La Liga Veneta avvia la raccolta firme pro-Zaia. Il governatore: “Una chiamata di popolo”

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Il segretario Stefani: “Valorizzare la democrazia significa superare le imposizioni e liberare i cittadini dai vincoli imposti dalla legge”.

Roma – Una raccolta di firme per il terzo mandato per i presidenti di regione. L’ha promossa la Liga Veneta. Obiettivo consentire la ricandidatura di Luca Zaia. “Non ho proposto io questa iniziativa – assicura il governatore – ringrazio per questa attestazione di stima, è una chiamata di popolo, non sto portando avanti battaglie personali, quello che dovevo dire l’ho detto”. Circa dodicimila le firme per sostenere la sua battaglia, “il limite dei mandati è un retaggio storico, valorizzare la democrazia significa superare queste imposizioni e liberare i cittadini dai vincoli imposti dalla legge al loro libero esercizio del voto. Questo sondaggio ne è la conferma”, incalza Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta.

“Il limite dei mandati è un retaggio storico, valorizzare la democrazia significa superare queste imposizioni e liberare i cittadini dai vincoli imposti dalla legge al loro libero esercizio del voto” afferma Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta, nel commentare un sondaggio dell’istituto demoscopico Lab21.01 (per Affaritaliani.it) secondo il quale il 67,7% degli italiani vuole che venga cancellato il vincolo del doppio mandato per i presidenti di regione. Una eliminazione che consentirebbe così a Luca Zaia e a Vincenzo De Luca di ricandidarsi alle prossime elezioni regionali in Veneto e in Campania. 

L’appoggio di Salvini a Zaia

La partita delle candidature alle regionali del 2025 nel centrodestra è in alto mare, ma il partito di via Bellerio insiste. E tra gli alleati di Fdi comincia a serpeggiare l’ipotesi che Fdi possa virare su un’altra regione del nord, solo che in Lombardia e Friuli Venezia Giulia si è votato nel 2023, le urne sono lontane. E al momento in Fratelli d’Italia non trapela l’intenzione di fare un passo indietro né sul tema del terzo mandato, né sulla possibilità che per il dopo-Zaia ci sia un altro esponente del partito di via Bellerio o che le urne possano slittare. Dunque, per ora la partita resta bloccata, anche se sul dossier la maggioranza dovrà trovare un’intesa per evitare che in Veneto ci possa essere una spaccatura. La linea della Lega, come ribadito dallo stesso Matteo Salvini, è l’appoggio aperto a Zaia.

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Una legge nazionale per superare il limite dei due mandati per presidenti e sindaci non sarebbe tra le priorità del partito di Giorgia Meloni e neppure di Forza Italia. Tanto che il governo, nonostante la contrarietà della Lega, ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale della Campania, voluta dal governatore uscente Vincenzo De Luca, per togliere il tetto dei due mandati e ricandidarsi, nonostante il no del suo partito, il PD. De Luca ha avviato una campagna nazionale sul tema, sicuro di fare proseliti. Perché la vicenda del tetto dei due mandati è disciplinata a macchia di leopardo sul territorio nazionale, con regioni che hanno già aggirato il tetto con nuove norme, e perché il tema è sentito anche dai sindaci. Quello di Milano Giuseppe Sala ha già definito sacrosanta la battaglia per il terzo mandato.

La battaglia di Vincenzo De Luca

“La motivazione che avevano” nel governo per decidere di impugnare la legge della Regione Campania sul terzo mandato “era una motivazione di paura politica. Mi è tornato l’appello caloroso di Papa Wojtyla e che io rivolgo al governo: non abbiate paura. Le cose che hanno deciso sono per paura, degli elettori, forse anche di De Luca. Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e soprattutto date ai cittadini la possibilità di decidere da chi essere governati. Si chiama democrazia, semplicemente”, aveva detto il presidente della Regione Campania De Luca, in merito alla decisione del Governo passata in Cdm con il dissenso della Lega di impugnare la legge della Campania che dà il via libera al terzo mandato per il governatore campano.

Il governatore veneto Luca Zaia, in una lunga intervista all’emittente locale Rete Veneta aveva detto: “Ho governato col cuore e se ho fatto bene o male lo giudicheranno poi i veneti, cui credo però di aver restituito l’orgoglio di vivere in una regione che durante i miei anni ha riguadagnato una certa reputazione a livello nazionale e internazionale. Una cosa che mi inorgoglisce perché ho lavorato a questo obiettivo sin dal mio primo giorno”.

Zaia, ricordando di essere sempre stato contrario al limite dei mandati sin da quando era presidente della Provincia di Treviso negli anni ’90, non ha rivelato alcun possibile piano o ambizione personale per un futuro alternativo alla guida della Regione Veneto. “Sono sempre candidato a tutto, ma intanto io finisco questo mandato – ha argomentato – e solo dopo deciderò cosa fare. Una decisione che prenderò solo dopo che tutti gli altri avranno deciso che fare e anche in funzione di quello che accadrà nei prossimi mesi” ha concluso.



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