E se gli abiti potessero parlare? Colori, forme, accessori e interi outfit a volte diventano simboli e altre portatori di veri e propri messaggi. È il caso delle first ladies americane, le mogli dei presidenti Usa che diventano un volto familiare per la popolazione tanto quanto il Capo di Stato, anche prima del giuramento ufficiale. Tuttavia l’Inauguration Day rimane per tradizione il giorno in cui è possibile farsi una prima impressione a riguardo e la moda diventa mezzo attraverso cui fare una dichiarazione. E mentre Melania Trump si presenta alla cerimonia per il secondo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca con un outfit raffinato, quasi castigato, con cappello e capelli raccolti, la CNN ha stilato una lista di abiti indossati dalle mogli dei presidenti degli Stati Uniti d’America che nascondono un profondo significato e, in alcuni casi, divenuti anche oggetto di polemiche. Dal 1912 gli abiti inaugurali sono conservati nella collezione “First Ladies” allo Smithsonian National Museum of American History di Washington.
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Carolina Harrison pioniera di stile e l’icona Jackie Kennedy
La prima fu Carolina Harrison, secondo lo Smithsonian.
Nel 1889 la moglie del 23esimo presidente Usa scelse un look interamente realizzato nel paese per supportare la politica economica “America first” del marito. L’abito fu realizzato a New York City dalla ditta di William Ghormley “Ghormley, Robes et Manteuax”. A produrre il tessuto di seta broccato disegnato dall’artista Mary Williamson fu la Logan Silk Company di Auburn, New York.
Nel 1953 Mamie Einsenhower si fece attendere, nonostante le numerose richieste da parte della stampa nel rivelare i dettagli del suo vestito per il secondo mandato alla Casa Bianca del marito Dwight. Fino a una settimana prima del grande giorno infatti, secondo lo spazio museale, non svelò nulla. Color “rosa Renoir delicato ma deciso”, tonalità per cui divenne famosa, fu disegnato da Netti Rosenstein. Presentava più di duemila strass cuciti a mano e a completare l’outfit erano guanti, borsa anch’essa tempestata di strass e un girocollo con tre fili di perle.
Lo stile di Jacqueline “Jackie” Kennedy è ancora oggi considerato iconico. L’abbigliamento da lei scelto per l’Inauguration Day andava di pari passo alle politiche del marito John Fitzgerald. Nessun ingresso trionfale né pomposità, perché ad essere protagonista fu il cappello denominato “pillbox”. Moderna e dalla silhouette elegante, a prima vista sembrava sostenere la visione trasformativa del presidente Kennedy. Pare però che quel giorno non tutto andò come previsto e a svelarlo fu proprio la CNN nel 2020. Il famoso copricapo infatti ebbe un incidente, una piccola ammaccatura, e il colore non era blu, ma di una sfumatura più neutra e tendente al rosa. Errori questi dovuti a un problema di color correction in un’immagine pubblicata da Life Magazine.
Le polemiche su Lady Carter e la moda sostenibile di Michelle Obama
Memorabile e audace l’outfit di Lady Bird Johnson, che nel 1965 si presentò con un cappotto giallo acceso con rifiniture in zibellino. Non un caso, ma una scelta lungimirante, perché prevedendo la sua esposizione proprio allo Smithsonian pensò che con il suo design semplice sarebbe invecchiato bene in un ambiente istituzionale.
Fece scalpore invece Rosalynn Carter, che in seguito al giuramento di Jimmy Carter nel 1977 indossò lo stesso abitò già visto sei anni prima, quando il marito venne eletto governatore della Georgia. Un riciclaggio che oggi, se fatto da attrici e personaggi dello spettacolo, viene esaltato, ma all’epoca la stampa criticò la sua decisione. «Voleva continuare la tradizione – dichiarò nel 2001 la curatrice della mostra Edith Mayo – ma non venne capita».
Nel 1981 era lusso era la parola d’ordine per Nancy Reagan, anche se le sue stravaganze non furono viste di buon occhio dalla stampa. Il messaggio era che «la moda contava» come scrisse all’epoca il New York Times e il costoso abito monospalla bianco con perline e pizzo indossato al ballo inaugurale lo ribadiva a gran voce.
Michelle Obama sin da subito si è dimostrata profonda sostenitrice degli stilisti emergenti americani che si allineavano profondamente ai suoi valori, come Jason Wu. Lo stilista taiwanese disegnò per lei l’abito indossato per il ballo inaugurale del 2009, un monospalla bianco decorato con fiori e cristalli. In precedenza però fu un accessorio ad attirare l’attenzione di pubblico e media: i guanti verde salvia abbinati al cappotto di Isabel Toledo, interpretati come un simbolo precoce della sua futura linea politica molto vicina al popolo.
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