Sta per aprirsi la campagna per la dichiarazione dei redditi 2025, il principale obbligo fiscale che accomuna la maggior parte dei contribuenti. Vediamo, per quest’anno, quali sono le istruzioni per la compilazione, le scadenze di presentazione e le novità previste.
Dal 2024 è stata ampliata la platea di chi può accedere al modello 730 e nel 2025 continua questa piccola rivoluzione. Continua l’uso della dichiarazione precompilata. Tra le novità vi è l’indicazione nel modello 730/2025 del CIN (Codice Identificativo Nazionale) per le locazioni brevi che deve essere esposto anche in dichiarazione dei redditi. Sempre in dichiarazione si esercita l’opzione per la cedolare secca al 21% su un unico immobile adibito a locazione breve.
Con la dichiarazione dei redditi 2025, ai fini della determinazione dell’Irpef, devono essere dichiarati i redditi prodotti nel 2024. Di conseguenza, le deduzioni e detrazioni a cui si ha diritto devono fare riferimento alle spese sostenute in tale anno di imposta (2024).
Anche quest’anno deve essere presentata entro il 30 settembre con il modello 730 e 31 ottobre con il modello Redditi Persone Fisiche. Le società utilizzano invece il modello Ires.
Ecco tutte le novità della dichiarazione dei redditi 2025.
Cos’è la dichiarazione dei redditi 2025
La dichiarazione dei redditi è l’adempimento formale necessario per comunicare al Fisco i redditi prodotti in un determinato anno di imposta e l’importo Irpef dovuto. Nella dichiarazione dei redditi 2025 si comunicano i redditi prodotti nell’anno 2024.
L’Irpef è l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Si tratta di una «tassa» da versare con autoliquidazione. Questo implica che i contribuenti, ogni anno, devono dichiarare autonomamente (anche con l’aiuto di professionisti, come CAF e commercialisti) i redditi prodotti e liquidare l’imposta applicando deduzioni, detrazioni, altre agevolazioni e le aliquote vigenti (comprensive di addizionali) nel periodo di imposta a cui si riferisce il reddito.
L’Irpef è generalmente dovuta per anni solari e a ciascun anno solare corrisponde un’autonoma obbligazione tributaria. Vi sono però dei casi in cui è possibile riportare agli anni successivi debiti o crediti di imposta eccedenti l’imposta netta.
Per dichiarare il reddito ai fini Irpef possono essere utilizzati esclusivamente i modelli messi a disposizione ogni anno dall’Agenzia delle Entrate, anche detti “modelli conformi”.
Dalla dichiarazione dei redditi, anche nel 2025, ne può derivare:
- un debito d’imposta (debito), ovvero tasse dovute ma non versate nell’anno 2024. Dalla dichiarazione dei redditi, infatti, deriva l’iscrizione a ruolo a titolo definitivo delle somme dovute dal contribuente;
- un saldo a credito a favore del contribuente, che può ottenere il rimborso delle somme o utilizzarle in compensazione. Ciò accade quando il contribuente ha pagato nel corso del 2024 più tasse di quanto dovuto o in caso in cui con detrazioni o deduzioni si abbassi o si annulli l’imposta dovuta per l’anno;
- un’attività di controllo formale e accertamento sostanziale da parte dell’Amministrazione, ad esempio nel caso in cui dovessero esservi errori di calcolo oppure incongruenze.
Chi deve presentare la dichiarazione dei redditi 2025?
L’articolo 3 del Tuir stabilisce che presentano la dichiarazione dei redditi in Italia:
- soggetti fiscalmente residenti in Italia per i redditi ovunque percepiti (almeno 183 giorni l’anno, 184 in quelli bisestili);
- soggetti fiscalmente residenti all’estero per i redditi percepiti in Italia.
Sono sempre tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi i soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili. La dichiarazione dei redditi è, inoltre, dovuta se sono stati percepiti esclusivamente redditi che derivano dalla locazione di fabbricati per i quali si è optato per la cedolare secca.
