej Pogacar e compagni sfilare da piazza Michelangelo verso le tappe toscane, romagnole e piemontesi prima di tornare nella terra dei “cugini” è un qualcosa che resterà nella memoria degli appassionati delle due ruote per gli anni a venire, qualcosa da raccontare nel tempo magari anche a qualche nipotino che, ovviamente, poi andrà a controllare che i nonni non abbiano esagerato con i ricordi nei filmati di Youtube. Il resto lo fa il Tour de France: “Non è mai partito dall’Italia in 120 anni ed è un’anomali a cui abbiamo posto rimedio…”  aveva detto il patron  Christian Prudhomme al via.  Un atto di giustizia e di cuore anche se ovviamente non solo di questo si è trattato, perchè il Tour numero 111 che , dopo Mondiali di calcio e le Olimpiadi è l’evento sportivo più seguito, è soprattutto un affare dove molto si spende e molto si incassa che smuove un giro di denari di oltre  150 milioni di euro, grazie ad un audience di 3,5 miliardi di spettatori collegati in 190 Paesi. Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e la città di Torino per far passare la corsa francese sulle loro strade hanno investito complessivamente 11 milioni che sono una cifra non da poco ma che, come sempre capita col Tour, è stato un investimento che ha reso  almeno tre volte tanto se non di più. Applausi quindi.

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Dalle bici alle racchette ma soprattutto alla coppa Davis, che gli azzurri per il secondo anno consecutivo hanno vinto a Malaga, in Spagna. La coppa Davis, sebbene rivista e corretta, sebbene condensata in due singolari e un doppio, sebbene spremuta per esigenze di calendario e spettacolo che oggi vuole tutto più veloce, più smart, senza pause e tempi morti… resta la Coppa Davis. Cioè ciò che il tennis dei grandi tornei del Grande Slam non riesce, per forza di cose, a regalarci. Qui il business non c’entra o quantomeno, non è ciò che fa la differenza: conta vincere ma non per sè, non da soli. Conta vincere con la maglia azzurra indossata, con un capitano seduto a bordo campo, facendo il tifo dalla tribuna quando non è il proprio turno in campo. Conta vincere perchè, nonostante tutto, la Davis continua a fare la storia e i Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli  che andarono, in un’ altra epoca ormai, a conquistare l’insalatiera in Cile restano ancora i quattro moschettieri azzurri e lo saranno per sempre. Ecco perchè la Davis che intona l’inno nazionale è un’altra cosa,  perchè incolla mezza Italia alla tv,  perchè Sinner e Berrettini che si abbracciano alla fine del doppio decisivo in semifinale con l’Olanda, sono più Sinner e Berettini che non sul Roland Garros o a Flushing Meadows. Ecco perchè la terza Davis vinta a Malaga è un evento che scrive un altro pezzettino di leggenda azzurra.

Dall’azzurro del tennis all’azzurro dell’atletica per mettere in classifica un evento che forse evento non è nel senso più “tecnico” del termine ma che in questo 2024 ha segnato uno dei momenti più emozionanti dello sport italiano e non solo. La finale dei diecimila metri femminile alle Olimpiadi di Parigi dove  Nadia Battocletti realizza l’impresa che nessuno si aspetta e conquista un meraviglioso argento a soli 10 centesimi dalla vincitrice keniana Beatrice Chebet. Anche qui c’è qualcosa che va oltre un risultato di per sè “mostruoso”, che spezza il dominio assoluto delle atlete africane, che cambia una realtà sportiva precostituita, che conferma il talento di una atleta già campionessa europea a Roma sia sui 10.000 metri che sui 5000 metri. Nadia Battocletti diventa in una notte la fidanzata d’Italia, la figlia che ogni mamma e ogni papà vorrebbero, il simbolo di come serietà, timidezza e impegno alla fine paghino e premino in un mondo dove sempre più si cercano le scorciatoie. La 24enne di Cles, a Parigi non conquista solo una medaglia d’argento , conquista un Paese che non se l’aspettava e se la ritrova in dote con tutta la sua semplicità, con la faccia pulita e i modi educati che spiazzano perchè ormai non ci siamo più abituati.  Con Nadia vince l’atletica azzurra ma anche la parte migliore di un Paese che lavora sodo senza rincorrere follower e click.

