Fermo l’iter procedimentale per il recupero dei “luoghi culturali dimenticati” e cioè 16 siti abruzzesi inizialmente finanziati con 13 milioni di euro nell’ambito del progetto “Bellezz@”. Tre quelli che interessano la provincia di Pescara e cioè le Fontane storiche di Picciano cui erano destinati 150mila euro, il complesso museale municipale di Loreto Aprutino che vantava un finanziamento di un milione 99mila 89 euro e il castello di Rosciano cui di milioni ne erano destinati 2.
A denunciarlo è il deputato Pd Luciano D’Alfonso che ora chiarimenti sul perché della delibera Cipe 45 del 27 dicembre 2022 pubblicata in gazzetta ufficiale l’11 febbraio del 2023, con cui “è stato previsto il definanziamento di tutti gli interventi facenti capo al progetto Bellezz@, impedendo così agli enti attuatori di proseguire con l’iter procedimentale e creando gravi conseguenze in termini di degrado e possibilità di intervento sui beni culturali ammessi a finanziamento”, chiederà risposte con un’interrogazione parlamentare.
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“Sono innegabili – sottolinea – la rilevanza sociale e il valore economico che il patrimonio culturale riveste ed è un dovere della comunità restaurare e restituire all’umanità le antiche testimonianze di cultura. Il finanziamento dei progetti, oltre a consentire la messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, costituirebbe un’ulteriore azione di stimolo per la ripartenza economica del Paese”.
Scopo dell’interrogazione presentata al ministro della Cultura e a quello dell’Economia e finanze è quello di “consentire sollecitamente il ripristino delle risorse anche prevedendo, alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime, o l’adeguamento dei finanziamenti dei progetti aumentandone le dotazioni finanziarie in quantità adeguate per far fronte a detti aumenti, o, in alternativa, prevedendo la possibilità, a discrezione di ciascuna amministrazione, di rimodulare i progetti sulla base delle risorse già stabilite dal progetto”; di “consentire un rapido trasferimento dei fondi agli enti ammessi al finanziamento”; di “favorire, in conformità allo status di ogni singolo progetto, l’iter procedimentale, stabilendone un concreto snellimento” e di “consentire ai soggetti attuatori la rapida realizzazione dei progetti”.
D’Alfonso ripercorre dunque l’intera vicenda che inizia con un’altra delibera Cipe del 2016 che faceva leva sui fondi Fsc 2024-2020 per il piano “Cultura e turismo” con cui al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, proprio per il piano stralcio “Cultura e turismo” era stato assegnato un miliardo di euro per la programmazione. “È stata quindi destinata una riserva di 170 milioni di euro a favore di interventi di completamento particolarmente significativi e di nuovi interventi, da individuare con successivo decreto del presidente del consiglio dei ministri”, 150 dei quali destinati proprio al progetto “Bellezz@- Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati”.
“Si sono quindi susseguiti negli anni ulteriori provvedimenti per l’istituzione e la nomina dei componenti di una commissione di valutazione dei progetti, per l’istituzione di una segreteria tecnica presso la presidenza del consiglio dei ministri-segretariato generale e sono stati emanati due dpcm (nel 2019 e nel 2021), che hanno disposto l’ammissione di 42 interventi alla successiva fase di stipula delle convenzioni con il Ministero dei beni e delle attività culturali”. Tra questi quelli dei 16 Comuni abruzzesi cui erano stati destinati 12milioni 987mila 89 euro.
Nel 2022 la nuova delibera Cipe di fatto lo stop ai progetti di recupero, denuncia D’Alfonso. “Sono innegabili la rilevanza sociale e il valore economico che il patrimonio culturale riveste ed è un dovere della comunità restaurare e restituire all’umanità le antiche testimonianze di cultura”, rimarca.
“Il finanziamento dei progetti, oltre a consentire la messa in sicurezza e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, costituirebbe un’ulteriore azione di stimolo per la ripartenza economica del Paese”, aggiunge il deputato dem che non fa mancare un attacco al governo regionale. “Con la pratica abusata delle mance e delle operazioni di amichettismo, a colpi di deliberucce e generosità amicale del consiglio regionale ci vorrebbero una ventina di sedute per ricostruire le coperture cancellate dalla pigrizia conoscitiva”, afferma.
Per questo, conclude, “invitiamo la commissione di vigilanza dell’assise regionale a ripercorrere l’iter di quanto accaduto, consapevoli che il misfatto è opera delle amministrazioni centrali ma la Regione siede nella conferenza Stato-Regioni e avrebbe dovuto far sentire la sua voce a difesa del territorio, invece di trincerarsi dietro un silenzio complice”.
I 16 progetti di recupero fermi
- Castello ducale di Crecchio – 35.000 euro
- Centro museale scuola di restauro di Tornareccio – 500.000 euro
- Complesso monumentale di S. Giovanni in Venere a Fossacesia – 620.000 euro
- Palazzo Castracane a Villa S. Maria – 800.000 euro
- Castello di Casoli – 840.000 euro
- Abbazia di S. Martino in Valle a Fara S. Martino – 1.200.000 euro
- Palazzo Cavacini a Castel Frentano – 1.190.000 euro
- Linea Gustav a Civitella Messer Raimondo – 1.500.000 euro
- Palazzo Botticelli a Collelongo – 300.000 euro
- Torre delle Stelle di Aielli – 400.000 euro
- Fontane storiche di Picciano – 150.000 euro
- Complesso museale municipale di Loreto Aprutino – 1.099.089 euro
- Castello di Rosciano – 2.000.000 euro
- Chiesa di S. Lorenzo a Civitella del Tronto – 150.000
- Villaggio del Fanciullo a Silvi Marina – 1.000.000 euro
- Centro museale della Val Vibrata a Corropoli – 1.203.000 euro
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