I coniugi possono presentare la dichiarazione dei redditi in forma congiunta.
Vi sono inoltre dei casi particolari da tenere in considerazione. Nel caso in cui il datore di lavoro del dipendente che abbia percepito esclusivamente tale fonte di reddito, abbia riconosciuto deduzioni dal reddito e/o detrazioni d’imposta non spettanti in tutto o in parte, vi è l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi.
Si ha l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi anche nel caso in cui il datore di lavoro non abbia applicato le ritenute per le addizionali regionali e comunali. In questo caso l’obbligo viene meno se l’importo da versare è inferiore a 12 euro.
Sono sempre tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi i collaboratori domestici poichè nel loro caso, anche in presenza del solo lavoro dipendente, il datore di lavoro è una persona fisica che non funge da sostituto di imposta. In questo caso, infatti, non sono applicate le ritenute Irpef in busta paga (ma non vengono riconosciute neanche le detrazioni da lavoro dipendente e l’eventuale ex bonus Renzi spettante). Le tasse, quindi, i collaboratori domestici le pagano esclusivamente in sede di dichiarazione dei redditi.
Si ricorda, inoltre, che l’articolo 11, comma 2-bis, del DPR n 917/86 prevede che l’Irpef non è dovuta se alla formazione del reddito complessivo concorrono soltanto redditi fondiari (terreni e/o fabbricati) per un importo non superiore a 500 euro. Ciò implica che se ho un contratto di lavoro dipendente con un unico datore di lavoro nell’arco dell’anno, questi mi applica le ritenute, deduzioni e detrazioni in modo corretto, applica addizionali comunali e regionali e cumulo redditi fondiari inferiori a 500 euro, non sono obbligato alla presentazione della dichiarazione, sebbene le fonti di reddito siano più di una.
Nel verificare il limite dei 500 euro non devono essere tenuti in considerazione i redditi fondiari degli immobili per i quali è dovuta solo l’IMU (circolare AdE 5 del 2013).
Chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi 2025?
Non tutti i contribuenti sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Sono esclusi dall’obbligo i soggetti che hanno maturato:
- solo reddito di lavoro dipendente o di pensione corrisposto da un unico sostituto d’imposta obbligato a effettuare le ritenute d’acconto (in questo caso le imposte sono state versate dal datore di lavoro e non vi sono ulteriori redditi da dichiarare, ad esempio reddito fondiario). Può essere utile presentare la dichiarazione per far valere deduzioni e detrazioni che non abbia fatto valere il datore di lavoro, in tal caso si può ottenere un eventuale rimborso;
- solo redditi di lavoro dipendente corrisposti da più soggetti, ma solo se è stato chiesto all’ultimo datore di lavoro di tenere conto dei redditi erogati durante i rapporti precedenti e quest’ultimo ha effettuato conseguentemente il conguaglio. In questo caso l’esonero dall’obbligo comunque è vigente nel caso in cui le imposte da versare non superino i 12 euro;
- sono esonerati dall’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi coloro che hanno maturato un «reddito Irpef» complessivo, al netto dell’abitazione principale e relative pertinenze, non superiore alla No tax area;
- solo reddito dei fabbricati, derivante esclusivamente dal possesso dell’abitazione principale e di sue eventuali pertinenze (box, cantina, ecc.);
- solo redditi esenti, ad esempio pensioni di guerra e alcune rendite Inail. Rientrano in questa categoria anche i compensi derivanti da attività sportive dilettantistiche i cui importi non superino la No Tax Area;
- solo redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta;
- solo redditi soggetti ad imposta sostitutiva (interessi su Btp).
