Oltre al mare c’è di più, anche in inverno: nel cuore del Mediterraneo c’è una piccola isola con 1000 possibili idee di viaggi

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Storia, Natura e Cultura al centro del mediterraneo

Perché Malta in inverno? Cercavamo il sole e il caldo senza trascorrere tante ore in aereo, un posto che offrisse bei paesaggi ma anche storia e cultura. Malta ci ha dato tutto questo e anche di più. I diari degli altri viaggiatori e altre fonti on-line mi hanno dato le basi per il mio puzzle personale e questo è il resoconto. Ma per entrare in argomento: sapete da dove deriva la croce di malta a otto punte? Le punte rappresentano le otto lingue parlate dai cavalieri che provenivano da tutta l’Europa e ogni gruppo disponeva di un proprio Auberge, un palazzo nobiliare destinato ad ospitare questi ricchi aristocratici, nonché della propria cappella all’interno della Cattedrale di San Giovanni.

Informazioni utili su Malta in inverno

Aereo

La nostra scelta è caduta su KM Malta Airlines, la compagnia di bandiera di Malta che aveva gli orari più comodi: partenza il 26 mattina e rientro il 30 sera. Hanno una politica bagagli originale: la tariffa base consente di portare a bordo solo una borsetta piccola da inserire sotto il sedile, la successiva un bagaglio da 10 kg che però va imbarcato e via via a salire. Noi avevamo preso la tariffa base. Per portare a bordo un trolley abbiamo aggiunto in seguito l’opzione priority per andata e ritorno. L’impresa ha richiesto telefonate, chat con operatori e tanta pazienza (on-line non ci sono tutte le opzioni), quindi il mio consiglio è valutate bene quanti bagagli porterete prima di acquistare il biglietto, infine il check-in è possibile solo a partire da 24 ore prima della partenza, non proprio comodo. Volerei ancora con KM Malta? Si,  superati questi problemi, i voli in se sono andati bene, poltrone con giusto spazio, non siamo stati assillati con offerte di bibite, snack, lotterie, profumi come è accaduto altre volte. All’arrivo siamo arrivati un po’ in anticipo, al ritorno siamo invece partiti in ritardo a causa del ritardo dell’aereo precedente in arrivo a Malta, parzialmente recuperato in volo.

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Auto

Abbiamo scelto di affrontare il rischio della guida a sinistra pur di avere maggiore libertà di movimento e, per stare più tranquilli, abbiamo optato per una copertura completa che ovviamente ha fatto raddoppiare il costo del noleggio. Avendo letto delle brutte esperienze di tanti con le compagnie più note, abbiamo puntato su una compagnia locale, la Swift che non ci ha dato sorprese. In verità  in giro di auto a noleggio messe male (maggiore lamentela degli altri viaggiatori) non ne abbiamo visto, probabilmente perché dopo tante critiche c’è stato un ricambio nel parco auto in offerta. Ultimo appunto in tema auto: si, la guida a Malta è alquanto sportiva e le centinaia di rotonde che incontrerete vi faranno dubitare della scelta fatta, ma alla fine è fattibile e ne vale la pena. Oltre alla posizione di guida, i Maltesi hanno mantenuto le prese uk, quindi occorrono gli adattatori.

Dove dormire

Scartata Valletta e le città vicine con gli albergoni e il caos, ho puntato su una cittadina più interna e centrale: San Gwann. Si è rilevata una buona scelta, posto residenziale con discreta scelta di posti per colazione, un LIDL, non tanti ristoranti: paninoteche o asiatico e un ristorante maltese che abbiamo provato. Noi abbiamo alloggiato al Caro Boutique Guest House. Struttura rimodernata di recente, camera comoda con apprezzato bollitore per caffè mattutino (offerto da loro, insieme a bottiglia d’acqua, panna e tè),  piccolo frigo e wifi. Nella struttura ci sono zone comuni per la cucina (con altro caffè cappuccino, cornetti, microonde e frigo), salottino, terrazza con divanetti. Abbiamo sempre parcheggiato nei dintorni senza difficoltà.

