Ammazzata la moglie a martellate, se la spassava con una ragazzina

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Nuovi guai giudiziari per Igor Sollai, il camionista reo confesso dell’omicidio di Francesca Deidda. I carabinieri lo hanno trovato a letto con una 15enne amica di famiglia.

SAN SPERATE (Sud Sardegna) – Dopo il femminicidio della moglie la violenza sessuale di una minorenne sul letto matrimoniale. Nuovi guai giudiziari per Igor Sollai, 43 anni, il camionista reo confesso dell’omicidio della moglie Francesca Deidda, 42 anni, improvvisamente sparita da casa e ritrovata cadavere nelle campagne del Cagliaritano dentro un borsone da palestra. L’uomo, stavolta, è accusato di violenza sessuale aggravata su una ragazzina di soli 15 anni, figlia di amici, che sarebbe stata trovata sul letto di casa dell’uomo seminuda e scalza. Lo spietato killer sarebbe stato incastrato da alcune microspie installate dagli investigatori durante il periodo dell’inchiesta sul decesso del coniuge per il quale il camionista, per ben quattro mesi, si era dichiarato estraneo. I carabinieri, che avevano nascosto le cimici anche sull’auto dell’odierno indagato, sono riusciti a scoprire, praticamente in flagranza, che Sollai avrebbe convinto la ragazzina a seguirlo nella sua abitazione di via Monastir per poi finire a letto.

L’abitazione di Sollai in via Monastir dove l’uomo è stato sorpreso con la minorenne

A questo punto i militari della sala operativa allertavano i colleghi della territoriale i quali, con la scusa della notifica di un atto giudiziario, riuscivano a constatare quanto stava accadendo in tempo reale e intimavano all’uomo di accompagnare la ragazza presso la propria abitazione. La quindicenne verrà ascoltata nel corso dell’incidente probatorio già richiesto dagli inquirenti della Procura di Cagliari ed è scontato un nuovo processo. Francesca Deidda, grande lavoratrice, era impiegata in un call center. All’improvviso al titolare dell’esercizio commerciale era giunta una richiesta di ferie da parte della donna a cui seguiva una mail con le dimissioni. Poi giorni e giorni di silenzio. Le colleghe avevano sospettato da subito che a Francesca poteva essere capitato qualcosa di brutto tanto che un’amica tentava di mettersi in contatto con lei ma il suo telefono squillava invano. A questo punto il fratello della vittima, Andrea, si rivolgeva ai carabinieri ai quali denunciava la scomparsa della congiunta.

Poi iniziavano i falsi” messaggi di Francesca, scritti da Sollai, alle colleghe, al datore di lavoro ed ai parenti nei quali la donna annunciava di essersene andata da casa per un periodo di riflessione. Poi le menzogne riferite dal marito agli inquirenti e durante le interviste tv in cui l’uomo esortava gli investigatori a trovare la moglie mentre la donna era già morta, ammazzata a martellate sul divano di casa. Il camionista, nel frattempo, continuava a frequentare una ex compagna di scuola, separata con quattro figli, a cui aveva promesso il divorzio dalla moglie. Durante la ricostruzione degli spostamenti del camionista i carabinieri venivano incuriositi da un percorso in particolare: un tratto di strada che costeggia una foresta con un corso d’acqua nelle immediate vicinanze della statale Orientale Sarda.

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Igor Sollai nella sua auto dove i carabinieri avevano installato le cimici

Ad una decina di metri dal ciglio della carreggiata i cani molecolari fiutavano un borsone nero, di quelli che si usano per riporre gli indumenti da palestra. All’interno c’erano i poveri resti di un corpo umano seminudo, già in avanzato stato di decomposizione. Dai brandelli di vestiti e dall’esame del Dna gli inquirenti risalivano a Francesca Deidda, ammazzata a martellate e poi nascosta dentro un borsone abbandonato nelle campagne. Poi l’epilogo della tragica vicenda: il borsone lo aveva acquistato Sollai in un negozio cinese.

L’uomo aveva poi piantato arbusti a crescita rapida, per nascondere meglio il contenitore di tela. Il presunto assassino aveva messo in vendita l’auto della moglie raccomandandosi con il nuovo proprietario di “lavare bene i sedili”. L’analisi del suo cellulare, del Gps in esso contenuto, unitamente ad altri indizi, oltre alla pressione degli investigatori, portavano Sollai alla confessione. L’imputato per femminicidio e occultamento di cadavere dovrà comparire il prossimo 26 febbraio davanti al giudice a seguito del provvedimento del Gip, Ermengarda Ferrarese, che ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dal Pm Marco Cocco. Gli avvocati difensori, Laura Pirarba e Carlo Demurtas, escludono la premeditazione sostenuta invece dall’accusa che ipotizza un delitto con movente economico: una congrua polizza sulla vita di Francesca che il marito avrebbe voluto incassare per poi darsi alla bella vita e spassarsela con altre donne.



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