Moria del kiwi nel Lazio: evidenze su microbioma e cambiamenti climatici – Difesa e diserbo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


A partire dal 2012 la produzione di kiwi italiana è stata gravemente compromessa a causa dell’insorgenza di una sindrome nota come ‘moria dell’actinidia‘ (Kiwifruit Vine Decline Syndrome, Kvds) che ad oggi, da Nord a Sud, interessa le principali aree coltivate, con una perdita produttiva totale di oltre 7mila ettari investiti ad Actinidia spp.

 

Le piante affette dalla sindrome, dalla ripresa vegetativa in poi, presentano sintomi evidenti come avvizzimento ed accartocciamento fogliare, necrosi delle radici e un generale declino complessivo e produttivo, fino a portare le stesse piante a morte anche nel giro della stessa stagione.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

 

L’eziologia, cioè la causa di questa sindrome, è complessa, e sembra derivare dall’interazione tra fattori abiotici e biotici.

 

Nell’ambito di una specifica attività di ricerca pluriennale svolta dal Dipartimento Dafne dell’Università degli Studi della Tuscia, in collaborazione con la Regione Lazio, ha realizzato un lavoro di monitoraggio dei vari microrganismi del suolo e delle radici di piante affette dalla sindrome e di piante che non mostravano sintomi.

 

Il lavoro, realizzato su vari impianti di kiwi del Lazio, è stato portato avanti dalla dottoressa Antonella Cardacino durante il suo dottorato di ricerca, con il supporto della dottoressa Silvia Turco ed il coordinamento del professor Giorgio Mariano Balestra, che abbiamo intervistato per farci spiegare cosa è emerso da questo studio, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Microbiological Research.

Professor Balestra, come è stato portato avanti questo studio?
“Abbiamo analizzato il suolo e l’endosfera delle radici, confrontando piante affette da moria con piante apparentemente sane (asintomatiche). L’utilizzo di un approccio metagenomico, cioè della ricerca del Dna degli organismi presenti in un campione, ha permesso di identificare i principali microrganismi presenti e di monitorare i cambiamenti nella loro composizione a partire dalla ripresa vegetativa fino alla fase di allegagione”.

 

Microcredito

per le aziende

 

Il professor Giorgio Mariano Balestra dell’Università della Tuscia

(Fonte: Università della Tuscia)

 

Cosa è venuto fuori?
“Le temperature estive elevate hanno portato ad un aumento della prevalenza di generi fitopatogeni ed alla comparsa dei gravi sintomi tipici nelle piante affette da moria. La composizione del microbioma, cioè dell’insieme delle varie specie di microrganismi presenti, è cambiata significativamente durante l’intera stagione, evidenziando una stretta correlazione tra condizioni ambientali (aumento delle temperature) e salute delle piante. Lo stress termico sembrerebbe essere in grado di favorire la moltiplicazione di microrganismi fitopatogeni opportunistici, innescando un’accelerazione di eventi biologici e fisiologici, che culminano con il grave declino delle piante”.

 

Cosa possiamo concludere da questa ricerca ?
“Innanzitutto si tratta del primo studio scientifico nella regione Lazio sull’intero microbioma di piante affette e sane da moria del kiwi divulgato a livello internazionale, e questo è molto importante per verificare se situazioni analoghe sono riscontrabili in altri areali coltivati ad actinidia in Italia o all’estero.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Lo studio evidenzia l’importanza del monitoraggio del microbioma del suolo e delle radici delle piante di actinidia, per identificare precocemente segnali di squilibrio. Inoltre, ora, sulla base delle indicazioni del microbioma presente, questo approccio fornisce importanti indicazioni per lo sviluppo di strategie di gestione e di protezione innovative.

 

Oltre ad opportune ed equilibrate tecniche agronomico colturali, risulta fondamentale promuovere una microflora benefica, come l’impiego di molecole di origine naturale in grado di supportare le piante a superare situazioni di stress e quindi in grado di ridurre anche la pressione di microrganismi fitopatogeni nel suolo (batteri e funghi) in grado di attaccare le radici delle piante di actinidia; allo stesso tempo risulta rilevante promuovere ed applicare interventi mirati a mitigare gli effetti del cambiamento”.

 

E nello specifico quali tecniche si possono utilizzare e quali sostanze possono essere utili per migliorare la risposta delle piante?

“Contribuire a contrastare questa sindrome, a tutt’oggi sempre più diffusa su gran parte del territorio nazionale ad actinidia, è sostanziale; questo studio non è stato impostato sulle sostanze da utilizzare per contrastarla, ma ha avuto lo scopo primario di studiare quali sono le popolazioni di microrganismi che solitamente si ritrovano a livello di rizosfera su piante sintomatiche e non nel Lazio. Vanno prima chiarite le cause e solo dopo si può pensare ad individuare dei rimedi. Ora, il passo successivo è quello di sviluppare delle strategie mirate, innovative e sostenibili, in grado di supportare le piante di actinidia a reagire ed a contrastare i differenti stress (climatici, microrganismi fitopatogeni) a cui sono sempre più soggette e, su questo aspetto, le attività sono in progress”.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Lei ha parlato di un microbioma benefico. Sono disponibili anche microrganismi utili che possano in qualche contrastare la presenza di quelli patogeni e poter avviare un programma di lotta biologica?

“Ci sono differenti combinazioni microbiologiche che potrebbero essere funzionali a migliorare il microbioma anche in questo contesto; mediante adeguati protocolli scientifici vanno valutate territorialmente e, soprattutto, per più anni consecutivi sugli stessi impianti, prima di arrivare a conclusioni significative”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link