Al primo gennaio 2024 erano 22.552 i centenari residenti in Italia, lā83% dei quali donne, un dato in crescita del 30% rispetto a soli dieci anni fa. In aumento anche gli ultracentenari, gli anziani con almeno 105 anni di etĆ , che a inizio 2024 erano ben 844, di cui solo 106 uomini.
Vivere fino a 105 anni
A partire da questi dati,Ā MoneyfarmĀ fa un viaggio nei numeri della longevitĆ in Italia, per dimostrare quanto sia importante pianificare per tempo gli anni della pensione, per evitare di essere costretti a modificare sensibilmente il proprio tenore di vita dopo lāuscita dal mondo del lavoro.
Ad oggi, le regioni con la concentrazione piĆ¹ elevata di centenari sono la Liguria (61 ogni 100 mila residenti), il Molise (58 ogni 100mila) e il Friuli Venezia-Giulia (54 ogni 100mila), ma in baseĀ aiĀ dati Istat di dicembre 2024 ĆØ anche possibile stilareĀ la mappa delle province italiane con la piĆ¹ elevata attesa di vita alla nascita, che vede il nord-est e le regioni centrali della penisola in testa alla classifica.
I bambini con la piĆ¹ elevata attesa di vita nascono in provincia di Firenze (82,8 anni) e, a seguire, in varie province dellāItalia centro-settentrionale (Monza, Rimini, Prato e Lecco), mentre quelli con la minor attesa di vita nascono nelle province di Enna, Nuoro, Crotone, Napoli e Caserta, che, con unāattesa di vita alla nascita pari a 79 anni, detiene il record negativo nazionale.
Ecco quanto potrebbe costare
In fatto di longevitĆ , le donne sono sicuramente avvantaggiate, con unĀ āgender gapā di circa quattro anni in piĆ¹ rispetto agli uomini in termini di attesa di vita alla nascita: le piĆ¹ fortunate sono le bambine che nascono in provincia di Trento (86,9 anni) e, a seguire, in altre province dellāItalia centro-settentrionale (Prato, Rimini, Firenze e Monza), mentre quelle con la piĆ¹ bassa attesa di vita nascono nelle province siciliane di Agrigento, Siracusa ed Enna e in quelle campane di Caserta e Napoli, che, con unāattesa di vita alla nascita pari a 83,2 anni, chiude la lista.
Le classifiche cambiano, perĆ², a seconda dellāetĆ del soggetto: le province con i neonati piĆ¹ longevi non sempre sono le stesse di quelle con i pensionati destinati a vivere piĆ¹ a lungo. Con il passare degli anni, infatti, la speranza di vita aumenta, cosƬ che lāattesa di vita allāetĆ media di pensionamento, cioĆØ 64 anni, arriva ad 88,8 anni per le neopensionate di Trento e provincia e ad 85,4 anni per i neopensionati riminesi. Allāestremo opposto della classifica, le neopensionate con la minor longevitĆ attesa si trovano purtroppo sempre in province della Sicilia e della Campania, con Napoli ultima in graduatoria (85,7 anni); i neopensionati uomini con la minor attesa di vita si trovano invece a Caserta (82,8 anni), con circa due anni e mezzo in meno rispetto ai coetanei riminesi.
Non ĆØ, forse, un caso che la mappa delle regioni con la piĆ¹ elevata attesa di vita coincida con quella delle regioni con valori di benessere superiori alla media nazionale negli ambiti di salute, istruzione, formazione, lavoro e relazioni sociali, secondo lāultimo report Istat āBenessere e disuguaglianze in Italiaā. A contribuire alla longevitĆ delle persone, infatti, oltre alla naturale predisposizione genetica, vi sono indubbiamente fattori legati alla qualitĆ dellāambiente e allo stile di vita personale, oltre che al livello dellāassistenza sanitaria e, ovviamente, al welfare e allāammontare dellāassegno pensionistico. Ć dunque fondamentale cominciare il prima possibile a pianificare il ritiro dal mondo del lavoro, creando le basi per una rendita vitalizia che consenta di soddisfare le proprie necessitĆ economiche anche fino a quattro decenni dopo il raggiungimento della pensione, come accade per chi ha superato la fatidica soglia dei 100.
I calcoli di Moneyfarm
Se si pensa ad un lavoratore con uno stipendio netto di 2.000 euro al mese, destinato ad andare in pensione a 64 anni nel 2030 con il 64% del proprio reddito da lavoro dipendente (in base al tasso di sostituzione indicato dalle statistiche della Ragioneria dello Stato), il suo assegno pensionistico ammonterĆ a 1.280 euro, circa 720 euro in meno rispetto alla sua attuale busta paga. Di fronte alla prospettiva di unāattesa di vita pari a 85 anni, il capitale necessario per integrare la pensione pubblica al 100% della retribuzione da lavoro dipendente sarebbe pari a 181.440 euro, ma salirebbe a 354.240 euro qualora si raggiungessero i 105 anni. La situazione ĆØ ancora piĆ¹ critica per i lavoratori autonomi che, sempre considerando uno stipendio netto di 2.000 euro al mese e lāingresso in pensione a 64 anni nel 2030, potrebbero contare su un tasso di sostituzione pari al 43% del proprio fatturato e, dunque, su un assegno pensionistico di soli 860 euro, con una necessitĆ di integrazione mensile pari a 1140 euro. Di fronte alla prospettiva di unāattesa di vita pari a 85 anni, il capitale necessario per integrare la pensione pubblica al 100% della retribuzione da lavoro autonomo sarebbe pari a 287.280 euro, ma salirebbe a 560.880 euro qualora si raggiungessero i 105 anni.
Andrea Rocchetti, Global Head of Investment Advisory di Moneyfarm, ha commentato: āNella corsa verso il traguardo dei cento anni, il reddito pensionistico diventa una variabile cruciale per garantire agli anziani una vita serena e dignitosa, fatta di accesso alle cure mediche e opportunitĆ di svago, con la tranquillitĆ economica necessaria per affrontare gli imprevisti. LāItalia ĆØ tra i Paesi piĆ¹ longevi al mondo, e oggi la pensione non ĆØ piĆ¹ solo un traguardo, ma un lungo viaggio che puĆ² durare anche quarantāanni. Pianificare per tempo, integrando il sempre piĆ¹ esiguo assegno pensionistico pubblico con una forma di previdenza complementare, non ĆØ solo una scelta responsabile, ma un investimento sulla qualitĆ della propria vita futura. Vivere a lungo dovrebbe essere una conquista, non una preoccupazione economicaā.
***** lāarticolo pubblicato ĆØ ritenuto affidabile e di qualitĆ *****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link