Sesto Fiorentino, costi troppo alti: in vendita la casa del popolo

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SESTO FIORENTINO. In vendita il Rinascita di via Matteotti a Sesto Fiorentino. L’edificio che ospita il circolo verrà messo in vendita con una clausola, per chi lo acquisterà, di mantenere al suo interno uno spazio sociale. La decisione è arrivata da Fondazione Diesse Democratici Sestesi, Immobiliare Popolare di Sesto Fiorentino e Circolo Arci Salone Rinascita, i tre soggetti hanno raggiunto un accordo «per garantire un futuro ad una delle sedi di aggregazione sociale più identitarie e significative di Sesto Fiorentino». L’accordo con l’apporto di Arci Firenze è stato pensato per garantire la continuità delle attività del Circolo Rinascita fino alla definizione di una diversa destinazione di parte dell’immobile e la successiva ripresa dell’attività.

L’edificio, una costruzione che risale agli anni Cinquanta del secolo scorso, e tutta l’area oggi occupata dal circolo Rinascita, ha una superficie di circa 3000 metri quadrati compreso il giardino interno. «La vendita prevede che la parte di pianoterra di circa 400 metri quadri sia ristrutturata per riaprire il circolo» precisa Andrea Sanquerin, amministratore di Immobiliare Popolare. A caratterizzare il circolo Rinascita è il “Salone” uno spazio che negli anni Sessanta era diventato un palcoscenico per gli spettacoli musicali riuscendo a contenere oltre 500 persone.

E sul quel palco erano saliti cantanti come una giovanissima Mina o Tony Dallara. Uno spazio che, spostando le poltroncine rosse, poteva diventare anche luogo di assemblee, di congressi o per accogliere momenti culturali come l’arrivo di Margherita Hack più volte ospite del Salone. «Al Salone c’è passata la storia – dice Roberto Morini, presidente del Circolo – c’è stato l’ex magistrato Gian Carlo Caselli e poi D’Alema con Di Pietro, mi ricordo anche Fassino e Renzi quando era presidente del Consiglio durante la candidatura di Lorenzo Zambini».

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La pizzeria al piano terra e poi nel Salone i politici locali e non solo discutevano, ma negli anni Ottanta era diventato per un paio di edizioni uno spazio dove si svolgeva il Cavallo di battaglia, una sorta di “Corrida” aperta a giovani comici in cerca di un palcoscenico. Oggi di quel mondo è rimasto ben poco e il circolo e oggi deve fare i conti con i cambiamenti dei tempi. Uno spazio enorme oggi difficile da gestire e anche costoso. La soluzione trovata è arrivata dopo che «sono state cercate e valutate diverse ipotesi» che potessero assicurare una soluzione che consentirà di mantenere aperto il Circolo in una area più contenuta del piano terra in via Matteotti nel centro di Sesto. Fondazione Diesse Democratici Sestesi e Circolo Arci Salone Rinascita, che sono proprietarie in diversa misura dell’edificio attualmente gestito dal Circolo, hanno concordato di presentare unitariamente la disponibilità alla vendita delle parti individuate come “non necessarie” al funzionamento del nuovo Circolo, auspicando che questa disponibilità incontri l’interesse di investitori o organizzazioni disponibili ad intervenire con un progetto di positiva valorizzazione dell’immobile. «Sappiamo che i tempi cambiano e possono cambiare le esigenze e i bisogni dei territori – commentano Roberto Morini. presidente del Circolo Rinascita e Marzia Frediani, presidente di Arci Firenze – e sappiamo che le normative riguardanti grandi strutture e i relativi costi di gestione e ristrutturazione possono essere molto gravosi. Per questi motivi crediamo che l’accordo raggiunto sia positivo, manterrà in un nuovo spazio ristrutturato il presidio sociale, culturale e ricreativo».

L’accordo sottoscritto prevede infatti che lo stesso Circolo riassuma la gestione dei nuovi spazi, ridimensionati e ristrutturati. «Anche per Immobiliare Popolare la sostenibilità finanziaria ed amministrativa è il presupposto per poter continuare ad assicurare lo svolgimento delle attività in tutte le sue strutture – conclude Sanquerin – penso che l’accordo raggiunto potrà consentire un rilancio anche delle altre funzioni aggregative presenti nel centro della città e permetterà alla Fondazione di svolgere quella funzione di promozione del dibattito politico e dello sviluppo culturale e civile della società che lo statuto le assegna». 

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