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«È una corsa contro il tempo come da italica tradizione, ma i Giochi del Mediterraneo segneranno una nuova era per Taranto e per tutto il contesto della Puglia, dove c’è carenza di impianti. I Giochi avranno una ricaduta fondamentale sul territorio». Con queste parole il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha concluso la sua giornata tarantina. Dapprima il sopralluogo allo stadio Iacovone, poi a Martina Franca e a Francavilla Fontana, dove ha visitato i cantieri degli altri impianti, quindi il ritorno a Taranto, al Castello Aragonese, che la Marina Militare – come ha riferito lo stesso presidente – ha reso disponibile come sede di Casa Italia in occasione dei Giochi.
Malagò ha voluto che a Taranto si tenesse la giunta del Coni, la numero 1.158, proprio per testimoniare in modo plastico l’attenzione del Comitato Olimpico verso questa attesissima manifestazione che «richiede un impegno simile a quello richiesto per le olimpiadi di Milano-Cortina». Ai lavori sono intervenuti, oltre alla schiera delle autorità, anche i tre atleti olimpici Antonella Palmisano, Giuseppe Vicino e Mauro De Filippis.
Malagò, che ha tenuto a ringraziare il governo e il lavoro svolto dall’ex ministro Raffaele Fitto e dal ministro Andrea Abodi (annunciata la sua imminente visita a Taranto), ha voluto sottolineare l’accelerata impressa dal commissario Massimo Ferrarese insediatosi giusto in tempo per evitare che Taranto perdesse questa ghiotta opportunità. «Tutto sta andando verso il meglio – ha detto Malagò – ma non bisogna perdere un minuto di più. La situazione è comunque chiara e sotto controllo».
«Oggi – ha detto proprio Ferrarese, che è anche presidente del Comitato Organizzatore – posso dormire sonni più tranquilli, ma i ritardi di quattro anni non si possono recuperare in un anno. In ogni caso, tutti i lavori più importanti sono stati avviati».
Certo, non è una comoda passeggiata in discesa. I problemi non mancano, a cominciare dagli intoppi emersi per il centro sportivo di viale Magna Grecia/via Alto Adige. Ma lentezze si riegistrano anche per gli interventi previsti in altri comuni.
Davide Tizzano, presidente del Comitato Internazionale, è stato molto esplicito: «I comuni dove stiamo registrando ritardi sono Mottola, Massafra, Castellaneta e Taranto». Si tratta di ritardi procedurali. Tizzano ha detto di essere pronto a mettere a disposizione i propri consulenti. Uno su tutti: il commissario delle Universiadi di Napoli 2019. Ferrarese è stato chiaro: «Nulla contro nessuno, ma non possiamo permetterci altri ritardi, per cui sono costretto a intervenire sostituendomi ai comuni con i poteri commissariali».
Per quanto riguarda Taranto, Ferrarese in queste ore incontrerà il sindaco Rinaldo Melucci per fare il punto della situazione e tentare di «trovare una sintesi».
«Il nostro obiettivo – ha rimarcato il commissario – è accendere un faro importante su Taranto che, a volte immeritatamente, in questi anni è stata segnata da una immagine molto negativa. Con questi Giochi vogliamo che si parli di Taranto in modo diverso da come lo si è fatto in questi anni». Intralci, quindi, non sono ammessi: «Taranto è l’unica città che costruirà uno stadio con i soldi messi a disposizone dal governo. Questo è un treno che non passerà più».
La questione dell’ospitalità: «Abbiamo deliberato che saranno due navi da crociera (soluzione già adottata per le Universiadi di Napoli, ndr) ad ospitare i 4.500 atleti. L’alternativa era quella di costruire un villaggio, ma ci volevano soldi e tempo che non abbiamo». A rafforzare la bontà della scelta è stato Tizzano: «Il Comitato Internazionale impone che gli atleti debbano stare insieme, debbano vivere Taranto e non essere sparsi negli alberghi magari anche lontani dai campi di gara e di allenamento». Una beffa per gli albergatori tarantini? «No, perché le navi ospiteranno solo gli atleti». Quindi per tutto il seguito ci sarà lavoro per alimentare l’economia dell’ospitalità.
Ma i Giochi del 2026 impongono anche di affrontare un’altra questione cruciale: quella della gestione di impianti sportivi così importanti quando la manifestazione sarà conclusa. «Il modello che auspichiamo – ha spiegato Malagò – è quello del coinvolgimento dei comitati regionali delle federazioni del Coni, ma non mi permetto assolutamente di condizionare le scelte delle amministrazioni comunali proprietarie degli impianti».
Capitolo risorse: «Oltre ai 25 milioni per gli aspetti organizzativi, ne servono altri 20. Siamo al lavoro per la ricerca di sponsor», ha chiarito Ferrarese.
In mattinata Malagò era stato allo “Iacovone” insieme a Ferrarese e al sindaco Melucci. Poi trasferta a Martina Franca, dove con il sindaco Gianfranco Palmisano e l’assessore ai lavori pubblici Nunzia Convertini, ha visitato il cantiere dello stadio del Pergolo e il PalaWojtyla. Il presidente del Coni ha manifestato apprezzamento per il rispetto del cronoprogramma. A Francavilla, infine, sopralluogo alla Nuovarredo Arena, lo stadio che ospiterà alcune delle gare in calendario.
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