“Non toglieteci il rigassificatore”: la richiesta delle imprese portuali di Piombino

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Nei giorni scorsi le aziende portuali di Piombino hanno scritto alle istituzioni una lettera dai toni accorati per dire che loro, la nave rigassificatrice Golar Tundra, un tempo odiata, la vogliono tenere ben stretta all’ormeggio, e non mandarla in Liguria


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Ricordate quando un paio di anni fa a Piombino (Livorno) tutti insorsero contro il progetto di ormeggiare nel porto la nave rigassificatrice Golar Tundra? Obtorto collo accettarono l’odiata nave, a patto che se ne andasse in Liguria entro l’estate 2026. Ora sono i liguri a non volere quella stessa nave della Snam che, con il nome aggiornato a Italis Lng, fra un anno e mezzo dovrebbe lasciare la banchina del porto toscano ed essere ancorata al largo tra Vado Ligure e Savona per fare il suo metanifero dovere. Ma ecco la notizia-quella-vera: le imprese portuali di Piombino chiedono alle autorità che la nave della Snam rimanga a Piombino. Chiedono di non darla ai liguri. Quella nave, un tempo odiata, ora fa comodo ai piombinesi. Comodissimo. Insomma, dal “not in my backyard” – non nel mio cortile, la sindrome misoneista contro qualsiasi nuova istallazione – sono passati al “please in my backyard”. Dal nimby al pimby.

 

Nei giorni scorsi le aziende portuali di Piombino hanno scritto alle istituzioni una lettera dai toni accorati per dire che loro, quella nave, la vogliono tenere ben stretta all’ormeggio. Le firme in calce: le agenzie marittime Mixos di Ivo Miele e Freschi Alessandro&C, i servizi ambientali D’Arienzo, i servizi navali e subacquei della Stmp, la Corporazione dei Piloti di Porto, il Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli. Intestazione della lettera: “La voce degli operatori portuali: un’opportunità da non perdere”.

 

Che cosa scrive questo manipolo di imprese e di lavoratori portuali? La sintesi è nella frase: “Come imprenditori ed operatori portuali, di fronte a cambiamenti di scenario, soprattutto normativi e quindi cogenti, siamo abituati a cercare soluzioni che evitino contrapposizioni talvolta inconcludenti e quindi, pensando ad uno scenario molto ampio, crediamo estremamente funzionale ed indispensabile al porto ed alla sua città la permanenza del rigassificatore a Piombino ben oltre il 2026”.

 

Per motivare questa affermazione c’è bisogno di un ritratto dell’andamento del porto. Troppi anni di crisi nera. E’ soffocata la siderurgia che per più di 2 mila anni aveva reso la città uno dei primi centri industriali della storia umana. Il traffico passeggeri ormai è un’ombra; i traghetti per l’isola d’Elba si sono rarefatti (circa il 35 per cento di corse in meno) e i collegamenti con la Sardegna, che un tempo duravano tutta l’estate, ormai si sono ridotti al solo mese d’agosto; sono persi i traffici della logistica dei semirimorchi. “La realtà è che l’unico traffico portuale che negli ultimi anni ha dato ossigeno al cluster marittimo piombinese è quello delle rinfuse solide, ma soprattutto quello delle rinfuse liquide importate attraverso il Terminal Fsru Italis Lng”, scrivono.

 

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L’accusa è contro i comitati nimby, contro i saccenti che – con l’indice monitore alzato – danno spiegazioni di geopolitica sull’inutilità del metano liquido e traggono auspici catastrofici dalla presenza della nave. Scrive per esempio la lettera: “Coloro che hanno fatto giungere la loro voce critica si sono posti come attenti osservatori e commentatori delle dinamiche, addirittura mondiali, del mercato del gas, dei procedimenti di rigassificazione, delle misure di sicurezza, ecc. senza mai rivolgere la loro attenzione al porto di Piombino che sta lentamente spegnendosi”. Sulla sicurezza i portuali dicono anzi il contrario esatto: la nave Italis ha reso più sicuro il porto: “Portiamo ad esempio il principio di incendio registrato su un traghetto la scorsa estate. In questa occasione è stata elogiata la macchina dei soccorsi che si è attivata. Non è stato però adeguatamente evidenziato che gli interventi sono stati così tempestivi ed efficaci solo grazie al presidio di sicurezza perennemente disponibile, rappresentato dai servizi tecnico nautici. In particolare se oggi il porto di Piombino può contare sulla disponibilità H24 di quattro rimorchiatori portuali antincendio è dovuto esclusivamente alla presenza del rigassificatore”.

 

Una cosa è sicura. La lettera dei piombinesi non spegnerà il celebre “mugugno ligure”. 
 





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