spunta un nuovo parco eolico con sette aerogeneratori nei comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Andora / Il progetto

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Dopo il Parco eolico Monti Moro e Guardiabella, composto da 32 aerogeneratori, al momento ancora in fase di valutazione al Ministero dell’Ambiente, nonostante il “no” corale del territorio (la procedura sarà riaperta il 24 febbraio), ora spunta un altro progetto, che riguarda i comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Andora, composto da sette enormi generatori.

Il progetto da oltre 47 milioni di euro prevede sette generatori alti180 metri e strade da 5-8 metri dal Pizzo d’Evigno fino a Capo Mimosa

Il progetto, del valore complessivo di oltre 47 milioni di euro, molto dettagliato, è stato depositato in Regione il 13 gennaio e ieri la documentazione è stata inserita sul portale telematico della Regione Liguria dalla Tozzi Green di Mezzano in provincia di Ravenna, che pochi giorni fa si è aggiudicata un finanziamento da 63 milioni di euro per la realizzazione di un parco eolico in Puglia.

Chiunque può presentare le proprie osservazioni all’indirizzo Pec: via.certificata@cert.regione.liguria.it ovvero indirizzandole al Settore VIA e sviluppo sostenibile, Regione Liguria, Via D’Annunzio n. 111, 16121 Genova, nel termine di 30 giorni.

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La nuova struttura che riguarda il territorio imperiese e andorese è denominata “Impianto eolico Monte Chiappa” e prevede una “potenza complessiva di 29,4 MW mediante l’installazione di sette aerogeneratori e delle relative infrastrutture connesse”. Come si evince dal progetto, saranno impiegati generatori di tipo “Vestas “V136-4.5 MW™ IEC IIB” ciascuno di potenza 4,2 MW, altezza massima al fulcro 112 metri, altezza massima al Tip 180 metri, diametro rotore 136 metri”.

Si legge nella relazione della Tozzi Green: “L’impianto eolico in progetto si collocherà sul confine tra le provincie di Imperia e Savona, in particolare, ricade nei territori comunali di Andora (SV), Villa Faraldi (IM) e San Bartolomeo al Mare (IM). Gli aerogeneratori saranno posizionati sul crinale di una lunga dorsale che si genera dal vertice di Pizzo D’Evigno e, ramificandosi in più porzioni, discende verso il mare. La dorsale di interesse discende verso il mare fino alla formazione dei promontori di Capo Cervo e Capo Mimosa”.

Le infrastrutture e le opere legate al parco eolico

Il progetto prevede la “realizzazione di opere temporanee necessarie al cantiere quali aree in stabilizzato a
servizio di stoccaggio degli elementi necessari alla costruzione degli aerogeneratori. Tenuto conto delle componenti dimensionali del generatore, la viabilità di servizio all’impianto e le piazzole andranno a costituire le opere di maggiore rilevanza per l’allestimento del cantiere.

Realizzazione della nuova viabilità interna al sito;

Adeguamento della viabilità esistente esterna e interna al sito;

Realizzazione delle piazzole di stoccaggio e installazione aerogeneratori;

Esecuzione delle opere di fondazione degli aerogeneratori;

Esecuzione degli scavi e posa dei cavidotti;

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Realizzazione della cabina utente ed eventualmente delle cabine magazzino ed uffici;

Previste strade larghe fra 5 e 8 metri sul crinale

Il progetto di viabilità di cantiere, destinato a supportare l’installazione e la manutenzione di aerogeneratori su un crinale, consiste in una rete di strade larghe 5 e 8 metri per consentire il passaggio dei mezzi di cantiere e quelli necessari al trasporto e all’assemblaggio delle componenti degli aerogeneratori.

  1. Strada di accesso al crinale: la prima strada progettata con una pendenza e una geometria che ne permettano il transito sicuro e agevole di mezzi citati e sarà costituita in rilevato (5 metri di larghezza di carreggiata).
  2. Strada di collegamento sul crinale: la seconda strada corre lungo il crinale e collega tutte le postazioni degli aerogeneratori, fungendo da percorso principale per il trasporto dei componenti e per il collegamento fra le aree operative. La strada sarà in rilevato, con pendenza minima e curve progettate per garantire la stabilità e la sicurezza del transito lungo il crinale (5 metri di larghezza di carreggiata).
  3. Strada di “bypass” borgo Chiappa: per permettere il passaggio dei mezzi per il trasporto dei componenti che costituiscono gli aerogeneratori, è necessario deviare il transito di essi su una viabilità di cantiere (successivamente mantenuta come viabilità di servizio) in rilevato, con pendenza tra 6/10% e raggi di curvatura progettati per garantire la stabilità e la sicurezza del transito lungo la tratta (8 metri di larghezza di carreggiata a causa della morfologia del territorio).

Al termine della fase di cantiere, le strade saranno mantenute per l’accesso e la manutenzione degli aerogeneratori.

Prevista una strada larga otto metri con raggi di curvatura fino a 100 metri per bypassare l’abitato di Chiappa

Per garantire l’arrivo al crinale, inoltre è stato necessario creare un’ulteriore strada bianca di “bypass” del borgo Chiappa, in quanto la viabilità esistente che lo attraversa non garantisce la larghezza necessaria al passaggio dei mezzi pesanti. Questo “bypass” sarà una strada bianca avente carreggiata a doppio senso di marcia pari a 8 mt, con raggi di curvatura tra i 50 e i 100 m e una pendenza che varia dal 6 al 10 %, con l’utilizzo di materiali naturali e tecniche di costruzione a basso impatto visivo ed ambientale. Il punto di partenza di questa viabilità è a 400 mt prima di arrivare al borgo in Via Chiappa, terminando a 400 mt dopo il borgo in Via Tovo.

Le piazzole sono le aree destinate all’installazione dei nuovi aerogeneratori; una volta completate, avranno dimensioni variabili in base alle specifiche circostanze, con una superficie che varierà mediamente intorno ai 3000 metri quadrati per ciascuna di esse. La fondazione avrà un diametro di circa 20-22 metri.

La viabilità esistente sarà soggetta ad allargamenti di carreggiata e adeguamento dei raggi di curvatura dei tratti curvilinei (50-100 m) per garantire il passaggio dei mezzi pesanti che dovranno allestire il cantiere, garantendo inoltre la fornitura dei componenti degli aerogeneratori.

Fra le opere anche un cavidotto, una stazione e una sottostazione elettrica

Il progetto del nuovo parco eolico dianese e andorese prevede anche la realizzazione di un cavidotto di connessione che rende gli aerogeneratori elettricamente connessi tra loro; una sottostazione elettrica e una stazione elettrica chiamata SE “Faraldi”.

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Il cronoprogramma dei lavori prevede uno stop nei mesi compresi tra marzo e luglio. Secondo i progettisti, “l’impianto può entrare in funzione dopo 62 settimane dall’inizio dei lavori stessi ipotizzato a fine luglio”. Vale a dire nel pieno della stagione turistica. Un aspetto che, insieme all’impatto sul territorio evidentemente non riguarda i progettisti e nemmeno la ditta che ha proposto questa nuova opera all’insegna del “green”. Termine quest’ultimo che va molto di moda e che, in questo come nel caso del precedente progetto ancora in itinere dei Monti Moro e Guardiabella sembra un utile grimaldello per devastare il territorio. Con buona pace per chi ci vie e lavora.

A cura di Andrea Pomati





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