E per chiudere citazione d’obbligo per L’ironman di Kona, alle Hawaii, il campionato mondiale di triathlon di lunga distanza, una sfida oltre i limiti inventata tanti anni fa da tre marines, che decisero di vedere chi l’avrebbe spuntata dopo 3,9 chilometri di nuoto, 180 di bici e 42 di corsa. Quest’anno, dopo una parentesi in Costa azzurra, il mondiale è tornato a Kona e ha vinto il tedesco  Patrick Lange in sette ore 35 minuti e 53 secondi con il tempo più veloce di sempre. Ma anche in questo caso non conta chi vince, o meglio non contano solo i migliori perchè a Kona, oltre ai campioni, gareggiano anche triatleti appassionati che nella vita fanno altri mestieri. L’Ironman di Kona non è solo un mondiale. Le Hawaii sono diventate la terra promessa di uno sport di cui molti hanno sentito parlare  anche se non sanno esattamente cosa sia. Così una sfida nata per caso è  il magnifico biglietto da visita per chi sogna la sfida della vita. Non importa se impossibile, irraggiungibile, se mai un giorno succederà. Per un amatore è’ un po’ come giocare una finale di Champions a Wembley o una finale di tennis sull’erba di Wimbledon: c’è un mondo che sogna di poterci arrivare  anche se poi per tutta la vita  prende a calci un pallone e fa voleè su sperduti campetti di periferia . Ma funziona così, è quella la molla. Il mito, oltrechè con le pianificate strategie di marketing, si alimenta così, anche se in questo caso ha un prezzo salato, anzi salatissimo.  L’ironman della Hawaii è business all’ennesima potenza. Un grande evento che muove più di qualche dollaro dove  uomini, eroi, e divinità poco c’entrano perchè a dettare le regole non sono gli Dei dell’Olimpo ma i manager delle grandi aziende. Ma i sogni a volte non hanno prezzo.

Eventi sportivi 2024 – La classifica con tutte le nomination

Finale Vollay femminile a Parigi – 4 voti
Finale Davis – 4 voti
Finale 100 m. Olimpiade – 3 voti
Mondiali ciclismo su strada – 3 voti
Finale Open Australia – 3 voti
Finale Spagna Inghilterra Europei Calcio – 3 voti
Djokovic Nadal alle Olimpiadi – 3 voti
Tour de France che parte da Firenze – 3 voti
Vittoria di Errani-Paolini nella finale del doppio femminile di tennis alle Olimpiadi – 3 voti
Finale olimpica tennis maschile – 2 voti
Real Madrid Manchester andata quarti di Champions – 2 voti
Parigi Roubaix vinta da Van der Poel – 2 voti
Finale 1000 donne argento Battocletti – 2 voti
Finale ATP di Torino – 2 voti
Record del mondo salto alto donne – 2 voti
Atalanta che vince Europa League 2
Apertura Parigi 2024 – 2 voti
Oro Simone Barlaam 50 stile a Parigi – 2 voti
Giro di Lombardia – 2 voti
Tappa finale Tour de France
Libera di Kitzbuel
Pogacar a Plateau de Beille
Meta di Lorenzo Pani in Italia Galles 6 Nazioni
Mondiale Biathlon vittoria di Lisa Vittozzi
Finale olimpica spada femminile oro Italia
Vittoria di Rigivan Ganeshamoorthy nel lancio del disco alle Paralimpiadi
Vittoria di Evenepoel nella prova in linea di ciclismo alle Olimpiadi
GP Brasile F1
Finale America’s Cup
Finale Champions
Finale salto in lungo a Parigi
Record del mondo Duplantis
Derby Milan Inter con scudetto
Europei atletica a Roma
Vittoria alla Billie Jean King
Strade Bianche
Finale Iroman a Kona
Francia Usa Olimpiadi
Mondiale scacchi



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