BARI: ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE, EMISSIONE DI FATTURE FALSE, RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIO

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BONUS EDILIZI: FITTIZI CREDITI D’IMPOSTA PER OLTRE 17 MILIONI DI EURO. IN CORSO DI ESECUZIONE UN’ORDINANZA APPLICATIVA DI MISURE CAUTELARI PERSONALI NEI CONFRONTI DI 15 SOGGETTI PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE, EMISSIONE DI FATTURE FALSE, RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIO. SEQUESTRO PREVENTIVO DI BENI PER CIRCA 10 MILIONI DI EURO.

Nella mattinata odierna, Carabinieri e Finanzieri dei rispettivi Comandi Provinciali di Bari stanno dando esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 15 persone (1 in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 6 oggetto di obbligo di presentazione alla p.g.), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale su richiesta di questa Procura della Repubblica.

Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), in concorso tra loro e a vario titolo, per le ipotesi delittuose di associazione per delinquere, emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio.

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L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, coordinata da questo Ufficio giudiziario, che ha consentito di disvelare un sodalizio criminale, con basi logistiche a Bari ed Altamura (BA), dedito ad avanzare indebite richieste di accesso ai c.d. “bonus edilizi” per fittizi interventi di ristrutturazione immobiliare.

Gli approfondimenti investigativi, inizialmente delegati al Nucleo Investigativo dell’Arma, a seguito del rinvenimento, nel settembre del 2021, durante un controllo eseguito nel Comune di Palo del Colle nei confronti di due degli odierni arrestati, di numerose carte di credito intestate a soggetti terzi, hanno visto successivamente il coinvolgimento – in ragione delle peculiari competenze specialistiche nel contrasto ai reati economico-finanziari – dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari

Nel dettaglio, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P., nel periodo da maggio a novembre 2021 l’associazione avrebbe acceduto alle agevolazioni in parola attraverso istanze avanzate sia da soggetti interni all’organizzazione, in qualità di persone fisiche o rappresentanti legali di società per lo più inattive, sia da apparenti clienti delle imprese riconducibili ai principali indagati, ovvero da soggetti estranei al sodalizio ma compiacenti, privi di qualsivoglia capacità reddituale e patrimoniale, in molti casi gravati da precedenti di polizia.

Nel complesso risultano coinvolte 54 persone fisiche e 8 società, quest’ultime segnalate per i connessi profili di responsabilità amministrativa dipendente da reato.

I riscontri investigativi, consistiti principalmente in perquisizioni locali, analisi documentali, indagini tecniche ed approfondimenti economico-finanziari, avrebbero consentito di accertare (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) la fittizietà dei crediti d’imposta correlati ai “bonus edilizi”, per oltre 17 milioni di euro, in considerazione dell’attestazione di dati non veritieri, quali la disponibilità di beni immobili inesistenti, ovvero appartenenti a soggetti estranei ai fatti, nonché l’esecuzione di lavori edili di rilevante entità, in realtà mai effettuati.

Detti crediti sarebbero stati successivamente ceduti a un inconsapevole intermediario abilitato consentendo la monetizzazione del relativo controvalore (oltre 13 milioni di euro al netto delle commissioni trattenute dal citato operatore), che veniva poi versato su conti corrente nella disponibilità del sodalizio criminale.Al fine poi di occultarne la provenienza e impedirne, così, il tracciamento, l’illecito profitto sarebbe stato da ultimo trasferito, sotto forma di pagamento di retribuzioni dei dipendenti ovvero di false fatture emesse proprio con riferimento all’esecuzione dei fittizi lavori edili, sui conti di altre società compiacenti o su carte prepagate, da cui poi sarebbero stati effettuati prelevamenti presso vari ATM. 

Nel complesso, i proventi dei reati contestati, oggetto dell’odierno provvedimento di sequestro, sono quantificabili in circa 10 milioni di euro.

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Sono, altresì, in corso decine di perquisizione nei confronti dei soggetti indagati e delle persone giuridiche coinvolte, nel cui ambito sono stati impiegati circa 100 carabinieri e finanzieri.

Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso da questa Procura della Repubblica – in sinergia con le Forze dell’Ordine – a contrasto dei fenomeni illeciti che ostacolano il corretto impiego delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per favorire la ripresa dell’economia e l’ammodernamento del nostro Paese.

Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, le persone attinte dai provvedimenti cautelari non sono state ancora rinviate a giudizio né condannate per i reati così come a loro contestati.



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