Diario di viaggio a Malta in inverno

Giorno 1 – Blue Grotto, Dingli Cliffs

Si parte! Lasciata alle spalle la Sicilia, dopo poco ci viene incontro Gozo e la piccola Comino, il tempo è splendido e il mare da quassù sembra calmo, speriamo di riuscire a visitarle! Sorvoliamo Malta ed eccoci al piccolo aeroporto. Al parcheggio troviamo la nostra Aygo che ci aspetta, paghiamo il ticket e andiamo, prima meta il Blue Grotto scelto perchè poco distante e perchè vale la pena di vederlo con la luce del mattino. Lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio e scendiamo al view point: straordinario. Dopo esserci saziati scendiamo alla cittadina vicina Qrendi e prendiamo la barchetta che fa il giro di questo tratto di costa. Curiosa immergo la mano nell’acqua: è fresca, ma non gelata. I siti che ho consultato dichiarano che la temperatura è di oltre un grado sopra la media (sui 19 gradi), infatti nel corso del viaggio qui e altrove incontreremo diversi coraggiosi che sperimentano il bagno in inverno. Risaliamo e decidiamo di visitare la torre vicino al parcheggio: Torre Xutu.

La costa è disseminata di queste torri di avvistamento poste in modo da poter vedere la precedente e la successiva, come se ne incontrano anche sulle nostre coste meridionali. Puntiamo alle Dingli Cliffs, precisamente la chiesetta di Maria Maddalena. Parcheggiamo e esploriamo i dintorni. Restiamo un po’ delusi, siamo sicuramente nella zona più alta di Malta ma le rocce a picco non sono visibili perché non si arriva fino al bordo della scogliera, molti (esatto molti perché questo non è affatto il posto tranquillo e romantico delle descrizioni) si incamminano verso destra dove c’è un osservatorio, noi scegliamo di recuperare l’auto e rifare la strada che ci ha portato qui la triq panoramika per fermarci al Dingli View Point. Auto a bordo strada e scendiamo. Piccola parentesi Malta non ha alberi, sono stati abbattuti e utilizzati, il legno infatti è una merce preziosa; quando l’abbiamo visitata le piogge invernali l’avevano trasformata in una distesa verde paradiso per le api, ma c’erano al massimo arbusti ed evidenti segni del secco estivo in più é spazzata dal vento, quindi armatevi di scarpe comode meglio ancora trekking e giacche a vento. Alla fine del sentiero finalmente la vista che cercavamo: noi non ci siamo fermati per il tramonto, ma sicuramente sarebbe stato splendido. Decidiamo di sfruttare il resto del pomeriggio per iniziare il giro dei musei, ce ne sono tanti che ci interessano perciò la scelta è caduta sul Pass di Heritage Malta. Abbiamo preso quello completo da 60 euro, ma ci sono tutte le combinazioni possibili. Spesso abbiamo trovato alla biglietteria dei musei un qrcode da inquadrare per scaricare sul proprio telefono l’audioguida (non dimenticate le vostre cuffiette!). Eccoci quindi a Birgu detta anche Vittoriosa, la più interessante delle tre città.

Partiamo dal Palazzo dell’Inquisitore per poi passare al Forte Sant’Angelo. Qui per la prima volta abbiamo realizzato di essere stati, come Italiani, fra i “cattivi” durante la II guerra mondiale: una parte interattiva della visita fa rivivere il primo attacco italiano con sommergibili seguito poi nel tempo da ripetuti bombardamenti… addio illusione “ italiani, brava gente”. Al termine del nostro viaggio fortunatamente un simpatico signore ci darà un versione che ci riabilita. Mentre noi giravamo per cortili e barrakka, il tempo è girato al brutto e ci sorprende un vero temporale che ci bagna dalla testa ai piedi. Di corsa per il WaterFront e torniamo all’auto: è ora di andare in albergo. Stanchi ed infreddoliti organizziamo una cenetta veloce e a dormire.

