Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’Europa punta a rimuovere miliardi di tonnellate di CO2 dall’atmosfera. Scopriamo le soluzioni naturali, tecnologiche e gli esempi italiani
Ridurre le emissioni di anidride carbonica non basta più: per rispettare gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, l’Europa punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Secondo la Commissione europea, sarà necessario rimuovere dall’atmosfera almeno 5 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050. Questo obiettivo è particolarmente ambizioso, considerando che oggi le tecnologie e le soluzioni naturali disponibili rimuovono complessivamente una frazione minima di questa cifra.
La rimozione di CO2 (Carbon Dioxide Removal) rappresenta quindi una delle sfide più cruciali del nostro tempo, con un mix di approcci naturali e tecnologici in continua evoluzione.
La rimozione di CO2 dall’atmosfera è la forma più sviluppata della cosiddetta geoingegneria, un ampio insieme di tecnologie speculative progettate per manipolare i sistemi naturali al fine di raffreddare il Pianeta. Negli ultimi anni, con l’aggravarsi dela crisi climatica, queste idee sono passate dalla fantascienza al mainstream.
Ci sono anche progetti per la modifica della chimica dei fiumi e degli oceani del mondo per assorbire più anidride carbonica, per l’alterazione genetica dei batteri per ridurre le emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura e per riflettere la luce solare lontano dalla Terra, schiarendo le nuvole o spruzzando anidride solforosa nella stratosfera.
Ma è la rimozione dell’anidride carbonica ad attirare i grandi capitali. Gli investitori mondiali ritengono che, sebbene l’impatto sulle temperature possa essere trascurabile nel breve periodo, l’industria inizierà a fare la differenza man mano che le emissioni globali diminuiranno e la tecnologia diventerà più potente.
Tra decenni, anche se il mondo fosse in grado di eliminare completamente tutte le nuove emissioni di gas serra, molti esperti, tra cui il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, un organismo scientifico convocato dalle Nazioni Unite, ritengono che sarebbe comunque necessario rimuovere un po’ di anidride carbonica dall’atmosfera per ridurre le temperature globali.
I critici sostengono che la rimozione dell’anidride carbonica sia una pericolosa distrazione che perpetuerà il comportamento che sta causando la crisi climatica. La principale soluzione dovrebbe essere la dismissione delle fonti fossili e, quindi, l’azzeramento delle emissioni inquinanti all’origine.
Come si vede, quindi, la rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera è un tema cruciale nel dibattito sul cambiamento climatico, che sta suscitando opinioni diverse tra esperti e opinionisti a livello globale.
Sostegno alle tecnologie di rimozione della CO2
Al World Economic Forum di Davos nel 2022, i leader mondiali hanno espresso un forte sostegno alle tecnologie di cattura del carbonio. La First Movers Coalition, guidata dal Dipartimento di Stato americano, ha annunciato un impegno di 600 milioni di dollari nella rimozione del biossido di carbonio entro il 2030.
Lee Beck, direttore globale per la cattura del carbonio presso la Clean Air Task Force, ha sottolineato l’importanza di queste tecnologie per limitare il riscaldamento globale, in linea con le indicazioni dell’Ipcc.
Tuttavia alcuni esperti esprimono preoccupazioni riguardo all’affidamento eccessivo su queste tecnologie. Freeman J. Dyson, già negli anni ’70, propose la piantagione massiva di alberi come soluzione temporanea all’aumento della CO2, ma sottolineò i limiti di tale approccio.
Inoltre, l’uso del biochar, una forma di carbone vegetale, è stato suggerito come metodo per rimuovere la CO2 atmosferica, sebbene l’efficacia e l’impatto a lungo termine richiedano ulteriori studi.
Il dibattito sulla rimozione della CO2 evidenzia così la necessità di un approccio equilibrato che combini tecnologie innovative con soluzioni naturali. Mentre le tecnologie di cattura del carbonio offrono potenziali soluzioni, è fondamentale considerare le implicazioni etiche, economiche e ambientali associate al loro utilizzo.
La comunità scientifica continua a discutere sull’efficacia e sulla sostenibilità di queste tecnologie, sottolineando l’importanza di ridurre le emissioni alla fonte e di adottare pratiche sostenibili a livello globale.
