Per chi tifa Trump tra Oracle e Microsoft, le pretendenti Usa di TikTok

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Emissari della Casa Bianca avrebbero tenuto una riunione con Oracle lo scorso venerdì e un’altra sarebbe già in calendario questa settimana per definire la strategia di un’offerta a ByteDance per TikTok. Al social cinese sarebbero però interessati anche Microsoft e forse Musk. Una partita complessa, ma a dare le carte sarà Trump

Era l’agosto del 2020 e Donald Trump, che solo l’anno prima aveva dimostrato al mondo di poter bannare colossi tecnologici cinesi del calibro di Huawei, iniziava a mostrare una certa acquolina per TikTok. Prima aveva fatto dichiarazioni a favore di un possibile acquisto da parte di Microsoft, quindi nel suo stile aveva rapidamente cambiato idea e appoggiato i tentativi di acquisizione di Oracle: sono passati cinque anni e The Donald sembra voler riprendere proprio da qui, chiudendo una volta per tutte il dossier TikTok.

SUL PALCO SEMPRE TRUMP, ORACLE, MICROSOFT E TIKTOK

Anche se l’alleanza – a tratti più simile a una convivenza – tra Trump ed Elon Musk aveva portato a credere che tutti i dossier tecnologici (incluso l’affare TikTok) sarebbero stati nelle mani dell’ex startupper sudafricano che con la tecnologia è diventato l’uomo più ricco del mondo, il mega piano sull’Ai ha fatto intendere che il tycoon preferisce interfacciarsi con un altro imprenditore: Larry Ellison.

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QUELLA SINTONIA TRA THE DONALD E LARRY

L’80enne fondatore di Oracle, vuoi per età, fede repubblicana di vecchio corso e stile di vita grondante di eccessi, sembra andare più a genio a Trump dell’imprevedibile Musk. Anche perché rispetto al patron di Tesla, Ellison non sgomita per apparire nelle foto, sui palchi e sulle prime pagine dei quotidiani.

Non a caso Elon al momento non farà parte del progetto da 500 miliardi sull’Intelligenza artificiale che avrà in Oracle la propria pietra angolare, questo nonostante il magnate oltre a X e SpaceX annoveri nel proprio portafoglio pure xAi, startup innovativa focalizzata sull’Ai.

CHI BALLERA’ SU TIKTOK?

Non solo: le ultime voci provenienti da Washington stanno velocemente destituendo di ogni fondamento le altre su una possibile acquisizione di TikTok da parte di Musk che, spendendo una cifra affine a quella pagata per Twitter, diventerebbe di fatto il re dei social.

L’ormai ex uccellino azzurro gli costò 44 miliardi di dollari, TikTok ha un valore di mercato che si aggira tra i 50 e i 55. Sono pochi i player disposti a metterli sul piatto in un simile momento storico in cui, appunto, si deve investire sull’Intelligenza artificiale come se non ci fosse un domani.

PAROLA D’ORDINE: SCALATE MENO AGGRESSIVE

Anche per questo la strategia di Trump, che ha già visto fallire le acquisizioni della piattaforma cinese da parte di Oracle e Microsoft nel 2020 in quanto giudicate ostili dalla controparte, sarebbe quella di lasciare a ByteDance una quota minoritaria di TikTok.

TIKTOK, LA CASA BIANCA PUNTA SU ORACLE?

Pare che emissari della Casa Bianca abbiano tenuto una riunione con Oracle lo scorso venerdì e un’altra sarebbe già prevista per questa settimana al fine di mettere a punto un’offerta per TikTok alla quale ByteDance non potrebbe proprio dire di no. Anche perché l’alternativa questa volta per l’attuale proprietà cinese sarebbe la chiusura definitiva del social sul suolo americano, con buona pace dei 170 milioni di iscritti e del giro d’affari miliardario.

Larry Ellison in cambio della contropartita su Stargate sarebbe disposto a investire cifre ingenti, nell’ordine delle decine di miliardi di dollari, pur di togliere a Trump il problema della proprietà cinese di TikTok. Il problema, però, è che nelle ultime ore anche Microsoft – che con ByteDance fa già ottimi affari per via di Azure – avrebbe mandato avanti i suoi per iniziare una trattativa con i cinesi. O meglio, per riprendere quella iniziata cinque anni fa.

MICROSOFT VUOLE TORNARE CENTRALE

La software house fondata da Bill Gates ha perso la partita dei sistemi operativi venendo scalzata da Android di Google e dal rivale sviluppato a Cupertino installato sui dispositivi Apple. E ha perso quella dei browser e dei motori di ricerca, sempre per colpa di Mountain View.

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Chiara l’intenzione di diversificare incentivando la propria presenza nel comparto social, oggi incentrata esclusivamente su LinkedIn. Google da parte sua presidia quel settore grazie a YouTube. Il resto è nelle mani di Meta, di Musk e di ByteDance. E poi c’è Trump, che ha legato il proprio potere politico alle piattaforme hi-tech a tal punto da averne imbastita una tutta sua quando venne bannato dalle altre: Truth. Truth è irrilevante, nel settore, ma nella partita per TikTok alla quale starebbero giocando Microsoft e Oracle sarà proprio Trump a dare le carte.



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