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Il meteo di Gennaio 2025 continua a sorprendere per la sua anomala mitezza, con temperature più simili a quelle autunnali che invernali. Con il ritorno di perturbazioni atlantiche, l’aria mite che giunge dall’oceano sta pesantemente condizionando l’arco alpino, dove la quota neve si mantiene alta per gran parte degli episodi di maltempo. Solo verso la giornata di Martedì pomeriggio è previsto un abbassamento delle temperature, che permetterà alle nevicate di raggiungere altitudini più basse rispetto ai giorni precedenti.
Temperature elevate e neve: un contrasto insolito
L’attuale configurazione atmosferica è caratterizzata da contrasti termici marcati, con alternanza tra episodi perturbati e brevi fasi di alta pressione dominate dall’Anticiclone Atlantico. Questo pattern atmosferico favorisce un clima dinamico ma atipico, in cui le nevicate, pur presenti, risultano fortemente influenzate dalle temperature sopra media.
Sulle Alpi orientali, specialmente in Friuli Venezia Giulia e Veneto, le perturbazioni saranno più incisive, portando accumuli significativi, ma con una quota neve mediamente alta, oltre i 1500 metri. Al contrario, le Alpi occidentali, come quelle del Piemonte e della Valle d’Aosta, vedranno accumuli nevosi più limitati, pur rimanendo sotto l’influenza del maltempo.
Martedì 28 Gennaio segnerà un punto di svolta, con un moderato abbassamento delle temperature che consentirà alla neve di scendere a quote più basse, raggiungendo i 1000-1200 metri su alcuni settori, specialmente nelle vallate più interne e riparate dall’influsso dei venti meridionali.
Fine Gennaio: uno scenario dinamico sull’arco alpino
Con l’abbassamento del flusso zonale (cioè la traiettoria delle correnti occidentali), lo scenario meteo sull’arco alpino si annuncia particolarmente movimentato. Le perturbazioni atlantiche continueranno a interessare il settore meridionale delle Alpi, portando precipitazioni abbondanti, ma il loro impatto varierà sensibilmente in base alla posizione geografica e ai microclimi locali.
Le Alpi orientali, esposte alle correnti umide e miti provenienti da sud-ovest, saranno le aree più coinvolte. Località come Tarvisio, Cortina d’Ampezzo e le Dolomiti del Veneto potrebbero ricevere accumuli nevosi significativi, soprattutto alle quote più alte. Al contrario, le Alpi occidentali, più protette dai rilievi, potrebbero osservare nevicate meno copiose e limitate ai settori di alta montagna.
Rimane una certa incertezza previsionale legata all’evoluzione delle temperature e alla traiettoria delle singole perturbazioni. I microclimi alpini, infatti, amplificano le differenze tra aree anche relativamente vicine, rendendo difficile una stima precisa degli accumuli nevosi.
Le implicazioni per il turismo alpino
Queste nevicate, pur tardive e irregolari, rappresentano una buona notizia per il turismo invernale, che aveva risentito della scarsità di precipitazioni nelle scorse settimane. Le località sciistiche situate ad alta quota, come Cervinia, Livigno o Sestriere, beneficeranno di accumuli abbondanti che miglioreranno le condizioni delle piste. Tuttavia, nelle stazioni sciistiche a quote più basse, come quelle situate attorno ai 1000-1500 metri, le temperature elevate continueranno a rappresentare una sfida.
La neve artificiale rimarrà quindi essenziale per garantire la piena operatività di alcune piste, soprattutto nelle località di fondovalle. Inoltre, la gestione della neve naturale sarà fondamentale per sfruttare al meglio gli accumuli previsti, anche alla luce delle condizioni instabili che caratterizzeranno il meteo fino alla fine di Gennaio.
Un Inverno in ritardo: cosa aspettarsi nelle prossime settimane?
Nonostante i segnali di un ritorno delle condizioni invernali, il clima di Gennaio 2025 è stato finora dominato da un’eccezionale mitezza, che ha reso le nevicate meno frequenti e più alte rispetto alla norma. Tuttavia, con l’avvicinarsi di Febbraio, si intravedono le prime possibilità di un cambiamento più marcato.
L’eventuale indebolimento del Vortice Polare, accompagnato da una discesa di aria artica verso l’Europa centro-occidentale, potrebbe favorire un ritorno del freddo e delle nevicate anche a quote più basse. Questo scenario, se confermato, potrebbe restituire all’Inverno 2025 quella rigidità climatica finora assente, rendendo il prossimo mese decisivo per il bilancio finale della stagione.
Il meteo di fine Gennaio, dunque, sembra preludere a una transizione climatica, con nevicate che, pur caratterizzate da una distribuzione spaziale e altitudinale complessa, rappresentano un segnale del possibile riscatto dell’Inverno.
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