Gennaio è il Cervical Cancer Awarness Month, mese dedicato alla consapevolezza sul carcinoma della cervice uterina (tumore del collo dell’utero), ovvero la quarta neoplasia femminile più frequente al mondo con circa 660.000 nuovi casi e 350.000 decessi nel 2022 (Dati WHO).
Solo in Italia, si registrano più di 2.000 nuovi casi all’anno che riguardano principalmente donne tra i 45 e i 55 anni.
Il principale responsabile dei tumori del collo dell’utero è il Papillomavirus umano (HPV), un virus a trasmissione sessuale così diffuso nella popolazione generale che si stima che circa l’80% delle donne vi entrino in contatto nel corso della propria vita.
Per questo è importante sia effettuare una diagnosi precoce, attraverso esami come Pap test e HPV, sia osservare alcune semplici regole di prevenzione (es. vaccino) che permettono di salvaguardare tempestivamente la propria salute.
Ce ne parla il dott. Francesco Cantatore, ginecologo presso l’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele.
L’HPV e gli altri fattori di rischio per lo sviluppo del tumore della cervice uterina
“Nonostante l’infezione da HPV sia il principale fattore di rischio per lo sviluppo del tumore del collo dell’utero, solo una minoranza dei soggetti che contrae l’infezione sviluppa lesioni neoplastiche – spiega il dr. Cantatore – .Tra i fattori che determinano l’insorgenza del tumore della cervice uterina vi sono:
- la persistenza dell’infezione virale da HPV;
- l’età;
- il fumo di sigaretta;
- alcune alterazioni patologiche del sistema immunitario (tra cui anche diabete e infezione da HIV).
Oltre ai fattori legati all’ospite, anche le caratteristiche del virus HPV stesso sono rilevanti: tra i circa 200 ceppi esistenti, quelli la cui acquisizione è maggiormente associata alla trasformazione tumorale delle cellule del collo dell’utero sono i cosiddetti ceppi ad ‘alto rischio’ ovvero 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 66 e 68. I ceppi a basso rischio sono, invece, perlopiù responsabili le condilomatosi dei genitali esterni.”
La prevenzione primaria e secondaria
La prevenzione dell’infezione da HPV, attraverso interventi di prevenzione primaria e l‘identificazione precoce dei danni ad essa correlati, mediante azioni di prevenzione secondaria, sono elementi fondamentali per ridurre l’incidenza e la mortalità legate al carcinoma della cervice uterina.
Cosa fare per la prevenzione primaria
“La prevenzione primaria consiste nella vaccinazione profilattica, da eseguirsi preferibilmente prima dell’inizio dei rapporti sessuali. I vaccini anti-HPV ad oggi disponibili sono costituiti da VLPs (Virus Like Particles), particelle simil-virali che simulano la struttura del virus, stimolando il sistema immunitario a generare una risposta efficace contro l’infezione – prosegue -.
La Regione Lombardia, a questo proposito, offre gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi dai 12 ai 26 anni il vaccino contro HPV. Inoltre, possono accedere gratuitamente al vaccino anche categorie a rischio come:
- soggetti HIV positivi;
- donne con diagnosi di patologia della cervice uterina di alto grado;
- sex workers;
- popolazione MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini).
Il ciclo di base tra 11 e 14 anni prevede 2 dosi a distanza di 6 mesi. Per età superiore a 14 anni sono previste 3 dosi a 0-2-6 mesi.
Bisogna sottolineare che sempre maggiori evidenze dimostrano l’importanza della vaccinazione anche in soggetti che hanno già acquisito l’infezione o che presentano lesioni pre-neoplastiche del collo dell’utero. La vaccinazione anti-HPV è un una misura sicura e consigliabile in qualsiasi momento della vita fatta eccezione per la gravidanza ed alcune rare condizioni mediche.
Prevenzione secondaria: gli esami e i test da fare
Ruolo altrettanto fondamentale è da attribuirsi alla prevenzione secondaria che consiste nello screening e nella diagnosi precoce. Se la vaccinazione previene l’infezione da HPV, lo screening permette di identificare precocemente la presenza del virus e i danni eventualmente prodotti da quest’ultimo sull’epitelio del collo dell’utero.”
In Lombardia lo screening prevede:
- PAP-test tra i 25 e i 30 anni di età da ripetere ogni 3 anni in caso di esito negativo;
- HPV test nei soggetti di età pari o superiore ai 30 anni, da ripetere ogni 5 anni se negativo.
Sono test assolutamente poco invasivi ma dotati di elevata sensibilità, il che permette di selezionare i soggetti che devono essere sottoposti a esami diagnostici approfonditi per confermare o escludere la presenza di lesioni della cervice.
La colposcopia
“In caso di positività ai test di screening, l’esame di secondo livello da effettuare è la colposcopia, un esame diagnostico che permette di osservare in dettaglio la cervice uterina, la vagina e la vulva, utilizzando un microscopio speciale chiamato colposcopio. Questo strumento ingrandisce le immagini delle aree esaminate, permettendo al medico di rilevare eventuali anomalie – approfondisce lo specialista –
Durante l’esame, il medico può applicare sulla cervice uterina soluzioni come acido acetico o soluzione iodata, per evidenziare meglio eventuali alterazioni. L’esame è generalmente indolore e non richiede anestesia.
Se vengono individuate anomalie, il medico potrebbe decidere di eseguire una biopsia, prelevando un piccolo campione di tessuto per ottenere un esame istologico.
Con l’esito dell’esame istologico, si decide la gestione clinica che può prevedere:
- un monitoraggio clinico periodico;
- degli interventi chirurgici poco invasivi come la diatermocoagulazione cervicale o la conizzazione cervicale.”
L’importanza della prevenzione
“Il Cervical Cancer Awarness Month rappresenta dunque un ‘occasione per sensibilizzare riguardo il tema della prevenzione, sottoporsi ad alcuni semplici controlli ginecologici può avere enorme impatto sulla vita e salute di ciascuna donna – conclude Cantatore -.
È bene quindi diffondere quanta più informazioni utili riguardo la storia naturale del virus, divulgando l’importanza della vaccinazione profilattica in ogni fase della vita e incentivando la partecipazione ai programmi di screening organizzati.”
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