“I cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature sono fattori che ci preoccupano: abbiamo già visto sul nostro territorio West Nile, Dengue e chikungunya“. Parola dell’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-Medico, che analizza con Fortune Italia il tema nella Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette.
Neglette “perché, nonostante siano responsabili di centinaia di migliaia di morti e si stima colpiscano 1,6 miliardi di persone, si fa poco o niente per contrastarle nei Paesi poveri, dove tra malnutrizione e l’assistenza sanitaria pressoché inesistente trovano terreno fertile”, ricordano Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e Iss (Istituto Superiore di Sanità), in un focus dedicato a un tema di salute globale, dal momento che molte di queste malattie, si pensi alla dengue, stanno espandendo la loro presenza nel mondo, Italia compresa.
L’effetto del cambiamento climatico
“Il cambiamento climatico non è da sottovalutare. Bisogna dire che West Nile interessa maggiormente il Nord Italia a causa degli uccelli migratori che, passando per i Pirenei, si riposano nelle regioni del Nord-Est prima di andare nei Balcani. Gli uccelli sono portatori dell’infezione, che coinvolge maggiormente i cavalli, ma occasionalmente può infettare l’uomo. Per quanto riguarda chikungunya – continua Ciccozzi – abbiamo avuto due eventi epidemici importanti, in Emilia e nel litorale laziale, alcuni anni fa. Ma questa malattia, che dà dolori articolari molto forti, ci preoccupa fino a un certo punto. È portata dalla zanzara tigre, che punge sia di giorno che di notte”.
Del trittico fa parte anche “la dengue: qui il vero vettore è la Aedes aegypti, che però almeno per il momento non ama il nostro clima, mentre l’epidemia che si è verificata nei mesi scorsi nelle Marche è legata alla zanzara tigre. Ma molte di queste malattie da noi sono patologie legate ai viaggi, perchè ancora non siamo un Paese tropicale. Lo diventeremo? Se continuiamo a non proteggere il pianeta e il clima è possibile. E il problema principale riguarderà la mancanza di acqua”.
I numeri
Fra le malattie tropicali ci sono 21 gruppi di malattie estremamente eterogenee, diffuse nelle aree tropicali più povere. A causarle sono una varietà di agenti patogeni, tra cui virus, batteri, protozoi, elminti, funghi e tossine. Malattie come la scabbia, la lebbra, la leishmaniosi, l’echinococcosi causata da patogeni che infettano l’organismo, oltre alle già descritte dengue e chikungunya. Malattie che si diffondono sempre più anche a causa dei cambiamenti climatici, il turismo e la globalizzazione, oltre che da fame, carenze di medicinali e condizioni igienico sanitarie quantomeno precarie.
La globalizzazione
Per il presidente dell’Aifa Robert Nisticò e quello dell’Iss Rocco Bellantone “è importante parlare di malattie tropicali neglette, il cui impatto nel loro insieme è devastante e paragonabile a quello delle tre malattie chiamate big killers dei Paesi più poveri, ossia Tbc, malaria e Hiv/Aids. Ma la questione ci tocca anche da vicino perché la mobilità di persone, cibi, animali, l’aumento dei viaggi, in aree più o meno remote del mondo, determinano l’acuirsi di un rischio che si è già reso evidente e che sarà destinato ad aumentare anche a causa del cambiamento climatico”.
Per Bellantone proprio “l’aumento delle temperature può determinare un maggiore rischio della presenza di vettori, spesso zanzare, in grado di trasmettere infezioni causate da virus”.
Le iniziative contro le malattie tropicali
“Le iniziative contro le malattie tropicali neglette sono sostenute da uno dei più grandi programmi globali di donazione di medicinali: attualmente, 20 diversi tipi di farmaci sono donati da 12 produttori per supportare gli interventi”, ricorda Nisticò. “Tra il 2011 e il 2024 sono stati distribuiti quasi 30 miliardi di compresse e fiale; 1,8 miliardi sono stati donati e consegnati per le cure effettuate nel solo 2024. Ma durante la pandemia in molti Paesi trattamenti e assistenza hanno subito gravi interruzioni. Ora è il momento di rilanciare i programmi su sicurezza dell’acqua, servizi igienico sanitari e accesso all’assistenza sanitaria. Prevedendo forme di sostegno internazionale alla ricerca di nuove e più efficaci terapie”, sottolinea il numero uno di Aifa.
E in Italia?
Per il momento nel nostro Paese, oltre a un’attente sorveglianza, “basterebbe la disinfestazione accurata a livello locale delle zanzare nei mesi giusti. Una misura chiave per contrastare le malattie tropicali portate dagli insetti sul nostro territorio”, conclude Ciccozzi.
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