Elon Musk ha deciso di calare tre milioni di dollari sul tavolo della cultura antica romana. Un mecenatismo che fa il paio con le sue mirabolanti imprese, un gesto che, diciamolo, fa notizia. Un milione di dollari andrà a progetti archeologici e di conservazione, mentre due milioni sono destinati alla Vesuvius Challenge, l’impresa titanica di decifrare i papiri carbonizzati di Ercolano. Una sfida che profuma di antico, ma che si gioca con le armi della tecnologia più avanzata, l’intelligenza artificiale.
I papiri di Ercolano: un tesoro (ancora) inaccessibile
I papiri di Ercolano, un tesoro di circa 500 pergamene carbonizzate. Sono lì, a portata di mano, eppure così lontani. Scoperti nel XVIII secolo durante gli scavi nella Villa dei Papiri, testimoniano la vita e il pensiero di un’epoca lontana. Un’epoca congelata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Un patrimonio culturale inestimabile, custodito gelosamente dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, ma di fatto inaccessibile; Srotolarli con metodi tradizionali è impensabile, si rischierebbe di distruggerli irrimediabilmente. Da qui l’idea di ricorrere a tecnologie avanzate, come la tomografia a raggi X e l’intelligenza artificiale.
Vesuvius Challenge: l’IA alla conquista del sapere antico
La Vesuvius Challenge è un rivoluzionario progetto di machine learning. L’obiettivo? Decifrare i papiri di Ercolano grazie all’IA. L’iniziativa, lanciata dall’Università del Kentucky, metteva già a disposizione l’intelligenza artificiale e i modelli 3D dei papiri ottenuti con la tomografia a raggi X. Ma non è finita qui. Come spiegato dal papirologo dell’Università Vanvitelli, Gianluca Del Mastro, nei prossimi mesi una decina di papiri saranno trasferiti a Oxford per essere “interrogati” con un acceleratore di particelle, una tecnologia che permette di ottenere immagini ad alta risoluzione, svelando le minime variazioni di spessore tra le parti con e senza inchiostro. I dati raccolti saranno poi elaborati in laboratori negli Stati Uniti, dove l’IA verrà “istruita” per individuare le tracce di inchiostro e decifrare i testi. In palio, un premio di 700.000 dollari per chi riuscirà a decifrare un intero papiro; una sfida che attrae giovani ricercatori da tutto il mondo, una sorta di caccia al tesoro high-tech.
Giovani talenti e IA: una squadra vincente
Il progetto Vesuvius Challenge ha già visto la partecipazione di numerosi giovani talenti. Luke Farritor, uno studente americano di 22 anni, ha sviluppato un algoritmo capace di individuare tracce di inchiostro invisibili a occhio nudo. Il suo programma di IA esamina “piccoli pezzi” dell’immagine del rotolo, chiedendosi se ci sia o meno inchiostro, per poi ricomporli e rendere possibile la lettura. Un lavoro che gli è valso un premio di 40.000 dollari per aver identificato dieci lettere, la parola “Πορφύρα”, ovvero “porpora”. Youssef Nader, un egiziano residente a Berlino, ha scoperto la stessa parola “porpora” indipendentemente, mentre Julian Schilliger, uno studente svizzero, ha contribuito alla mappatura 3D dei rotoli. Il team di ricerca ha utilizzato l’intelligenza artificiale per analizzare il primo rotolo condiviso online, un documento attribuito a Filodemo di Gadara, filosofo epicureo del I secolo a.C., che tratta temi legati alle sensazioni e alle reazioni umane, in particolare il piacere. I risultati hanno rivelato un testo di critica epicurea nei confronti degli stoici che “non hanno nulla da dire sul piacere”. Il lavoro di questi giovani ricercatori ha permesso di individuare tracce di inchiostro che sarebbero state impossibili da trovare solo fino a pochi anni fa.
L’American Institute for Roman Culture
Ma non è finita qui. Anche l’American Institute for Roman Culture (Airc), guidato da Darius Arya, è stato coinvolto nel progetto finanziato da Musk. L’Airc ha ricevuto una sovvenzione di 1 milione di dollari dalla Fondazione Musk per progetti di archeologia e conservazione. Questa sovvenzione rientra nell’iniziativa “Expandere Conscientiae Lumen“, che mira a promuovere la cultura greco-romana in tutte le sue forme.
Uno sguardo sul passato (e forse sul futuro)
Perché in fondo, di questo si tratta: di un viaggio nel tempo, di un tentativo di colmare un vuoto di conoscenza che ci separa da un mondo lontano. Il progetto di decifrazione dei papiri di Ercolano è un’impresa che ha dell’incredibile. Una sfida che potrebbe riportare alla luce antichi testi di inestimabile valore, opere che credevamo perdute per sempre. Immaginate, per un istante, di poter ascoltare la voce di Saffo. Di leggere le sue poesie, di immergervi nel suo mondo interiore. Un’esperienza che potrebbe cambiare per sempre la nostra percezione del mondo antico. Una vera e propria rivoluzione culturale. Ma c’è di più. Questa ricerca apre scenari inediti sul futuro della conoscenza. Un futuro in cui la cultura e la tecnologia si fondono in un connubio fecondo. Certo, la strada è ancora lunga e impervia, ma i primi risultati sono incoraggianti. Forse un giorno potremo finalmente leggere le opere di Saffo e di altri autori dell’antichità. Un sogno che si fa più concreto, una visione che prende forma. E allora, il passato non sarà più un’entità lontana e inafferrabile, ma una presenza viva e pulsante.
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