Bonus Mobili ed Elettrodomestici 2025: detrazione, massimale, interventi edilizi collegati, come pagare | Articoli

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Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è un’agevolazione del 50%, fino a un tetto massimo di 5.000 euro di spesa, per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.

Oltre alle agevolazioni maggiori, cioè Ecobonus, Sismabonus e soprattutto Bonus Ristrutturazioni, la Legge di Bilancio 2025 ha prorogato anche il Bonus Mobili ed Elettrodomestici al 31 dicembre 2025.

 

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Bonus Mobili ed Elettrodomestici: cos’è

Normato dall’art.16 comma 2 del DL 63/2013, si tratta di una detrazione IRPEF del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio.

Il massimale di spesa è lo stesso dell’anno precedente, ovverosia 5.000 euro IVA compresa, ma occhio se avete un reddito molto alto perché la Manovra ha inserito specifici limiti alle detrazioni in funzione, appunto, del reddito annuale percepito.

 

I lavori di ristrutturazione sono determinanti per l’ottenimento del Bonus

E’ importante ricordare che, per beneficiare del Bonus Mobili, non basta l’acquisto ma serve l’effettuazione di un intervento di ristrutturazione collegato.

Come peraltro specificato nell’ultima guida dell’Agenzia delle Entrate sul Bonus Mobili (gennaio 2023), tale intervento deve essere iniziato a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici.

Ne deriva che i lavori edilizi devono essere avviati o nell’anno stesso in cui si chiede il bonus o nell’anno precedente.

La data di inizio lavori si può dimostrare con eventuali titoli abilitativi, comunicazione all’ASL, oppure – in caso di interventi assentibili in edilizia libera – con una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

La detrazione, inoltre, spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

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Lavori edilizi collegati: tutte le tipologie

Gli interventi collegati e necessari all’ottenimento del Bonus Mobili comprendono:

  • la manutenzione straordinaria, il restauro e risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti;
  • il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile;
  • manutenzione straordinaria, manutenzione ordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali (condomini).

Bonus Mobili in condominio: vale solo se i beni acquistati arredano le parti comuni

Quando si effettua un intervento di recupero del patrimonio edilizio sulle parti condominiali di edifici residenziali, compresi gli interventi di manutenzione ordinaria, i condòmini hanno diritto al Bonus Mobili, ciascuno per la propria quota, solo se i beni acquistati sono destinati ad arredare queste parti comuni.

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Pagamenti tracciabili

Infine, come per gli altri tipi di bonus, è necessario che i pagamenti siano tracciabili.

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Ciò significa che bisogna pagare o tramite bonifico ‘parlante’, o con carta di credito/debito.

Ok alla detrazione anche con beni acquistati a rate (finanziamenti), a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le stesse modalità sopra indicate e il contribuente sia in possesso di una copia della ricevuta di pagamento.

Il consiglio è di conservare in ogni caso alcuni documenti:

  • ricevuta del bonifico;
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito);
  • documentazione di addebito sul conto corrente;
  • fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.



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