I redditi da indicare nel 2025
Nella dichiarazione dei redditi 2025 devono essere indicati redditi:
- fondiari (terreni e fabbricati);
- di capitale, definiti nella lettera a), comma 1, articolo 44 del Tuir, trattasi di interessi e altri proventi derivanti da mutui, depositi e conti correnti e altre attività finanziarie percepite al di fuori dell’esercizio di attività di impresa;
- di lavoro dipendente, inclusi redditi assimilati e da pensione;
- di lavoro autonomo;
- di impresa;
- redditi diversi, indicati nell’articolo 67 del Tuir in via residuale.
Tra le novità del 2024 che, quindi trovano spazio nella dichiarazione dei redditi 2025 vi è l’esclusione totale o parziale dei redditi dominicali e agrari dalla formazione del reddito complessivo per IAP e coltivatori diretti.
Si ricorda, inoltre, che per i lavoratori che hanno prestato lavoro all’estero, in zona di frontiera o in paesi limitrofi al territorio nazionale, il reddito da lavoro prodotto all’estero concorre alla determinazione del reddito nella parte eccedente di 10.000 euro.
Dichiarazione dei redditi 2025: mance settore turistico
La legge di bilancio per il 2023 ha previsto la tassazione sostitutiva delle mance per il settore alberghiero e turistico. Le mance costituiscono redditi di lavoro dipendente e sono soggette a un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 5% (salvo rinuncia da parte del lavoratore), entro il limite del 25% del reddito percepito nell’anno (massimo 50 mila euro) per le relative prestazioni di lavoro.
Se l’imposta è versata dal sostituto di imposta (datore di lavoro), la stessa risulta dalla Certificazione Unica, in caso contrario è il lavoratore dipendente a doverla dichiarare esercitando l’opzione per la tassazione sostitutiva in luogo dell’ordinaria.
Dal 1° gennaio 2025 entrano in vigore le nuove soglie per la tassazione delle mance, ma tale innovazione non riguarda i redditi percepiti nel 2024.
I nuovi modelli per la dichiarazione dei redditi 2025 sono, inoltre, predisposti per consentire di inserire le novità inerenti le modifiche fiscali alla disciplina del lavoro sportivo dilettantistico entrate a pieno regime.
Novità anche per la detassazione dei fringe benefit fino a 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Detrazioni e deduzioni in dichiarazione dei redditi 2024
Abbiamo visto quali sono i redditi da inserire nella dichiarazione dei redditi, questi vanno a determinare la base imponibile a cui applicare l’aliquota Irpef. Vi sono però delle spese che vanno a influire sulla determinazione dell’imposta dovuta. Si tratta delle spese deducibili che devono essere sottratte dalla base imponibile, o meglio dall’ammontare totale dei redditi.
Le spese detraibili, invece devono essere sottratte dopo aver calcolato la base imponibile e la relativa imposta e quindi incidono direttamente sull’Irpef dovuta.
Le detrazioni spettanti sono numerose, ad esempio i bonus edilizi, contributi previdenziali, spese sanitarie, funebri, veterinarie, interessi passivi per il mutuo, erogazioni liberali in denaro a favore di Onlus, Aps e Ets.
Tranne in alcuni limitati casi (spese sanitarie sostenute attraverso il Servizio Sanitario Nazionale) l’articolo 1, commi 679 e 680 delle Legge 160/2019 prevede che le detrazioni spettino esclusivamente a condizione che i pagamenti siano stati sostenuti con strumenti tracciabili previsti dall’articolo 23 del D.Lgs 241 del 1997.
Infine, per il solo periodo di imposta 2024 le detrazioni da lavoro dipendente passano da 1.880 euro a 1.955 euro.
Franchigia detrazioni nella dichiarazione dei redditi 2025
Entra in vigore nel 2024 e quindi deve essere tenuta in considerazione nella dichiarazione dei redditi 2025, la franchigia di 260 euro per le detrazioni nel caso in cui i redditi percepiti siano superiori a 50.000 euro.
La novità valida solo per l’anno di imposta 2024 è stata introdotta con l’articolo 2 del Decreto 30 dicembre 2023, n. 216.
