Tutela ambientale, gestione rifiuti. Marche Rifiuti Zero dice No all’inceneritore, sì alla gestione virtuosa dei rifiuti: la Regione Marche scelga la strada della sostenibilità

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Negli ultimi giorni, alcune testate giornalistiche regionali hanno avviato una campagna stampa a senso unico, priva di contraddittorio, con l’obiettivo di convincere l’opinione pubblica che l’inceneritore sia l’unica soluzione possibile per la gestione dei rifiuti nelle Marche. Questa narrazione, basata su dati errati e parziali, rischia di manipolare la percezione dei cittadini, facendo credere che l’inceneritore sia una scelta inevitabile a causa di un presunto “caos rifiuti” legato al prossimo esaurimento delle discariche. La realtà, però, è ben diversa. Basti solo dire che l’eventuale nuovo inceneritore, presentato come soluzione al presunto caos, sarà operativo solo a partire dal 2030. E fino ad allora? Cosa farà la Regione Marche per gestire i rifiuti nei prossimi sei anni? Questa domanda rimane senza risposta, dimostrando che l’inceneritore non è una soluzione immediata, ma piuttosto una scelta miope che non affronta le vere sfide del presente.

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L’inceneritore non è la soluzione

La Regione Marche ha avviato il procedimento per l’aggiornamento del Piano Regionale dei Rifiuti, prevedendo la realizzazione di un inceneritore di rifiuti a livello regionale. Noi di Marche a Rifiuti Zero siamo fermamente contrari a questa scelta, che rappresenta un passo indietro nella gestione sostenibile dei rifiuti e un grave rischio per la salute pubblica e l’ambiente.

L’inceneritore, spesso presentato come “termovalorizzatore” per mascherare la sua vera natura, non è una soluzione sostenibile. Bruciare i rifiuti significa distruggere risorse preziose che potrebbero essere riciclate o riutilizzate, emettendo nell’aria sostanze inquinanti come polveri sottili, diossine e metalli pesanti, dannosi per la salute umana e per l’ambiente. Inoltre, l’inceneritore richiede tonnellaggi fissi di rifiuti per essere economicamente sostenibile, creando un “effetto lock-in” che ostacola la riduzione dei rifiuti e il miglioramento della raccolta differenziata.

I falsi miti sull’inceneritore

La campagna stampa in corso propaga una serie di falsi miti sull’inceneritore che è necessario smascherare:

  1. L’inceneritore non è economia circolare: bruciare i rifiuti significa distruggere risorse che potrebbero essere riciclate o riutilizzate, in contrasto con i principi dell’economia circolare.
  2. I Paesi più avanzati non hanno bisogno di inceneritori: chi ha inceneritori ricicla di meno. Esempi virtuosi come Treviso dimostrano che è possibile raggiungere alti livelli di raccolta differenziata senza ricorrere all’incenerimento.
  3. L’inceneritore non contribuisce all’autonomia energetica: la quantità di energia prodotta è minima rispetto ai costi ambientali e sociali. Inoltre, l’inceneritore emette grandi quantità di CO2, contribuendo al cambiamento climatico.
  4. Chi dice no all’inceneritore non vuole le discariche: al contrario, gli inceneritori richiedono almeno due tipi di discarica per le scorie e le ceneri prodotte, perpetuando il problema dello smaltimento.

L’incenerimento è in contraddizione con gli obiettivi europei

L’incenerimento è in piena contraddizione con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e economia circolare. Tra i problemi evidenziati:

– Emissioni di CO2: Ogni tonnellata di rifiuti inceneriti produce circa 1,1 tonnellate di CO2, con costi ambientali ed economici significativi.

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Conflitto con il riciclo: L’incenerimento limita la crescita della raccolta differenziata e del recupero di materia, creando una dipendenza da flussi costanti di rifiuti.

– Sovracapacità: Gli impianti di incenerimento esistenti in Italia e in Europa sono già sottoutilizzati. In Italia sono disponibili oltre 1 milione di tonnellate di capacità di incenerimento mai utilizzate.