Giorno 2 – La Valletta

Oggi è tutta dedicata alla capitale: La Valletta. Parcheggiamo l’auto nella zona dell’Hotel Phoenicia. Il parcheggio come altri in zona è pubblico e libero, ma c’è da offrire una mancia al parcheggiatore sempre presente. Attraversiamo la piazza con la monumentale Fontana dei Tritoni e ci immergiamo nelle strade della capitale  dei cavalieri, ovunque incontriamo i tipici balconi colorati maltesi (gallarija), sontuosi palazzi testimoni del passato glorioso e della ricchezza dei suoi abitanti. Puntiamo alla Concattedrale di San Giovanni, non è compresa nella card, ma è un must. Ce la giriamo con calma, cappella per cappella e chiudiamo con la Decollazione di San Giovanni del Caravaggio: apprezziamo molto la parte finale multimediale del tour che svela i segreti di questo eccezionale quadro. Quando usciamo si è già formata una notevole fila di visitatori… abbiamo fatto bene a trovarci qui all’apertura. A seguire il Forte Sant’Elmo, il Palazzo del Gran Maestro e infine il Museo Archeologico ospitato nell’Auberge di Provenza, perché desideravo visitare la sezione dedicata al neolitico, prima di andare ai templi. L’ora di chiusura si avvicina (qui tutto chiude alle 17), guardiamo velocemente il resto del museo e passiamo alla parte più frivola della visita: i Barrakka Gardens, il mercato coperto is-suq tal–belt, Merchant Street con ristoranti e souvenirs. A colazione avevamo assaggiato i famosi pastizzi alla ricotta a forma di rombo e a pranzo una sorta di torta rustica che ritroveremo anche sotto forma di tortino singolo, il qassatat, a base di verdure, piselli, olive, tonno e un pizzico di peperoncino, economici e sostanziosi. È ora di concederci la prima cena maltese, ma siamo stanchi e infreddoliti, è incredibile la differenza di temperatura fra il giorno e la sera. Che si fa? Decidiamo di tornare in albergo a San Gwann e poi cena nei dintorni: ristorante Tal-Budella, si rivela essere un posto frequentato da locali dove mangeremo un ottimo fenek (assaggiare il coniglio è d’obbligo) cucinato in bianco, al posto del pomodoro previsto dalla ricetta tradizionale, con piselli, vino e spezie, anche un pizzico del terribile coriandolo che dai tempi della Thailandia è l’unica spezia che non sopportiamo. Il menù prevede anche lumache (bebbux blaljoli), la zuppa di pesce (aljotta), carne di cavallo e altro. Tenetelo in considerazione se passate da queste parti.

Per scoprire la capitale maltese in modo originale, puoi prenotare il free tour della Valletta su Civitatis. È un’attività gratuita, della durata di 2 ore e con guida in italiano, che ti permetterà di scoprire i luoghi più interessanti della città come il palazzo del Parlamento, l’Auberge de Castille, la Victory Kitchen o la Concattedrale di San Giovanni.

