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Studiare all’università, in Italia, comporta il sostenimento di una serie di spese che pesano in maniera consistente sul reddito familiare. Nonostante le agevolazioni messe in campo in base all’ISEE, il gap con l’Europa è ancora evidente, così come le differenze territoriali lungo lo Stivale.

In particolare, emerge che gli atenei del Nord Italia costano il 28% in più rispetto a quelli del Sud e il 15% in più di quelli del Centro. Una fotografia scattata dall’ONF, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, in collaborazione con la Fondazione Isscon, dalla quale emergono informazioni interessanti anche sulle università telematiche, che stanno prendendo sempre più piede nel Belpaese.

La classifica delle università più care d’Italia

L’11° rapporto nazionale Federconsumatori sui costi delle università italiane, condotto dall’ONF insieme alla Fondazione Isscon (che ha preso in considerazione 5 diverse fasce di reddito poiché i costi di iscrizione variano in base all’ISEE familiare), evidenzia anche per l’anno accademico 2024/2025 una forte differenza territoriale: gli atenei lombardi si confermano quelli in cui la tassazione risulta più elevata (+28% rispetto al Sud, +15% rispetto al Centro).

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Anche quest’anno, il report ha mantenuto il campione di riferimento delle precedenti indagini: di ogni macroarea (Nord, Centro, Sud) sono state esaminate le due maggiori università delle tre regioni che in ciascuna zona contano il maggior numero di studenti iscritti: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.

Prendendo in considerazione gli importi per la fascia di reddito più alta, il report delinea la top 5 degli atenei più cari d’Italia tra quelli analizzati:

  1. Università di Milano: importo medio di 3.808,56 euro (3.360,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.257,12 euro per i corsi di laurea dell’area scientifica);
  2. Università di Pavia: negli anni scorsi aveva il primato. Importo medio annuale di 3.742 euro (3.343,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.141,00 euro per quelle scientifiche);
  3. Università del Salento: media di 3.000 euro (3.000,00 euro sia per le facoltà umanistiche che per quelle scientifiche);
  4. Università degli Studi di Torino: media di 2.966 euro (2.966,00 euro sia per le facoltà umanistiche che per quelle scientifiche);
  5. La Sapienza di Roma: importo medio 2.872,50 euro (2.424,00 euro per le facoltà scientifiche).

I costi dell’iscrizione all’università gravano pesantemente nel bilancio familiare: una indagine condotta recentemente da Federconsumatori e UDU, con la collaborazione della Fondazione Isscon, ha evidenziato che per mantenere uno studente universitario si spendono mediamente 9.379 euro annui se in sede, 10.293 euro annui se pendolare, 17.498 euro annui se fuorisede.

Le differenze di costo tra studi umanistici e scientifici

Come è possibile notare dagli importi medi delle 5 università più costose emerse dall’indagine, in molti casi sono previsti importi differenti a seconda della tipologia di corso di laurea, in particolare tra facoltà umanistiche e facoltà scientifiche. In generale, risulta che i corsi di studio in area umanistica risultano economicamente meno onerosi rispetto a quelli in area scientifica. Un esempio? Nella facoltà di Matematica si paga mediamente tra lo 0,51% e il 4,74% in più rispetto a Lettere e Filosofia.

Quanto costano le università telematiche in Italia

Per la prima volta sono stati analizzati anche i costi degli atenei online, una modalità sempre più diffusa e scelta dagli studenti. Basti pensare che gli studenti iscritti a un’università telematica nell’anno 2019/20 erano 140mila e nel 2023/2024 sono passati a più di 265mila.

Avvalendosi dei dati dell’Osservatorio sulle Università Telematiche di AteneiOnline.it, il report ha evidenziato come le lauree online, triennali e magistrali, in assenza di convenzioni, agevolazioni e sconti, hanno costi che oscillano tra i 2.000 e i 4.290 euro all’anno, a seconda del corso di studi scelto (non variano in base all’ISEE perché i costi sono fissi). A questi si aggiungono spese accessorie come tasse di segreteria e tassa regionale per il diritto allo studio.

Anche le università telematiche offrono però agevolazioni economiche per diverse categorie (es. giovani, donne in gravidanza, membri delle Forze Armate, dipendenti della PA), per cui si evidenzia che i costi medi annui omnicomprensivi effettivamente corrisposti dagli studenti oscillano tra i 1.500 e i 3.000 euro all’anno.

Tra le 11 università telematiche riconosciute dal MUR, di seguito la classifica delle più economiche (secondo i costi medi annui effettivamente sostenuti dagli studenti):

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  1. Università degli Studi di Roma UnitelmaSapienza: costo medio di 1.337 euro
  2. Università degli Studi Guglielmo Marconi: costo medio di 2.030 €
  3. Università Telematica Internazionale Uninettuno: costo medio di 2.100 €
  4. Università Telematica “Leonardo da Vinci”: costo medio di 2.200 €
  5. Università Mercatorum: costo medio di 2.227 €

Le agevolazioni economiche non bastano: il gap con l’Europa

L’indagine condotta evidenzia un altro dato che merita attenzione: nonostante l’impegno ad abbattere i costi delle università pubbliche con l’introduzione della “no tax area” (Legge di Bilancio del 2017), che consente di stabilire importanti agevolazioni economiche, il gap con l’Europa è ancora elevato. In molti atenei di altri Paesi, infatti, si può studiare gratuitamente, come la Germania, le nazioni scandinave, l’Austria che prevedono la totale assenza di tasse universitarie.

Nella classifica dei Paesi con più laureati, non a caso, l’Italia è fortemente indietro rispetto a buona parte d’Europa. Nel 2023, i laureati d’età tra i 25 e i 34 anni in Italia hanno raggiunto il 30,6%, in crescita rispetto al 29,2% del 2022, ma sono ancora molto lontani dalla media europea (43,1% e in aumento). Numeri, questi, che si traducono in effetti negativi nel mondo del lavoro: nello Stivale, il differenziale occupazionale tra chi possiede un titolo d’istruzione terziaria e chi si ferma al diploma è pari a 11 punti percentuali.





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