L’analisi di Adriano Nelli, executive vice president e responsabile per l’Italia e di Nicola Mai, economista e analista del Credito Sovrano in occasione dell’evento organizzato dalla società per presentare l’outlook di quest’anno.
L’incertezza è ormai diventata, nei mercati finanziari, una certezza. Sulla scorta di questo assunto partono le considerazioni relative all’outlook di quest’anno presentato da PIMCO.
Sembra praticamente scontato iniziare parlando delle politiche di Donald Trump, insediatosi allo Studio Ovale, lo scorso 20 gennaio. “Le proposte protezioniste della nuova amministrazione possono trasformare i rapporti commerciali e modificare le dinamiche economiche a livello internazionale. Non si sa ancora quali saranno le politiche che verranno effettivamente attuate e le relative implicazioni, ed è ampio il range di potenziali esiti”, spiega subito Nicola Mai, economista e analista del Credito Sovrano di PIMCO, in occasione di un incontro a Milano con la stampa specializzata.
Quindi, Trump riporta in auge un concetto mai svanito in questi anni, quello della volatilità. In maniera particolare in quattro ambiti: politica commerciale, immigrazione, fiscalità e deregolamentazione.
“Sono aumentati sia il rischio di inflazione negli Stati Uniti che il rischio di recessione in molte altre economie. Nel nostro scenario di base prevediamo aumenti dei dazi nei confronti della Cina e di altri partner commerciali ma a livello gestibile dal punto di vista economico. Tuttavia, misure più estreme volte a correggere gli squilibri della bilancia commerciale americana che si protraggono da lungo tempo potrebbero creare tensioni per l’economia globale e i mercati finanziari”, dice l’esperto.
Inoltre, Mai, in attesa delle due riunione di politica commerciale di Fed e BCE la prossima settimana, prosegue spiegando che: “nei mercati sviluppati, ci aspettiamo che l’inflazione prosegua il suo percorso di convergenza verso il target consentendo alle banche centrali di continuare ad abbassare i tassi ufficiali. Tuttavia, aggiustamenti del livello dei prezzi derivanti da aumenti dei dazi potrebbero ritardare ulteriori progressi su questo versante, soprattutto negli Stati Uniti”.
Previsioni d’invstimento, occhi puntati sull’obbligazionario
Mai continua la sua analisi passando in rassegna le opportunità per gli investitori guardando alle singole asset class. “Sebbene il range di esiti possibili si sia ampliato in entrambe le direzioni, vale a dire con potenziale di sviluppi sia più favorevoli che più penalizzanti, gli attivi rischiosi americani riflettono in misura crescente scenari ottimistici. Sostenuti da aspettative di riduzione delle imposte e di allentamento della regolamentazione, i listini azionari americani hanno raggiunto nuove vette mentre gli spread creditizi sono prossimi ai minimi storici”, ammette.
Senza mezzi termini, secondo l’esperto di PIMCO, in questa fase, l’obbligazionario è posizionato meglio. “Le obbligazioni sono destinate a svolgere un ruolo cruciale nei portafogli nel 2025. Riteniamo che i rendimenti obbligazionari siano appetibili in un momento in cui le valutazioni azionarie e gli spread creditizi non lo sono, il che offre un favorevole punto di partenza per l’obbligazionario di alta qualità”, dice. A detta di Mai, a differenza del monetario, l’obbligazionario è destinato a beneficiare dell’apprezzamento dei prezzi dei titoli con la discesa dei tassi ufficiali, “il che ne rafforza il ruolo di componente di diversificazione e di stabilizzazione rispetto all’azionario nei portafogli”, spiega.
Su questo punto concorda anche Adriano Nelli, Executive vice president e responsabile per l’Italia di PIMCO. “Crediamo che i rendimenti delle obbligazioni siano sempre più attrattivi a fronte delle valutazioni dell’azionario e degli spread del credito. Nell’obbligazionario i rendimenti di partenza sono altamente correlati ai rendimenti a cinque anni e per l’obbligazionario di alta qualità si attestavano al 5,10% per il Bloomberg US Aggregate Index e al 4,91% per il Global Aggregate Index (con copertura, in dollari) al 10 gennaio 2025”, dice. “Mentre per l’azionario la possibilità di protratti guadagni richiederebbe valutazioni sostenute ben al di sopra della norma di lungo periodo, per l’obbligazionario è semplicemente sufficiente che si confermino i trend storici per generare rendimenti interessanti in linea con quelli di partenza”, prosegue.
Infine, secondo Mai, il relative value può essere assunto come guida. “I deficit elevati degli Stati Uniti e i percorsi divergenti di crescita economica a livello mondiale rafforzano ulteriormente l’attrattiva di opportunità di diversificazione a livello globale. Puntare su fonti strutturali innovative di rendimento può inoltre evitare di fare eccessivo affidamento su scommesse direzionali in merito alla crescita economica o ai tassi d’interesse”, commenta. E, in questo contesto, PIMCO prevede promettenti opportunità per l’obbligazionario americano e di altri mercati sviluppati, soprattutto Regno Unito e Australia, nonché di mercati emergenti selezionati. “Privilegiamo inoltre gli MBS agency e investimenti asset-based rispetto ad altri settori del credito sui mercati sia quotati che privati”, chiosa Mai.
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