Giorno 3 – Rabat, Mdina

Dopo la colazione a base di pastizzi alla ricotta, questa volta la versione rotonda arricchita con formaggio secondo noi superiore, partiamo alla volta dei templi di Hagar Qim e Mnajdra. Restiamo impressionati dalla maestria di questi lontani costruttori impegnati in un lavoro faticosissimo con pochi attrezzi a disposizione. A seguire Rabat e Mdina l’antica capitale situata in alto e circondata da mura. Qui oltre alle gallarija incontriamo tipici balconcini a semicerchio poggiati su un unico sostegno in pietra molto elaborato e chiusi da ringhiere in ferro con ricche volute. Visitiamo le Catacombe di San Paolo, che non mi sento di consigliare, e a seguire la Domus Romana, questa invece si, con i suoi splendidi mosaici, il Museo Naturalistico di Mdina, palazzo interessante, esposizione un po’ meno. Qui come a Valletta siamo circondati da splendidi palazzi con elaborate sculture, ma l’azione del tempo ha colpito più duramente: la pietra utilizzata nelle costruzioni è la globigerina estratta dalle tante cave sull’isola, simile al tufo vulcanico come consistenza e colore, ma più intenso. E’ di origine sedimentaria e contiene molti fossili di conchiglie, ha il vantaggio di poter essere lavorata facilmente, ma altrettanto facilmente viene erosa dagli agenti atmosferici; laddove si mischiano materiali più teneri a quelli più duri si formano gli alveolari, gruppi di buchi che ricordano le abitazioni delle api. Durante la giornata abbiamo assaggiato solo una ciambella rotonda con ripieno di fichi qaghaq tal-ghasel acquistata da un’affollata bottega di dolci nella piazza di Rabat e i pastizzi acquistati la mattina: adesso siamo affamati! Per la cena c’è l’imbarazzo della scelta, molti ristoranti espongono orgogliosamente le menzioni Michelin di cui sono stati insigniti nel corso degli ultimi anni, ma noi preferiamo puntare su qualcosa di più abbordabile: il Coogi’s Restaurant. Si trova all’interno di un palazzo storico; la location splendida prevede un cortiletto, salette e una sorpresa: una terrazza con incredibile affaccio. La cameriera che ci ha seguito parlava italiano (come tanti maltesi) e in generale abbiamo avuto l’impressione che l’attenzione per il cliente fosse alta, il cibo buono, ma non indimenticabile.

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Giorno 4 – Marsaxlokk

È domenica. Il programma prevede la visita di Marsaxlokk porto di pescatori dalle barchette  tipiche dette luzzi: oggi in particolare si svolge il mercato del pesce (e non solo). Superiamo le prime bancarelle decisamente turistiche e puntiamo a quelle centrali. I prezzi sono inferiori a quelli che troviamo a Roma, le bancarelle espongono i loro prodotti, tutti sicuramente locali: orate, gallinelle, polpi rigorosamente “abbattuti” ed una colorata varietà di pesci per la aljotta. Evitando la calca dei turisti, più interessati al folklore che all’acquisto, alcuni maltesi acquistano direttamente da qualche barca che ancora ripulisce le reti dal pescato. Noi ci fermiamo ad acquistare una sorta di panettone artigianale per le ultime merende/colazione: i pastizz sono buoni ma desideriamo qualcosa di dolce più leggero.

Soddisfatta la curiosità ci rimettiamo in marcia per imbarcarci per Gozo: dopo il primo giorno che ci aveva consentito il giro in barca, il mare si era alzato, ma oggi finalmente è abbastanza calmo e il vento è calato. L’imbarco per Gozo è stata una grande arrabbiatura: è evidente la difficoltà o lo scarso interesse nello gestire la massa di turisti sia Maltesi (è domenica e Gozo è meta anche per i locali) che stranieri che premono per passare sull’isola. Siamo rimasti ordinatamente in fila nella corsia per l’imbarco per ore per vederci superare dai tanti che conoscendo meglio di noi le “regole” dell’imbarco, ci hanno tranquillamente superato dirigendosi  direttamente al parcheggio dove si veniva smistati in file pronte per salire a bordo dei traghetti; anche al parcheggio il criterio con cui i pochissimi addetti individuavano quale fila dovesse imbarcarsi e quale aspettare ancora, ci è rimasto sconosciuto. Risultato: il giro di Gozo è stato decisamente ridimensionato e la passeggiata a Comino  con la Laguna Blu completamente annullata. Beh almeno ho un buon motivo per tornare e sicuramente non sarà nel week end. Siamo andati a Dwejra Bay dove abbiamo ammirato il Fungus Rock (non aspettatevi una forma a fungo, si chiama così per via di un fungo raro usato in medicina tradizionale che cresce qui) e il Crocodile Rock (nome indovinatissimo) spostandosi a piedi si raggiunge l’Inland Sea  e si passeggia sulle rocce disseminate di fossili  di riccio; abbiamo cercato anche il Blue Hole, ma non l’abbiamo trovato, decisamente non è giornata, vista l’ora meglio puntare sulla capitale Rabat. Ci attende il Museo Archeologico, piccolo ma interessante e un giro nelle Vecchie Prigioni, infine saliamo sulle mura per uno splendido tramonto arricchito da nuvole dai mille colori. Gironzoliamo tra le strade di Rabat, ma la differenza con le ricche città che abbiamo già visto è abissale, ci infiliamo in un negozio di souvenir per assaggiare il caffè maltese versato direttamente da una panciuta caffettiera/bollitore in alluminio: un misto di caffè, cicoria e spezie; ce ne portiamo via un sacchetto da preparare quando ci assalirà la nostalgia di Malta.  Per l’ultima cena ci spostiamo a Marsalforn lasciandoci dietro la fila chilometrica di coloro che attendono di reimbarcarsi, ormai è buio e non si vede bene ma la cittadina sembra in piena espansione con scheletri di albergoni in costruzione, ma ci sarà un piano regolatore a Malta?  Il ristorante Il Kartell che avevamo prenotato on line dalla mattina (qualcosa dovevamo pur fare mentre ci rodevamo il fegato nell’attesa dell’imbarco) supera le nostre aspettative: ci concediamo una cena  a base di pesce  composta da risotto di mare (ricchissimo) e polpo stufato Qarnit . Unica concessione l’antipasto maltese che comprende verdure, salsiccetta tipica, formaggi caprini e la salsa bigilla a base di fagioli, aglio e spezie. Rientriamo al porto di Mgarr e nel giro di mezz’ora siamo a bordo del traghetto che ci riporta a Malta. Il pagamento avviene al porto prima del viaggio di ritorno, passando in auto per quello che somiglia molto ad un casello autostradale.

