Un bambino sardo su tre vive in una casa con umidità o senza riscaldamento: tutti i dati

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Sassari Un bambino sardo su tre vive in una casa con problemi strutturali, di umidità o senza un adeguato impianto di riscaldamento. È quello che emerge da una recente analisi condotta dalla Fondazione Open Polis, che ha messo insieme una serie di rilevazioni Istat per stilare uno studio che spiega come incide la povertà abitativa sulla vita dei minori.

Tra le maglie nere Nell’isola la situazione è drammatica: con il 30,5% di bambini che vivono in abitazioni critiche, la Sardegna è la seconda regione peggiore d’Italia dopo l’Umbria (32,7%). Se si tiene poi in considerazione il discorso del sovraffollamento, viene fuori che il 44,6%, quasi la metà, dei bambini sardi vive in case sovraffollate, dove gli spazi non bastano per tutti. Una situazione che si riflette anche nelle dinamiche educative.

Spazi ristretti Sì, perché se è vero che un alloggio non adeguatamente riscaldato o con problemi di umidità incide negativamente sulla salute, è anche vero che ci sono anche aspetti educativi e sociali da tenere in considerazione. Una casa sovraffollata o piccola è una casa dove è più difficile avere uno spazio in cui studiare, fare i compiti, giocare. Situazioni in cui spesso è preclusa, o comunque molto limitata, la stessa possibilità di invitare degli amici.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

La situazione nei Comuni I numeri dei minori che vivono in condizioni abitative al limite fanno il paio con la situazione degli edifici nell’isola. I dati raccolti in occasione del censimento generale del 2011, trasporti nei Comuni nel 2018, mettono in luce una situazione variegata tra le grandi città. La percentuale degli edifici in stato di conversazione mediocre/pessimo di Cagliari è di circa il 30%. A seguire Sassari col 18%, Alghero col 21,3%, Nuoro col 18,2%, Oristano col 16,7% e Olbia col 15%. L’unico centro della Sardegna che risulta avere il 100% degli edifici di conservazione in uno stato buono/ottimo è Elini, in provincia di Nuoro. Di contro, quello con la situazione peggiore è Vallermosa, nel Sud Sardegna, con l’81,25% di edifici in uno stato di conservazione mediocre/pessimo.

In Italia Nel mese di dicembre del 2024, i dati Istat pubblicati nell’ambito del rapporto del gruppo Crc (il gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) hanno fatto emergere un quadro piuttosto nitido. Nel 2023 in Italia il 16,2% dei minori viveva in abitazioni con problemi strutturali o di umidità; mentre per oltre il 40% è stata riportata una situazione di sovraffollamento abitativo. Un’incidenza in calo rispetto a quanto emerso nel precedente rapporto (61%), ma che comunque cela differenze abbastanza marcate tra i territori. In media in Italia il 16,2% dei minori vive in case con problemi strutturali o di umidità, una quota che supera il 20% in Umbria, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio e Friuli Venezia Giulia. Ancora più diffuso è il fenomeno del sovraffollamento, riguardante oltre il 45% dei minori in Valle d’Aosta, Piemonte, Lazio, Lombardia e Puglia. Si tratta di dati solitamente rilasciati a livello nazionale.

Disagio familiare e povertà abitativa Tendenzialmente, un territorio con molte famiglie in difficoltà economica è anche un territorio dove la condizione degli edifici residenziali risulta peggiore. In media, sulla scorta di quanto rilevato nell’ultimo censimento generale, la quota di edifici residenziali in stato di conservazione mediocre o pessimo si attestava sul 22%. Mentre la quota di famiglie in potenziale disagio era pari al 2,7%.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link