Cassa integrazione in crescita in Emilia-Romagna: a Forlì-Cesena +6,9% nel 2024. A rischio la manifattura, la CGIL chiede misure urgenti

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È stato pubblicato l’Osservatorio INPS sulle ore autorizzate di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) nel 2024, che conferma un forte aumento degli ammortizzatori sociali in Emilia-Romagna. In provincia di Forlì-Cesena il monte ore è cresciuto del 6,9%, passando da 3.497.351 ore del 2023 a 3.739.678 ore nel 2024.

Il dato ravennate si inserisce in un contesto nazionale allarmante: 495.518.268 ore di cassa integrazione autorizzate in Italia nel 2024, con un incremento del 21,1% rispetto al 2023 e del 5,8% rispetto al 2022. Si tratta dei dati più elevati dalla fine dell’emergenza pandemica.

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Complessivamente, in Regione sono state autorizzate 60,5 milioni di ore di CIG, con un aumento del 54,7% rispetto al 2023, quando erano 39 milioni.

Nello specifico, nel 2024 in Emilia-Romagna sono state autorizzate:

  • 44.947.336 ore di Cigo (cassa ordinaria), in aumento rispetto alle 29.494.653 del 2023 (+52,4%);
  • 15.546.346 ore di Cigs (cassa straordinaria), in aumento rispetto alle 9.609.352 del 2023 (+61,8%).

Particolarmente allarmanti sono i dati degli ultimi mesi dell’anno: nell’ultimo quadrimestre (settembre-dicembre) sono state autorizzate 26.505.520 di ore di CIG, contro le 15.760.265 di ore autorizzate nello stesso periodo del 2023 che corrispondono ad una crescita vertiginosa del 68,2%.

A questi dati vanno sommati i dati che riguardano il settore della somministrazione di lavoro: nel 2024 ad oggi in Emilia-Romagna sono stati attivati 393 AIS (ex TIS) che coinvolgono 2.171 lavoratrici e lavoratori.

La crisi sta colpendo con particolare forza il comparto artigiano, ovvero il tessuto di piccole e piccolissime imprese, fondamentale per l’economia della nostra Regione. Da FSBA (fondo bilaterale per l’erogazione degli ammortizzatori nel comparto artigiano) arrivano dati molto preoccupanti: nei primi 11 mesi dell’anno l’utilizzo di FSBA in Emilia-Romagna è aumentato del 90% rispetto allo stesso periodo del 2023. Una crescita trainata dal settore del tessile, abbigliamento e arredamento, dal settore delle pelli/cuoio e calzature e dal settore metalmeccanico. L’utilizzo di FSBA ha riguardato oltre 1.500 imprese artigiane della regione e coinvolto oltre 10mila lavoratrici e lavoratori.

CGIL: “La crisi industriale dovrebbe essere la priorità del Governo”

“I dati INPS sono gravi e preoccupanti – commenta Massimo Bussandri, Segretario Generale CGIL Emilia-Romagna – Il contesto internazionale, la crisi della manifattura tedesca e il rallentamento dell’economia italiana mettono a dura prova il nostro sistema manifatturiero. Il Governo, invece di affrontare il problema, ripropone politiche di austerità dannose per i lavoratori. Da mesi chiediamo misure concrete su investimenti, politiche industriali e ammortizzatori sociali, ma finora il Governo si è dimostrato completamente disinteressato.”

Anche Paride Amanti, della Segreteria CGIL Emilia-Romagna, sottolinea la gravità della situazione: “L’ISTAT evidenzia 22 mesi consecutivi di calo della produzione industriale. A novembre 2024 il calo è stato del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, con crolli nei settori dei mezzi di trasporto (-10,4%) e dell’abbigliamento, pelli e accessori (-9,9%). Anche il comparto chimico è a rischio, con ENI che punta alla dismissione della chimica di base, settore strategico che in Emilia-Romagna garantisce migliaia di posti di lavoro nei petrolchimici e nell’indotto”.

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Bussandri conclude: “Il Governo deve smetterla con la propaganda e affrontare la crisi con misure concrete. Servono ammortizzatori in deroga per i settori più colpiti e una politica industriale che accompagni la transizione ecologica e tecnologica. Senza una regia pubblica, il rischio è una desertificazione industriale che CGIL contrasterà in ogni modo. La difesa dell’occupazione sarà una priorità anche nel confronto con la nuova Giunta regionale e nell’ambito del Patto per il Lavoro e per il Clima.”

DATI TERRITORIALI (CIGO-CIGS-CIGD) – Periodo gennaio-dicembre 2024

Bologna: 13.704.300 ore, rispetto alle 7.977.834 ore del 2023 (+71,8%)
Ferrara: 4.796.094 ore, rispetto alle 4.916.572 ore del 2023 (-2,5 %)
Forlì-Cesena: 3.739.678 ore, rispetto alle 3.497.351 ore del 2023 (+6,9 %)
Modena: 13.153.810 ore, rispetto alle 8.626.282 ore del 2023 (+52,5%)
Parma: 1.863.811 ore, rispetto alle 1.339.483 ore del 2023 (+39,1%)
Piacenza: 1.182.475 ore, rispetto alle 988.126 ore del 2023 (+19,7%)
Ravenna: 3.958.897 ore, rispetto alle 2.853.391 ore del 2023 (+38,7%)
Reggio Emilia: 11.663.827 ore, rispetto alle 4.936.936 ore del 2023 (+136,3%)
Rimini: 6.430.859 ore, rispetto alle 3.971.186 ore del 2023 (61,9%)

DATI SETTORIALI (CIGO-CIGS-CIGD) – Periodo gennaio-dicembre 2024

Pelli cuoio e calzature: 1.736.830 ore, rispetto alle 673.899 ore del 2023 (+157%)
Attività meccaniche: 39.641.142 ore, rispetto alle 19.208.162 ore del 2023 (+106,4%)
Attività metallurgiche: 1.563.334 ore, rispetto alle 918.890 ore del 2023 (+70,1%)
Industria alimentare: 1.460.933 ore, rispetto alle 1.149.827 ore del 2023 (+27,1%)
Industrie dell’abbigliamento: 2.575.228 ore, rispetto alle 1.586.577 ore del 2023 (+62,3%)
Chimica, petrolchimica, gomma e materie plastiche: 3.967.592 ore, rispetto alle 2.727.556 ore del 2023 (+45,5%).





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