La franchigia si applica per:
- gli oneri la cui detraibilità è fissata nella misura del 19% , fatta eccezione per le spese sanitarie di cui all’articolo 15, comma 1, lettera c) del predetto testo unico;
- le erogazioni liberali in favore dei partiti politici di cui all’articolo 11 del decreto-legge 28 dicembre 2013, n. 149, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 13;
- i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi di cui all’articolo 119, comma 4, quinto periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.
Appare evidente che la franchigia di 260 euro non trovi applicazione nel caso delle detrazioni per gli interventi in edilizia.
Come si presenta la dichiarazione dei redditi 2025
Le persone fisiche per la presentazione della dichiarazione dei redditi possono usare il modello Redditi PF (uso ormai residuale) oppure il modello 730.
I termini di scadenza entro i quali presentare la dichiarazione redditi 2025 sono il 30 settembre 2025 per il modello 730/2025. Nei casi residui di utilizzo del Modello Redditi Persone Fisiche, per effetto del decreto legislativo 108 del 2024, è il 31 ottobre.
Per la corretta compilazione, chi utilizza il modello Redditi PF può utilizzare il software RedditiOnLine Pf, che consente la compilazione del modello, la creazione del file da inviare telematicamente tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate e la generazione del modello di pagamento F24.
Per i soggetti diversi dalle persone fisiche sono invece disponibili:
- modello Redditi SP per le società di persone;
- modello Redditi SC per le società di capitali;
- modello Redditi ENC per gli enti non commerciali.
Per chi presenta il modello 730, inoltre, va ricordato che occorre sempre completare il Quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche nel caso in cui debbano essere applicate le norme sul monitoraggio fiscale.
In base all’articolo 4 del D.L. numero 167/90 si applica per attività finanziarie detenute all’estero, tra cui rientra anche la tenuta di un conto corrente, ad esempio per percepire lo stipendio dall’estero.
Il conto corrente deve essere segnalato nel Quadro RW al superamento di due soglie:
- Consistenza media annua del conto corrente superiore a 5.000 euro;
- Soglia di saldo giornaliero pari o superiore a 15.000 euro (anche solo per un giorno nell’anno).
Il 730/2025 precompilato online per la dichiarazione dei redditi «semplificata»
Tra le varie possibilità messe a disposizione del contribuente vi è anche la dichiarazione dei redditi online semplificata: si può accedere online alla dichiarazione precompilata.
Il modello 730 semplificato è stato introdotto in via sperimentale nel 2024, nelle istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate sulle bozze del modello 730/2025 viene confermata tale possibilità (pag. 2). Si deve quindi ritenere, tranne smentite, che la sperimentazione sia andata a buon fine e che quindi anche quest’anno sia confermata tale opzione.
Ricordiamo che il modello 730 precompilato sarà disponibile dal 30 aprile.
L’articolo 1 del decreto Semplificazioni fiscali integra l’articolo 1 del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, in materia di dichiarazione dei redditi precompilata per i dipendenti e i pensionati.
Entrando nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate il contribuente può confermare o modificare tali dati e tali modifiche sono automaticamente riportate nella dichiarazione dei redditi. In poche parole il contribuente potrà fare a meno del cartaceo.
Il contribuente non deve inserire i dati all’interno dei campi, ma può modificarli, o confermarli, direttamente all’interno della schermata che rende disponibili le singole voci.
Naturalmente anche in caso di dichiarazione semplificata precompilata saranno effettuati i controlli automatici previsti.
Il modello di dichiarazione semplificato è messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate utilizzando i dati che affluiscono nella propria banca dati, ad esempio quelli derivanti dalla Certificazione Unica del datore di lavoro/sostituto di imposta, i dati trasmessi attraverso il sistema sanitario e le spese deducibili e detraibili effettuate con strumenti di pagamento tracciabili.
