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Nella Settimana d’Arte n. 25/04 facciamo un viaggio dalla Sicilia e Valle dei Templi fin’oltre confine nella vicina Svizzera, per introdurre nuove grandi mostre che non mancheranno di attirare grande pubblico nelle prossime settimane e mesi. Partiamo con Salvador Dalí a Roma, scopriamo quindi il nuovo capitolo del progetto I Tesori d’Italia ad Agrigento nella Valle dei Templi e una nuova esposizione dedicata alla Belle Époque e a Les Italiens de Paris a Brescia. Per una volta facciamo poi una digressione fuori dai confini, a Basilea, per la nuova mostra della Fondazione Beyeler dedicata ai grandi pittori del nord. Chiudiamo a Milano, a Palazzo Reale, per una nuova interessante mostra dedicata al fotografo George Hoyningen-Huene.
1. Salvador Dalí al Museo Storico della Fanteria
Nel 2024 è stato celebrato il Centenario della pubblicazione del Manifesto del Surrealismo scritto da André Breton, ma non si sono ancora spenti i riflettori su uno dei movimenti artistici del Novecento che più continua ad affascinare il pubblico e influenzare l’arte a distanza di un secolo. Uno dei suoi massimi esponenti è certamente Salvador Dalí, personaggio eccentrico e provocatorio oltre che grande maestro della pittura.
Dal 25 gennaio al 27 luglio, Roma ospita Salvador Dalí, tra arte e mito, la mostra dedicata al grande maestro del surrealismo, organizzata da Navigare presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano a cura di Vincenzo Sanfo, con il supporto di un comitato internazionale. Circa 80 opere provenienti da collezioni private di Belgio e Italia – tra cui serie composte da numerosi pezzi – offrono un viaggio nell’arte e nel mito del genio di Salvador Dalí. Disegni, sculture, ceramiche, boccette di profumo, incisioni, litografie, documenti, libri e fotografie accompagnano il pubblico in un’immersione nell’universo daliniano, libero dalla rigidità delle regole, dove la realtà è costituita dai sogni. Scopri di più.
2. I Tesori d’Italia. Da Giorgio De Chirico a Lucio Fontana
La mostra I Tesori d’Italia – Il ‘900 delle Fondazioni. Da Giorgio De Chirico a Lucio Fontana, in programma nella prestigiosa sede di Villa Aurea, all’interno dell’area archeologica girgentina, inaugura il ciclo di grandi eventi che vedranno la città di Agrigento protagonista in qualità di Capitale italiana della cultura per tutto il 2025.
La mostra, curata da Pierluigi Carofano e Anna Ciccarelli, intende racchiudere in un unico piccolo ma prezioso percorso la storia dell’arte italiana, esponendo attraverso 25 opere (tutti dipinti e 1 scultura) di 22 artisti, tutte le 20 regioni dello Stivale. Questi capolavori, legati alle regioni di riferimento degli artisti, indicano le principali correnti artistiche che hanno attraversato l’Italia durante tutto il ‘900, senza tralasciare però anche gli ultimi anni del XIX secolo. Una piccola mostra, ma di qualità altissima, che consente di ammirare alcune opere iconiche, a partire dal Trovatore di de Chirico e da una straordinaria tela della serie dei tagli di Lucio Fontana. Scopri di più.… leggi il resto dell’articolo»
3. La Parigi di Boldini e De Nittis a Brescia
Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Radziwill, 1910. Collezione privata
Dopo il grande successo nel 2024 de “I Macchiaioli”, Palazzo Martinengo a Brescia ha appena inaugurato un’altra un’imperdibile mostra che resterà visitabile fino al 15 giugno 2025. I curatori, Francesca Dini e Davide Dotti, hanno ideato un avvincente percorso espositivo che presenta, in otto sezioni, una raffinata selezione di capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante il periodo trascorso a Parigi. Nella capitale francese questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, i lunghissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile nella quotidianità e nei momenti privati, divenendo così i cantori della vita moderna.
Nel corso del XIX secolo la Francia è il centro propulsore dell’arte contemporanea e costituisce per molti paesi un modello ineguagliato di civiltà. I pittori italiani sono indotti a un continuo confronto con l’arte di quella nazione, complici le Esposizioni Universali che vi si tengono periodicamente e che ne promuovono l’immagine a livello internazionale. Scopri di più.
4. Hilma af Klint ed Edvard Munch tra i protagonisti delle Luci del Nord
Edvard Munch Train Smoke, 1900 Oil on canvas, 84.5 x 109 cm Munchmuseet, Oslo Photo: Munchmuseet / Halvor Bjørngård
In Svizzera, nel Canton Basilea Città, Fondation Beyeler si illumina con le Luci del Nord, un viaggio straordinario tra natura e arte attraverso una mostra tematica di circa 70 dipinti di paesaggi, realizzati tra il 1880 e il 1930 da artiste e artisti scandinavi, finlandesi e canadesi, che catturano l’essenza unica della natura nordica. Tra i protagonisti, nomi celebri come Hilma af Klint ed Edvard Munch, affiancati da talenti come Emily Carr, Akseli Gallen-Kallela e Tom Thomson. La foresta boreale, con i suoi boschi infiniti, le luci estive quasi eterne, le lunghe notti d’inverno e lo spettacolo dell’aurora boreale, diventa musa ispiratrice di una pittura moderna unica e affascinante. È un’immersione nella magia del paesaggio nordico, protagonista assoluto dell’esposizione, che si svela in tutta la sua diversità attraverso artisti spesso celebrati in patria come icone nazionali, ma ancora poco conosciuti altrove. La mostra aperta fino al 18 maggio, rappresenta un’occasione imperdibile: per la prima volta in Europa, questo tema riceve una dedica così ampia e coinvolgente. Scopri di più.
5. George Hoyningen-Huene a Palazzo Reale
George Hoyningen-Huene Portrait of the Dalís in L’Instant Sublime 1939 © George Hoyningen-Huene Estate Archives
Fino al 18 maggio, Palazzo Reale a Milano ospita George Hoyningen-Huene. Glamour e avanguardia, una straordinaria retrospettiva dedicata a uno dei pionieri della fotografia di moda. La mostra celebra i 125 anni dalla nascita del leggendario fotografo e presenta oltre 100 fotografie raccolte in 10 sezioni. Definito da Richard Avedon “un genio, il maestro di tutti noi“, Hoyningen-Huene ha immortalato negli anni ’20 e ’30 l’essenza dell’haute couture parigina, lavorando per case leggendarie come Chanel, Balenciaga, Schiaparelli e Cartier. Come capo fotografo di Vogue Francia (1926-1936), rivoluzionò il linguaggio visivo della moda con immagini che combinavano innovazione tecnica, equilibrio classico e suggestioni surrealiste, dando vita a composizioni che ancora oggi incantano per la loro bellezza senza tempo. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 28/01/2025
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