In sintesi, mentre le tecnologie di rimozione della CO2 rappresentano una componente importante nella lotta al cambiamento climatico, è essenziale un approccio integrato che consideri sia le soluzioni tecnologiche che quelle naturali, con un’attenzione particolare alle implicazioni a lungo termine e alla giustizia climatica.
Soluzioni naturali: il ruolo degli ecosistemi
Le soluzioni basate sulla natura sono tra le più antiche e familiari, ma restano fondamentali. Foreste, suoli e oceani rappresentano i principali serbatoi naturali di CO2.
Progetti di riforestazione e afforestazione, come la piantumazione di nuovi alberi o il ripristino di foreste degradate, stanno avendo un nuovo slancio in Europa grazie a iniziative come il Green Deal europeo.
Tuttavia, queste soluzioni sono limitate dalla disponibilità di terreno, competizione con l’agricoltura e vulnerabilità ai cambiamenti climatici, come incendi o siccità. Anche il ripristino degli ecosistemi marini, come le praterie di posidonia e le mangrovie, sta guadagnando attenzione.
Questi ecosistemi non solo sequestrano carbonio, ma offrono anche benefici aggiuntivi, come la protezione delle coste. In agricoltura, pratiche rigenerative e l’uso del biochar (un carbone ottenuto dalla biomassa) possono aumentare la capacità dei suoli di immagazzinare carbonio, con vantaggi anche per la fertilità del terreno.
Tecnologie avanzate: una corsa contro il tempo
Le tecnologie per la cattura diretta della CO2 dall’aria (Direct Air Capture, Dac) rappresentano una delle soluzioni più promettenti. Aziende come la svizzera Climeworks e la canadese Carbon Engineering stanno sviluppando impianti capaci di catturare migliaia di tonnellate di CO2 ogni anno, ma i costi restano elevati (fino a 600 dollari per tonnellata).
La mineralizzazione accelerata, che trasforma la CO2 in carbonati solidi attraverso reazioni chimiche con minerali naturali, è un’altra soluzione in fase di sperimentazione.
Una tecnologia ibrida è la Bioenergy with Carbon Capture and Storage (Beccs), che combina la crescita di biomassa con la cattura della CO2 emessa durante la combustione per produrre energia. Sebbene abbia un grande potenziale, questa tecnologia richiede vaste aree di terreno e presenta sfide logistiche significative.
L’Italia in prima linea
In Italia, il settore della riforestazione è in crescita, con progetti come il Parco Italia, che punta a creare una rete di boschi urbani. Sul fronte tecnologico, esistono interessanti iniziative per la cattura e lo stoccaggio della CO2 dall’atmosfera:
- Ravenna Ccs Project, promosso da Eni e Snam, è il primo progetto italiano di cattura, trasporto e stoccaggio della CO2. Situato al largo della costa di Ravenna, prevede l’iniezione di CO2 in un giacimento di gas esaurito nel Mare Adriatico. Nella prima fase, mira a catturare circa 25.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno dalla centrale di trattamento del gas naturale di Eni a Ravenna, con l’obiettivo di aumentare la capacità fino a 4 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030
- Limenet, startup italiana, ha sviluppato una tecnologia che cattura la CO2 dall’aria e la converte in bicarbonato di calcio, che viene poi stoccato in acque marine. Nel 2024, Limenet ha venduto le prime mille tonnellate di CO2 rimosse dall’atmosfera e stoccate nel mare, contribuendo a contrastare il riscaldamento globale e l’acidificazione degli oceani
- CarpeCarbon, altra startup, questa volta torinese, ha sviluppato un sistema di filtraggio dell’aria per trattenere le molecole di CO2 generate dalla combustione di combustibili fossili. L’obiettivo è di ridurre significativamente i costi energetici e l’impatto ambientale, utilizzando energia rinnovabile per alimentare i sistemi di cattura
Questi esempi dimostrano che il nostro Paese può giocare un ruolo importante nel panorama della rimozione di CO2 dall’atmosfera, integrando soluzioni naturali e tecnologiche. Una lotta che richiede un impegno collettivo e un approccio combinato. Soltanto unendo innovazione e tutela degli ecosistemi potremo affrontare questa sfida globale.
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