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Roma, 29 gennaio 2025 – L’inizio di un nuovo anno porta con sé una serie di buoni propositi e naturali preoccupazioni per quelli che saranno i mesi futuri. Avviene in tutti i campi, anche quello degli investimenti, con gli operatori che guardano al 2025 con benevolenza, ma devono comunque tenere presente i rischi che possono insediarsi lungo il loro cammino. Tale paradigma è valido sempre, ma lo è ancor di più in un periodo come quello che viviamo, segnato da un mercato fortemente complesso e dinamico che risente fortemente dei conflitti bellici in corso e dell’inflazione. Così come indicato da diversi analisti e confermato dalle parole di Benoit Anne, Managing Director – Strategy and Insights Group di MFS Investment Management, nel 2025 gli investitori dovranno districarsi principalmente tra situazioni critiche, quali:

  • l’incertezza geopolitica;
  • l’inflazione persistente;
  • i rischi legati all’economia globale.

Rischi dei mercati per il 2025

Come detto in precedenza, i principali motivi di rischio generale per i mercati nel 2025 sarà rappresentato dall’inflazione, dalle guerre commerciali in corso, dalla crisi dell’eurozona e della geopolitica. A questi fattori di rischio già noti nel corso degli ultimi anni, se ne affiancano anche altri che, sempre secondo MFS, potrebbero fortemente condizionare il 2025. Si va dalla seconda amministrazione del presidente Usa Donald Trump alla criticità dell’economia cinese, passando per la solidità dei margini di profitto delle imprese statunitensi, per l’accelerazione della crescita economica senza recessione, per la divergenza delle politiche monetarie globali e per l’innovazione rivoluzionaria nel settore farmaceutico con i GLP-1.

Secondo diversi gestori di portafoglio esterni, i pericoli per gli investimenti nel 2025 saranno rappresentati da questi fattori:

Conto e carta

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  • il possibile ribasso della crescita globale;
  • l’ipotetica recessione negli Stati Uniti;
  • un flop dell’intelligenza artificiale;
  • potenziali attacchi informatici;
  • l’ipotetica crisi politica in Francia;
  • nuovi rialzi dei tassi nel G10;
  • l’impatto negativo del rollback dell’immigrazione;
  • la possibile carenza di fondi;
  • un evento di volatilità;
  • la crisi del mercato privato;
  • lo scoppio della bolla delle criptovalute;
  • valutazioni di mercato eccessive.

Come tutti i rischi, naturalmente, se affrontati in maniera pro attiva dagli investitori, potrebbero diventare dei punti a sostegno del proprio personale tornaconto, specie in uno scenario globale che continua a mostrarsi favorevole all’investimento attivo.

L’incognita Stati Uniti con Donald Trump

Nell’analisi di MPS emerge in maniera chiara che, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il 2025 si apre all’insegna dell’incertezza per quelle che potranno essere le mosse degli Stati Uniti e sull’impatto che le stesse potranno avere sull’economia globale. Secondo le previsioni, già in parte confermate, Trump è intenzionato a promuovere un contesto macroeconomico favorevole alle azioni, con i tassi che rimarranno più alti per un periodo maggiore di tempo. Un contesto ideale per le aziende energetiche, specie quelle dei combustibili fossili che, con il Tycoon alla guida del Paese, avranno minori pressioni normative. A trarne vantaggio saranno anche le aziende automobilistiche le quali, infatti, potranno contare su un alleggerimento della regolamentazione sui veicoli elettrici. Per ciò che attiene le società finanziarie, queste potrebbero trarre vantaggio da un riduzione della regolamentazione di settore unita all’aumento dell’attività dei mercati di capitali.

C’è anche un altro aspetto che riguarda gli Stati Uniti cui gli investitori devono fare attenzione, ovvero i margini di profitto del Paese che, già oggi, sono molto vicini al loro massimo ed è molto probabile che rimarranno alti ancora per lungo tempo. E ancora, in tema di produzione industriale, l’utilizzo sempre maggiore dell’intelligenza artificiale e dell’informatica quantistica comincia a produrre i suoi effetti benefici. Quanto descritto in tema di Stati Uniti si arricchisce con la possibile configurazione di uno scenario no landing, in cui cioè l’economia continuerà a salire senza dover affrontare nuovamente una significativa flessione. Il risultato concreto, in questo caso, potrebbe essere il surriscaldamento dell’economia, con conseguente crescita dell’inflazione e nuovo rialzo dei tassi da parte della Fed.

Il ruolo della Cina

L’altro grande player mondiale cui gli investitori devono guardare nel 2025 è, come al solito, la Cina. Il Paese si trova al momento in una fase di difficoltà, con il maggiore rischio che potrebbe essere rappresentato dal default del settore immobiliare. A questo va aggiunto l’elevato debito delle amministrazioni locali, l’alto rischio deflazione, la sovra capacità sistemica del settore industriali e i negativi dati demografici. I problemi della Cina interessano anche i suoi rapporti internazionali, visto che sia l’Europa che gli Stati Uniti potrebbero aumentare i dazi per le importazioni dei prodotti che arrivano dal Paese della Grande Muraglia, come è avvenuto di recente nel campo delle auto elettriche.

Le attività delle banche centrali

Non si può parlare di investimenti, economia globale e previsioni per l’anno nuovo senza valutare quale potrà essere l’atteggiamento adottato dalle principali banche centrali del globo. Molto, infatti, dipenderà dalle loro decisioni sulla politica monetaria, specie in un periodo ancora contraddistinto dai dei tassi di interesse in discesa, ma pur sempre alti.

La Fed (Federal Reserve degli Stati Uniti) secondo diverse analisi, punterà nel 2025 a riportare il proprio tasso di policy al tasso neutrale, mentre la Bce, Banca Centrale Europea, potrebbe allentare ben oltre il tasso neutro e diventare così molto più accattivanti per una prospettiva strategica di lungo corso.



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