Giorno 5 – Cospicua

Sfruttiamo le nostre ultime ore a Malta per visitare alcune cose lasciate indietro. Torniamo a Valletta e prendiamo l’ascensore che dagli Upper Barrakka Gardens ci porta giù al Water Front: la nostra meta è il traghetto che ci porta a Cospicua. Lo scopo è vedere Valletta e le tre città dal mare.  Noi abbiamo fatto Valletta e ritorno via ferry, ma in alternativa si può partire da Cospicua per arrivare a Valletta e sfruttare lo shuttle gratuito per rientrare a Cospicua via terra. La passeggiata merita (oltre alla vista, passerete affianco a yachts che difficilmente incontrerete altrove), ci dirigiamo al Museo Marittimo situato nella vecchia bakery che riforniva l’esercito inglese durante la II guerra mondiale: molto interessante ma un po’ confusionario e prevede la discesa su una scala metallica che non abbiamo capito se è provvisoria o definitiva lasciata lì con lo scopo di farti rivivere l’esperienza dei restauratori. Abbiamo saltato l’ultimo step con esperienza immersiva dei cantieri navali, da evitare se vi danno fastidio gli effetti luminosi.

Riprendiamo il traghetto poi l’ascensore (risalita gratuita mostrando il biglietto della discesa) e sfruttando la giornata splendida decidiamo di tornare al mare per vedere la rinomata St. Peter’s Pool situata vicino Marsaxlokk, parcheggiamo e ci incamminiamo a piedi. Superata la pool c’è una zona di saline e infine si arriva alla baia successiva dove c’è una finestra sul blu che il mare sta continuando a scavare,  di fianco si nota una seconda  in formazione: tra qualche decennio ci saranno due nuovi archi da ammirare. Qui abbiamo avuto una lunga e interessante chiacchierata con un signore maltese davvero gentile che, tra le altre cose ci ha raccontato di come il primo anno di guerra per loro è stato relativamente facile perché gli aerei italiani arrivavano con l’ordine di bombardare, ma in realtà sganciavano le bombe in mare e se ne tornavano senza fare danni. Successivamente gli italiani furono sostituiti dai tedeschi e la musica purtroppo cambiò. Meno male, lasciamo Malta con la coscienza più tranquilla.

Ultime formalità per l’auto e il controllo in aeroporto, acquistiamo una bottiglia di vino Girgentina, l’unico vitigno bianco autoctono e torniamo a casa.

Arrivederci Malta! Alla prossima, magari per visitare una delle aristocratiche case private ancora abitate ma rimaste ferme al tempo dei maggiori fasti.





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