Lodi, «No al maxi inceneritore»: la protesta di un migliaio di persone, tra sindaci, cittadini e associazioni

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di
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A guidare la battaglia politica è la sindaca di Castiraga Vidardo, Emma Perfetti, insieme al primo cittadino di Sant’Angelo, Cristiano Devecchi: «Il Lodigiano non lo inceneriamo»

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«Il Lodigiano non lo inceneriamo», recitava uno degli striscioni esposti durante la manifestazione. Un migliaio di persone, tra sindaci, cittadini e rappresentanti delle associazioni, hanno sfilato sabato mattina da Castiraga Vidardo al centro di Sant’Angelo Lodigiano per dire «no» all’ampliamento dell’inceneritore di proprietà di Ecowatt (società acquisita da Itelyum). Un progetto molto discusso e che andrebbe a realizzare nel Lodigiano, precisamente a Castiraga Vidardo, un maxi impianto in grado di incenerire ogni anno 154mila tonnellate di rifiuti industriali (attualmente la capacità è di 34mila tonnellate annui). Una scelta che renderebbe l’impianto lodigiano il terzo più grande in Lombardia, dopo le strutture attive a Brescia e a Milano. 

A guidare la battaglia politica è la sindaca di Castiraga Vidardo, Emma Perfetti, insieme al primo cittadino di Sant’Angelo, Cristiano Devecchi e al presidente della Provincia di Lodi Fabrizio Santantonio. «Ho iniziato questa lotta nel 1999, quando era arrivata la prima richiesta di trasformare quella che era la caldaia di un’ex cartiera in un impianto per bruciare biomasse. Negli anni abbiamo sempre combattuto per evitare che la situazione diventasse insostenibile per i cittadini», spiega la sindaca Emma Perfetti che ha condotto il corteo per tutta la mattinata. «Il nuovo maxi impianto sorgerà vicino a una scuola materna, a due passi dalle abitazioni – sottolinea -. Noi sindaci del territorio siamo contrari a questo inceneritore. È una questione ambientale e di salute di tutti i cittadini. Chi controllerà cosa andranno a bruciare? E le emissioni? Dove scaricherà un impianto del genere, nel Lambro? Ci sono rischi enormi per la salute del nostro territorio. Castiraga è un piccolo paese di appena 3mila abitanti, abbiamo una media di 30/35 nuovi nati ogni anno, siamo una comunità in forte crescita, in controtendenza rispetto al territorio. Ho il dovere di tutelare queste giovani famiglie. Non possiamo trasformare questa zona nella pattumiera d’Europa». 




















































La Provincia di Lodi ha indetto, ma non ha ancora avviato, un Procedimento d’inchiesta pubblica di carattere ambientale. Uno strumento che permetterà di effettuare un’ulteriore valutazione da parte di un pool di esperti. Tante le perplessità da parte di Legambiente. «Il nuovo maxi impianto andrà a smaltire rifiuti industriali, non più urbani – sottolinea Andrea Poggio, referente di Legambiente Lodi -. È questa dal nostro punto di vista la vera novità. Rischiamo di portarci in casa migliaia di tonnellate di rifiuti di tutti i tipi e provenienti da tutta Europa. È qualcosa di inaccettabile. Serve l’intervento concreto della Regione». 

Alla manifestazione hanno aderito tutte le forze politiche del territorio, compresi numerosi sindaci del Pavese e dell’hinterland di Milano e alcuni deputati. L’obiettivo è fare sentire la voce all’azienda ma anche alle istituzioni. «È stata una grande manifestazione con tanti esponenti di tutti i partiti del territorio – commenta il segretario provinciale del PD, Andrea Ferrari -. Come Partito democratico siamo contrari a questo progetto. È una violenza per il nostro territorio. Siamo assolutamente convinti che il Lodigiano non abbia bisogno di un maxi impianto del genere. Ci batteremo in tutti i modi». 

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