Tra le spese già indicate nel modello precompilato della dichiarazione dei redditi vi sono spese funebri, spese universitarie, contributi previdenziali, spese per interventi edilizi che possono essere portate in detrazione e tutte le spese sostenute con pagamenti tracciabili che possono dare vita ad agevolazioni tributarie.
Il contribuente può accedere al modello 730 precompilato e inviarlo senza modifiche, può modificare i dati, ad esempio inserendo ulteriori spese, oppure può presentare autonomamente la dichiarazione dei redditi.
Si può accedere al modello 730/2024 precompilato semplificato attraverso l’area personale presente su sito dell’Agenzia delle Entrate con credenziali dell’identità digitale:
Si ricorda che il modello precompilato 730 inoltrato senza apportare modifiche non è sottoposto a controlli.
Modello Redditi persone fisiche 2025 precompilato
Tra le novità importanti introdotte un anno fa e che trovano conferma del 2025 vi è l’estensione del modello 730 a tutti coloro che non hanno partita Iva, che dichiarano redditi di natura finanziaria o investimenti all’estero e che in passato dovevano utilizzare il modello Redditi Persone Fisiche. Secondo le stime si tratta di circa 5 milioni di contribuenti (59% dei contribuenti che finora hanno presentato il modello Redditi).
Potranno utilizzare il modello 730/2025 tutti coloro che hanno un sostituto d’imposta, che effettua rimborsi o conguagli.
Questa però non è l’unica novità: chi ha una partita Iva (anche se nel regime forfettario) come autonomo, imprenditore o professionista dovrà continuare a utilizzare il modello Redditi Persone Fisiche, ma potrà avvalersi della dichiarazione pre-compilata.
Si tratta di una misura sperimentale, saranno riconosciuti ai contribuenti che inviano il modello precompilato senza modifiche, gli stessi vantaggi previsti per chi utilizza il 730/2025, cioè assenza di controlli formali sui dati in dichiarazione in quanto si tratta di informazioni già detenute e verificate dall’Agenzia delle Entrate.
Scadenza della dichiarazione dei redditi 2025
Dal 2024 è cambiato il calendario delle scadenze fiscali, non solo per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi 2024, ma anche per tutti gli adempimenti preliminari. La riforma inizialmente prevedeva che tutti i modelli ( 730, Irap, modello redditi persone fisiche) dovessero essere presentati entro il 30 settembre. Nel corso dell’anno vi sono però state diverse modifiche.
Nella bozza delle istruzioni per la compilazione del modello 730/2025 si sottolinea che a partire dal 30 aprile 2025 sarà possibile accedere alla propria dichiarazione precompilata. In realtà le norme prevedevano che dal 2025 il modello fosse disponibile anticipatamente. Vedremo nelle prossime settimane se sarà confermata la data del 30 aprile. Considerando però la pubblicazione in ritardo della bozza e manca ancora la versione definitiva, è probabile che sia confermata la data del 30 aprile.
Aliquote Irpef per la dichiarazione dei redditi 2025
Come abbiamo già accennato, la dichiarazione dei redditi serve avere un conguaglio dell’Irpef dovuta sul reddito complessivo del contribuente. Sul reddito totale emerso, sia che si presenti modello 730, sia che si presenti modello Redditi, si applicano, quindi, le aliquote Irpef in base allo scaglione di reddito in cui si ricade.
Dal primo gennaio 2024 cambiano le aliquote Irpef e le stesse trovano applicazione proprio a partire dalla dichiarazione dei redditi 2025. Le aliquote sono:
- 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
- 43% per i redditi che superano 50.000 euro.
Naturalmente già a partire dal mese di gennaio 2024, il datore di lavoro, o ente che eroga la pensione, che calcola in ogni busta paga (o cedolino della pensione) le ritenute e le detrazioni spettanti, ha applicato le nuove aliquote Irpef previste nella manovra 2024
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