Pisa, 25 gennaio 2025
“Questa città non è un albergo. Affitti brevi: fermiamo la speculazione”. Con questi adesivi affissi sulle decine di keybox sparse nel centro cittadino abbiamo voluto denunciare ancora una volta il fenomeno speculativo degli affitti brevi che sta divorando le nostre città, all’interno di una mobilitazione che sta coinvolgendo con queste azioni simboliche e non solo le principali città turistiche del nostro paese da Firenze a Venezia a Roma.
Anche a Pisa il fenomeno delle locazioni brevi sta “consumando” la città, rendendo impossibile per famiglie, lavoratori e lavoratrici trovare una casa è in crescita. In base ai dati più recenti forniti dalla amministrazione comunale sulla base di una nostra interrogazione sono 931 gli affitti brevi, di cui 246 sul litorale, 110 nella zona fra Borgo Stretto e via Santa Maria, 101 nell’area compresa fra Borgo Stretto e via di Pratale, 138 nella zona Stazione, 137 nei quartieri di Pisanova e Cisanello, 55 a Porta a Lucca, 54 a Porta a Mare e La Vettola, 90 nella zona fra aeroporto, Putignano e Riglione.
Si tratta, tiene a specificare l’amministrazione comunale nella risposta che ci ha fornito, di dati ricavati dall’autoregistrazione sulla piattaforma regionale. A questi si aggiungono 268 affittacamere, 92 B&B, 81 case vacanze e 5 residenze d’epoca. Il totale è quindi di 1.377 unità abitative con caratteristiche di civile abitazione che sono utilizzate per l’offerta turistica.
Anche solo prendendo in considerazione le 931 unità utilizzate per gli affitti brevi si tratta di un numero impressionante se confrontato con il bisogno di alloggi presente in città per locazioni di lungo periodo, a cui si aggiungono altre 4000 case sfitte sul mercato privato, e circa 200 persone in albergazione di emergenza di cui 90 minori e la città è ai massimi livelli nazionali per numero di sfratti.
La prospettiva di guadagno che si cela dietro le locazioni turistiche infatti spinge un sempre maggior numero di proprietari a togliere gli immobili dal mercato abitativo; basti considerare che mediamente il prezzo per un alloggio intero con 2 camere da letto è 110 euro a notte, mentre il prezzo medio di una stanza privata è di 53 euro a notte.
Vogliamo ribadire con forza, invece, che la casa non è una merce ma è un diritto oggi negato a molte persone e che le istituzioni devono intervenire per garantire prima i diritti dei profitti. Il mercato deve quindi subire delle limitazioni che tengano conto anche dei proprietari. In particolare bisognerà distinguere chi possiede più di un appartamento locato, quanti ne ha o se quella realtà è una vera e propria attività imprenditoriale. Chi invece usa quel reddito come fonte di integrazione del proprio deve essere agevolato a mettere il proprio immobile sul mercato. Ecco perché l’Agenzia casa deve funzionare diversamente rispetto a come oggi (non) funziona.
E’ evidente che non può esserci un numero indiscriminato di locazioni turistiche, come già molti paesi europei hanno compreso. Amsterdam, Barcellona, Parigi, e molte altre città europee hanno agito regolamentando questo fenomeno: un tetto massimo al numero di case date in mano al turismo, perché le case sono fatte in primo luogo per essere abitate. Le soluzioni di altri paesi passano sia dalla regolamentazione del fenomeno in relazione ad alcune zone che dai limiti imposti in proporzione al numero di residenti. Nel nostro ordinamento non ci sono ostacoli giuridici che impediscano di adottare normative simili, è un problema di volontà politica.
I Comuni devono anzitutto interfacciarsi con le altre istituzioni perché venga approvata una legge nazionale per porre un limite alle locazioni turistiche sulla base delle necessità abitative della specifica città. Da giugno del 2023 sollecitiamo che si discuta la mozione che abbiamo presentato per impegnare Governo e Parlamento in questa direzione, a partire dalla proposta di legge avanzata dalla rete Alta Tensione Abitativa, nata a Venezia nel 2021. Al contempo occorrono verifiche anche sul pagamento dell’imposta di soggiorno con una continua e costante azione di controllo puntuale sul territorio da parte della Polizia Municipale.
Il sindaco Conti deve assumersi le proprie responsabilità rispetto a quello che già un Comune può fare sul piano urbanistico e giuridico. Per questo abbiamo richiesto una commissione ad hoc con tutti i dirigenti comunali per iniziare un percorso per la redazione di un Regolamento comunale sugli affitti brevi.
Riteniamo che i Comuni abbiano un dovere di intervento: la crisi abitativa ha raggiunto livelli drammatici ed è una responsabilità di chi è più a stretto contatto con i cittadini promuovere un intervento normativo in grado di garantire il diritto alla casa.
Oggi in particolar modo abbiamo voluto mostrare come in un raggio di poche decine di metri nel centro storico a due passi dalla Torre pendente ci sia una impressionante concentrazione di case inabitate lasciate al mercato turistico. In particolare ci siamo concentrati sulle key box che sono anche il simbolo di come la speculazione sia mirata alla rendita finanziaria e non generi reddito da lavoro, in quanto grazie a questi strumenti viene meno anche il contatto personale tra il turista e qualcuno che lo accolga.
Una città in comune – Pisa
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