I meme coin di Trump e la grazia a Ulbricht: due messaggi all’industria dell’High Tech

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Nell’affascinante panorama politico e tecnologico del 2025, Donald Trump continua a sorprendere e provocare con iniziative che sfidano i confini convenzionali del potere politico. Due recenti eventi hanno catturato l’attenzione della punta di diamante dell’economia americana, e cioè il settore tecnologico: il lancio del meme coin di Trump- uno per lui ed uno per la moglie Melania – e la liberazione di Ross Ulbricht, padre della Silk Road, la piattaforma commerciale del dark web. Il primo mette in luce il pericolo di conflitti d’interessi ed il secondo conferma la filosofia libertarian della nuova amministrazione.

Pochi giorni prima del giuramento presidenziale, Trump ha lanciato la sua criptovaluta $TRUMP, accompagnata poco dopo da quella di Melania. A differenza dei Bitcoin, questi token, definiti “meme coin”, non sono agganciati a nulla. Il loro valore nominale scaturisce dall’ammontare della domanda ed offerta sul mercato, nulla di più. Essenzialmente si tratta di esprimenti speculativi governati dalle regole del gioco d’azzardo. Musk è stato uno dei primi ad avventurarsi in questo settore con il lancio del celeberrimo dodge coin, un meme che rappresenta un cane.

I meme coin, dunque, nascono dal nulla e non valgono nulla. Tuttavia, la filosofia dei meme coin sui social sostiene che se i questi si riferiscono a fenomeni culturali e ideologici, come Musk o Trump, perché non dovrebbero avere un valore finanziario? Se la gente ha voglia di comprarli e di speculare perché non dovrebbe farlo?

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Il problema, comunque, va ben oltre la semplice speculazione finanziaria del pubblico dei social. Con l’avvento dei social media è diventato estremamente facile per i ricchi, famosi ed i politici, sfruttare status e influenza per legittimare nuove forme di denaro, essenzialmente per arricchirsi. Questo solleva domande fondamentali sulla trasparenza, l’etica politica e i confini sempre più sfumati tra interesse pubblico e guadagno personale, specialmente per chi ricopre cariche politiche. L’80 per cento dei meme di Trump, bisogna ricordare, è controllato dal suo entourage, ciò significa che il presidente può potenzialmente manipolarne il prezzo attraverso vendite massicce, e questo non è certamente etico. Altro problema è la possibilità che attraverso i meme coin attori stranieri corrompano il presidente o l’amministrazione.

Se il lancio dei meme ha sollevato molte critiche anche nel mondo delle cripto, la liberazione di Ross Ulbricht, condannato nel 2015 a due ergastoli senza possibilità di libertà condizionale per traffico di droga, cospirazione informatica e riciclaggio di denaro, è stata ben accolta dalla comunità libertarian e da quella cibernetica. Trump ha mantenuto la promessa elettorale fatta durante la convention del Partito Libertario lo scorso maggio, e nel secondo giorno di presidenza, ha firmato la grazia per Ulbricht.

Il caso di Ross Ulbricht è un capitolo complesso nella storia della rete, delle criptovalute e della libertà digitale. Nel 2011, Ulbricht – meglio conosciuto con lo pseudonimo “Dread Pirate Roberts” – creò Silk Road, una piattaforma che permetteva transazioni anonime utilizzando Bitcoin. Secondo i capi di accusa del processo, in soli due anni, attraverso il sito sono transitati oltre 200 milioni di dollari di attività illegali, compresi droga, servizi di hacking e documenti falsificati.

Nella cominità libertarian come anche nell’industria digitale, la storia di Ulbricht è emblematica del conflitto che esiste tra libertà tecnologica e controllo statale. Laureato in fisica e scienze dei materiali, Ulbricht credeva profondamente nell’idea originaria di Bitcoin, creare un ecosistema di pagamenti digitali libero dalla supervisione governativa. Al momento dell’arresto gli sono stati confiscati 173,991 bitcoin dal laptop, un bottino che oggi vale centinaia milioni di dollari. Una domanda da porsi è se quei soldi gli verranno mai restituiti.

La storia di Ulbricht, la sua condanna e liberazione, sollevano domande cruciali sul concetto di libertà digitale, sul ruolo della tecnologia nella società e sui limiti dell’intervento statale. Secondo il Partito Libertarian la sua liberazione simboleggia una rottura con le precedenti politiche di criminalizzazione tecnologica. E Trump sicuramente voleva che questo fosse il messaggio recepito anche dall’industria dell’High Tech.

Un epilogo, questo, che dimostra come nell’era digitale, la tecnologia continui a sfidare i confini tradizionali non solo della legge e della moralità, ma anche della politica, e come in nome della libertà individuale l’era digitale apra le porte a pericolosi conflitti d’interesse.



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