Menzogne, corruzione e ipocrisia in “Volpone” di B. Jonson

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La morte qualche anno fa del rimpianto, dinamico, brillante e burbero capocomico Antonio Salines direttore artistico del Teatro Belli, vicino Santa Maria in Trastevere di cui fu parroco S.E. Mons. Vincenzo Paglia responsabile del Dicastero Vaticano per la famiglia non solo ha lasciato nel dolore e nella sofferenza la sua compagna di vita e palcoscenico Francesca Bianco, ma l’ha costretta a rivedere la programmazione dello spazio culturale lasciatole in eredità per le ridotte dimensioni del palcoscenico che non consentono spettacoli di grandi proporzioni e numerosi attori. Ecco perché vi si svolge ogni anno il “Trend” della drammaturgia inglese e poi in questo periodo invernale fino a Pasqua quello sguardo sulla contemporanea produzione nostrana. Unico “factotum”di tutto è il vulcanico regista, figlio d’Arte dell’indimenticabile affabile, signorile ed istrionico maestro della scena pure lui Roberto, che gli ha trasmesso la passione per la riduzione gli adattamenti di opere importanti ed ecco allora che il simpatico ed umanissimo Carlo dalle buone maniere tipiche del “Galateo”di Mons. Della Casa da qualche tempo a questa parte come il servo fantasioso e protagonista , consigliere del suo padroncino che non è più qui. cura l’unione di una profonda etica didascalica alla divertente e sarcastica denuncia sociale dei mali dell’epoca, come avrebbe fatto anche il cavalier Carlo Goldoni all’inizio del Settecento. Perciò , dopo tre anni con il “Falstaff” al Vittoria ed all’Arcobaleno di via F. Redi, la compagnia del teatro guidata dalla stessa Bianco con il supporto della collaudata esperienza magistrale del sardonico Edoardo Siravo che ha preso il posto nostalgico del bravo Antonio, come Gianfelice Imparato quello di Luca De Filippo accanto alla dolce Carolina Rosi vedova del fu Luca De Filippo,torna in palcoscenico al più spazioso Arcobaleno con 14 elementi impegnati in una commedia psicologicamente ludica e di realistica censura civile dei modi illeciti e viziosi della collettività facoltosa del Barocco e Manierismo mondano dell’apparenza snob e licenzioso, che proveniva dagli Zanni e Colombine del “carro di Tespi “itinerante del’500 con la “Commedia dell’Arte.Il lavoro “Volpone” di Ben Jonson mette al centro i difetti e le cattive abitudini per ridicolizzarle e provocarne la salutare emendazione da raggiri, cupidigie ed umorali, implacabili, beffe ai danni dei più deboli, con una sarabanda di gag, colpi di scena ed improvvisi siparietti da parte di 14 attori che causano un’ilarità di risate. La pianificazione dissacratoria dell’opera originale s’è ispirata alla libera strutturazione dell’americano Larry Gelbart nel 1976, in cui la vicenda viene spostata nel fordismo e diventa un anglo americano vaudeville con battute fulminanti e situazioni salaci,trasgressive,come il servo fedele ai voleri del padroncino contro la fiscalità dei vecchi mercanti non è più Arlecchino o Pulcinella, bensì una donna quale descrive Goldoni in “Donne de casa soa”e nemmeno l’intrigante Sganarello di Molière ovvero J:Baptiste Poquelin .La coprotagonista è Mosca, una straordinaria forza della Natura e superba ingannatrice e truffatrice come Mosca, confermando che le donne ne sanno una più degli uomini e li fanno fessi. Interprete mirabile è la fantesca di una compiacente mondab Volpone ovvero Francesca Bianco, mentre la mente degli sberleffi e truffe è Volpone in una commedia esilarante paragonabile a “Cena delle beffe” di Sem Benelli. Volpone si prende giulivo gioco, con l’aiuto della sua fedele domestica Mosca della credulità della sua città, sostenendo che sta per morire e desiderando osservare chi sa compiere atti estremi per lui. Tre personaggi accettano la sfida come in “RE Lear” Cordelia lotta contro le sorelle avide del regno albionico e vinte nellsa battaglia di Hastings del 1213.Tonino Tosto , impersonando il ricco Corbaccio gli offre tutto il suo denaro per comprarne i favori con la corruzione mentre Fabrizio Bordigon nei panni di Corvino lo seduce sessualmente con i piaceri della moglie Immacolata,resa come una compiacente mondana da Gabriella Casali. Il solerte ed imberbe, inetto, capitano di Polizia,Germano Rubbi calandosi in Bonario Corbaccio denuncia tutto l’intreccio finanziario burlesco alla magistratura e tutto il secondo tempo è dedicato al processo e come salvare per la sperata ricompensa Volpone. A costoro s’aggiunge Allegra popolana e ruffiana con l’incarico prezzolato di mentire per scongiurare il carcere per Volpone accusato di stupro e concussione. Francesca Buttarazzi sostiene bene con cipiglio disinvolto e scanzonato il ruolo di Allegra, che brama tirar fuori dagli impacci Volpone per sposarlo e prenderne la pingue finanza. A dirigere l’orchestra degli impostori è proprio Mosca devota al suo padrone,assolto dal giudice Susy Sergiacomo per mancanza di prove. Chi lo deruberà subdolamente come ricompensa del piano strategico. Non ve lo sveliamo, così se siete interessati andrete a leggerlo sul libro, in quanto le rappresentazioni sono finite domenica scorsa e questa settimana vi sarà l’opera buffa partenopea “O curnuto immaginario “ di Franco Cutolo. Volpone s’allontana dalla città come Mefistofele o mister Hyde, una perduta anima discesa perpetuamente nella Geenna infernale con malvagio e spudorato spirito maligno,mentre l’esuberante Mosca è il machiavellico sanguisuga, parassita inglese, che pugnala artificiosamente alle spalle il maestro e datore di lavoro Volpone,organizzatore della ragnatela che in conclusione strangola anche lui. Le musiche dell’intrecciata matassa parodistica sono di Francesco Verdinelli, figlio della Bianco.

Giancarlo Lungarini

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