Le discariche non sono un problema insormontabile

La campagna stampa in corso cerca di far credere che le discariche siano esaurite e che l’inceneritore sia l’unica via d’uscita. Questo non è vero. Nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi della Strategia Rifiuti Zero che prevede l’eliminazione del ricorso al conferimento in discarica, in via transitoria esistono esempi virtuosi di gestione delle discariche, come quello di Peccioli, in Toscana, dove una discarica è stata trasformata in un luogo di cultura e bellezza, finanziando progetti artistici e culturali grazie ai ricavi derivanti dalla gestione dei rifiuti. Questo dimostra che, con una gestione innovativa e sostenibile, le discariche possono diventare una risorsa per il territorio, anziché un problema, fino alla loro totale eliminazione all’interno del ciclo della gestione dei rifiuti.

La vera soluzione: raccolta porta a porta e tariffa puntuale

L’unica strada percorribile per una gestione sostenibile dei rifiuti è quella della raccolta porta a porta con l’implementazione della tariffa puntuale. Questo sistema, già adottato con successo in molti comuni italiani, permette di raggiungere livelli di raccolta differenziata superiori all’80%, riducendo drasticamente la quantità di rifiuti destinati allo smaltimento. La tariffa puntuale, inoltre, incentiva i cittadini a produrre meno rifiuti e a differenziare correttamente, premiando i comportamenti virtuosi.

Nei comuni che hanno adottato la tariffa puntuale, la produzione di rifiuti pro capite è significativamente inferiore rispetto alla media nazionale, dimostrando che è possibile ridurre i rifiuti senza ricorrere a soluzioni inquinanti come l’inceneritore.

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I cassonetti “intelligenti” non sono la soluzione

Alcuni sostengono che i cosiddetti cassonetti intelligenti possano rappresentare una soluzione alternativa. Tuttavia, questi sistemi, sebbene tecnologici, non risolvono il problema alla radice. I cassonetti intelligenti, infatti, non incentivano la riduzione dei rifiuti alla fonte e non promuovono una vera cultura del riciclo e del riuso. Al contrario, rischiano di perpetuare un sistema basato sullo smaltimento, senza affrontare le vere cause dell’eccessiva produzione di rifiuti. La vera rivoluzione passa attraverso la raccolta porta a porta e la tariffa puntuale, che responsabilizzano i cittadini e li coinvolgono attivamente nella gestione dei rifiuti.

Proposte concrete per una gestione sostenibile

Marche a Rifiuti Zero propone una strategia basata su soluzioni a freddo per il recupero dei materiali, evitando trattamenti termici distruttivi come l’incenerimento. Tra le tecnologie avanzate suggerite vi sono gli impianti MRBT (Material Recovery and Biological Treatment), che massimizzano il recupero di risorse dai rifiuti indifferenziati. Questi impianti, già operativi in alcune regioni italiane, ed europee, anche nelle Marche nella provincia di Ascoli Piceno, consentono di:

– Recuperare fino al 70% del rifiuto indifferenziato residuo.

– Ridurre drasticamente la necessità di discariche o inceneritori.

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– Supportare l’economia circolare e la transizione verso un sistema più sostenibile.

Chiediamo alla Regione Marche di cambiare rotta

Il 21 dicembre 2024, Marche a Rifiuti Zero ETS insieme ad una rete regionale di associazioni per la tutela dell’ambiente, ha formalmente inviato alla Regione Marche le sue osservazioni sul nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), attualmente in fase di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Invitiamo la Regione Marche a ripensare la propria strategia di gestione dei rifiuti, abbandonando l’idea dell’inceneritore e investendo invece in soluzioni sostenibili come la raccolta porta a porta, la tariffa puntuale e il recupero di materia a freddo. Esistono già tecnologie avanzate per il trattamento dei rifiuti che permettono di recuperare fino al 70% dei materiali, riducendo al minimo il ricorso allo smaltimento.

La strada verso una gestione virtuosa dei rifiuti è possibile, ma richiede coraggio e visione. La Regione Marche ha l’opportunità di diventare un modello di sostenibilità, scegliendo di proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini anziché inseguire soluzioni obsolete e dannose come l’inceneritore.

Marche a Rifiuti Zero continuerà a impegnarsi per una gestione dei rifiuti che rispetti l’ambiente, la salute e i principi dell’economia circolare: riuso dei beni, compostaggio domestico con sconto sulla Tari, stoviglioteche, repair caffè e vendita di prodotti sfusi per ridurre lo spreco alimentare, gli imballaggi monouso, i rifiuti tessili e quelli da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tutte queste iniziative offrono una miglior qualità dei servizi e uno sviluppo della cittadinanza attiva e consolidamento delle comunità. Chiediamo ai cittadini di informarsi e di unirsi a noi in questa campagna per un futuro più sostenibile.

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