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“La decarbonizzazione in corso sta procedendo troppo lentamente rispetto alle esigenze e la ‘nuova architettura finanziaria internazionale’ evocata da Papa Francesco, se compiuta, potrebbe davvero compensare o ridurre gli squilibri tra Nord e Sud del mondo. Si tratta anche qui di una conversione che produca una visione nuova sul mondo e sull’uso delle risorse naturali mettendo al centro il benessere delle persone e del pianeta. Non c’è altra via poiché tutto si lega”, dice al Sir il presidente di Greenaccord
Il Giubileo 2025 è anche occasione di una rinnovata attenzione alla custodia del Creato e ad ascoltare il grido della terra e dei popoli. Nella Bolla d’indizione del Giubileo 2025, Papa Francesco, chiedendo alle Nazioni più benestanti di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli, richiama quanto scritto nella Laudato si’: “C’è infatti un vero debito ecologico, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi”. Ad Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord, chiediamo cosa si aspetta dall’Anno Santo 2025, iniziato da poco.
Da questo grande evento di fede nascono attese e speranze anche per l’ambiente?
Il Giubileo è una ricorrenza a carattere spirituale, ma c’è una chiave importante biblica che lo lega all’ambiente: il riposo della terra. Nel Levitico (25,4) è prescritto che “il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra, un sabato in onore del Signore” e trascorse sette settimane di anni, cioè quarantanove anni, si celebrava il Giubileo, anno del perdono universale e della “liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti” (25,10). Un anno in cui si lascia riposare la terra, si tiene conto delle sue necessità e gli si dà modo di rigenerarsi anche perché così è in grado di essere più fertile per le successive coltivazioni. Nasce da questa sollecitazione la consuetudine contadina della rotazione dei terreni – il maggese – in modo che essi non siano sfruttati a lungo e gli si dia modo di ricaricarsi. Questa consuetudine è un saggio atteggiamento di ascolto e di attenzione da parte dell’uomo nei confronti della terra, in antitesi all’atteggiamento predatorio che spesso diventa sfruttamento eccessivo delle risorse che essa ci mette a disposizione.
Il Giubileo diventa così occasione propizia per sensibilizzare i credenti e tutti gli uomini di buona volontà a vivere in sintonia con il Creato: il rigenerarsi dell’uomo diventi anche il rigenerarsi della terra!
In un messaggio alla Cop29, Francesco ha chiesto ai Paesi ricchi di “condonare i debiti dei Paesi che non saranno mai in grado di ripagarli”, ricordando che tra Nord e Sud del mondo c’è un vero e proprio “debito ecologico” connesso a “squilibri commerciali con effetti sull’ambiente” e all’“uso sproporzionato delle risorse naturali”. Ha rinnovato così l’appello lanciato nella bolla del Giubileo “Spes non confundit”, questa volta accompagnato dal duplice invito a porre in essere “una nuova architettura finanziaria internazionale” e a dimostrare che “esiste una comunità internazionale” pronta a “porre al centro il bene dell’umanità e la nostra casa comune”. Rispetto a queste richieste del Papa cosa possiamo aspettarci?
Già in occasione del Grande Giubileo dell’Anno 2000 furono messe in cantiere varie iniziative per la remissione del debito dei Paesi poveri e, in alcuni casi, si ottennero risultati concreti. Si propose allora ai Paesi creditori di condonare i debiti chiedendo ai debitori di operare uno “swap” ossia uno scambio con l’impegno di impiegare il denaro condonato in operazioni e progetti trasparenti in favore dei bisogni reali della popolazione. Credo che questo modello rappresenti una “conversione” molto in sintonia con lo spirito giubilare. Quanto al debito ecologico, che mediante il Fondo “Loss and Damage” prevede un risarcimento per i Paesi più fragili e vulnerabili che subiscono gli effetti devastanti indotti dai cambiamenti climatici ma che non hanno contribuito a produrli, si faceva molto affidamento sui risultati della recente Cop29 di Baku che, invece, è stata molto deludente, con pochi risultati davvero significativi. L’accordo raggiunto, infatti, prevede lo stanziamento di 300 miliardi di dollari l’anno fino al 2035, poco rispetto a quanto era stato richiesto (quasi 1.300 miliardi di dollari, sulla base di un’accurata indagine condotta da esperti negoziatori climatici, scienziati e diplomatici indipendenti), mentre i Paesi occidentali continuano a prosperare e a sostenere la propria opulenza mediante i combustibili fossili, che esprimono ancora una notevole egemonia sui processi economici e produttivi. Ne consegue che la decarbonizzazione in corso sta procedendo troppo lentamente rispetto alle esigenze e la “nuova architettura finanziaria internazionale” evocata da Papa Francesco, se compiuta, potrebbe davvero compensare o ridurre gli squilibri tra Nord e Sud del mondo. Si tratta anche qui di una conversione che produca una visione nuova sul mondo e sull’uso delle risorse naturali mettendo al centro il benessere delle persone e del pianeta. Non c’è altra via poiché tutto si lega.
Il Giubileo porterà a Roma milioni di turisti: cosa possiamo auspicare affinché questo grande afflusso non porti problemi all’ambiente? Penso, ad esempio, all’aumento dei rifiuti urbani.
Su impulso del presidente della Fabbrica di San Pietro e arciprete della basilica di San Pietro, card. Mauro Gambetti, il Giubileo 2025 potrebbe essere ricordato come il primo Giubileo sostenibile della Storia per le azioni che sono state pensate da uno specifico Comitato di studiosi e che saranno realizzate nel corso del 2025, con proposte – destinate a tutti i pellegrini – che valorizzeranno i paradigmi dell’economia circolare, delle energie rinnovabili e dell’agricoltura rigenerativa, per un’esperienza attiva e innovativa di ecologia integrale. Ci auguriamo, pertanto, che lo sforzo profuso sortisca effetti tangibili e misurabili, saldando la dimensione spirituale con quella sociale e ambientale.
Quale potrebbe essere l’impegno per il Giubileo 2025 dei giornalisti cattolici che si occupano di ambiente?
Anzitutto far risaltare quanto di positivo viene messo in campo:
il valore dell’accoglienza, dell’incontro, dell’ascolto, della condivisione, delle buone pratiche.
Poi direi sensibilizzare quanti si metteranno in cammino per vivere il proprio Giubileo a sentirsi viandanti per rigenerare sé stessi mediante un percorso di conversione spirituale, che si concretizzi nel mettersi in ascolto della terra per capirne le necessità e le sofferenze, nel vivere i luoghi visitati in modo non frettoloso e invasivo, nel mettersi in sintonia con quanti si condivide il cammino. Ricordare che occorre vivere la vita come un percorso che ha al suo interno discesa, salita, pianura, terreno favorevole, terreno accidentato, pioggia, sole, freddo, caldo. Ovvero saper leggere la propria vita come un itinerario che vive di fasi che vanno sperimentate nella consapevolezza che anche dietro le nubi c’è il sole, poiché chi è capace di vivere come un viandante sa che il passaggio sulla terra dev’essere lieve e in sintonia profonda con i luoghi e le persone che attraversa e incrocia.
Come Greenaccord organizzerete eventi o iniziative durante il Giubileo?
Tutte le iniziative di Greenaccord del 2025 terranno conto della ricorrenza giubilare nella scelta dei temi da approfondire. A marzo terremo il 19° Forum dell’informazione cattolica per la custodia del Creato e in autunno l’appuntamento internazionale. Sono poi previsti vari incontri formativi mirati alla conversione ecologica con l’auspicio che i giornalisti si riscoprano persone alla ricerca, “viandanti e non sedentari”.
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