Tesla, la frenata causata dai concorrenti: e ora Musk teme i dazi (che vuole Trump)

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di
Redazione Economia

Il colosso delle auto elettriche ha archiviato il quarto trimestre con un utile netto in calo del 71%. L’impatto delle barriere tariffarie. Musk dice che l’«accessibilità» resta la priorità e «rivedremo ogni aspetto» del costo

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Tesla risente della concorrenza e chiude il quarto trimestre sotto le attese degli analisti. E avverte: i dazi potrebbero aver un impatto sulle redditività. Il colosso delle auto elettriche ha archiviato il quarto trimestre con un utile netto in calo del 71% a 2,32 miliardi di dollari rispetto ai 7,93 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente quanto, comunque aveva beneficiato di una una tantum da 5,9 miliardi. I ricavi sono saliti del 2% a 25,17 miliardi, di cui 19,8 miliardi provenienti dal settore automotive. L’utile operativo è sceso del 23% a 1,6 miliardi.

Conti deludenti

I risultati deludenti hanno inizialmente appesantito i titoli di Tesla a Wall Street dove, nelle contrattazioni after hours, sono arrivati a perdere fino all’8%, per poi recuperare e guadagnare fino al 5%. Un balzo che si va ad aggiungere al recente rally sperimentato dalla società di Elon Musk con la vittoria alle elezioni di Donald Trump, di cui il miliardario è divenuto un
fedelissimo tanto da essere chiamato «first buddy». Nel commentare i conti, Musk ha descritto il 2025 come un anno importante e ha confermato che modelli «più economici» saranno prodotti nella prima metà dell’anno. Il miliardario non ha fornito dettagli ma la conferma di modelli low cost sembra in grado di rassicurare gli investitori, che guardano con favore anche alle previsioni per il 2026 che, ha detto Musk, sarà «epico».




















































L’accessibilità economica dei modelli

L’«accessibilità dei nostri modelli» resta la priorità e «rivedremo ogni aspetto» del costo di produzione per contribuire a rendere i veicoli elettrici più accessibili dal punto di vista economico, ha spiegato Tesla, che secondo le attese introdurrà quest’anno un’auto più economica del Model 3, il cui prezzo di partenza è di 42.500 dollari senza contare gli incentivi pubblici. Una vettura più economica potrebbe rilanciare le vendite ma finora Tesla non ha offerto dettagli.

Tesla contesta la Ue e i dazi ai cinesi

Le dichiarazioni arrivano negli stessi giorni in cui le case automobilistiche Tesla, Bmw e le cinesi Saic, Geely e Byd hanno presentato ricorso alla Corte di giustizia europea per contestare i sovrapprezzi doganali europei sulle importazioni di auto elettriche prodotte in Cina. Dalla fine di ottobre la Commissione applica una sovrattassa fino al 35% sulle auto a batteria prodotte in Cina, oltre alla tassa del 10% già in vigore. I dazi europei sono arrivati sulla scia di misure statunitensi più radicali, che hanno imposto dazi doganali del 100% su tutte le auto elettriche importate dalla Cina.

Il nodo degli incentivi pubblici negli States

Ma anche gli incentivi pubblici negli States sono appesi alle intemerate di Trump. Il neo-presidente Usa vuole, e lo ha rivendicato pubblicamente, l’eliminazione totale dei crediti di imposta a favore dei produttori di auto elettriche. Una misura voluta dal suo predecessore, Joe Biden, che aveva costretto i marchi europei a investire miliardi negli States. In realtà secondo diversi analisti di mercato le agevolazioni fiscali sono state costruite per favorire la produzione di auto elettriche degli altri car-maker statunitensi, dalla Ford alla General Motors fino alla Stellantis che ha inglobato la Chrysler, in ritardo sulla ricerca e sulle piattaforme per la realizzazione di questo tipo di veicoli.

La possibile eliminazione del credito d’imposta

Quello che sappiamo è che il team di Trump sta progettando di eliminare il credito d’imposta di 7.500 dollari per l’acquisto di veicoli elettrici nell’ambito di una più ampia riforma fiscale. Si tratta di una decisione che avrà forti ripercussioni sulle vendite. Ma Tesla verrebbe solo sfiorata da un’eventuale cancellazione in blocco dell’Inflation Reduction Act, data la sua posizione dominante sul mercato. Elon Musk ha dichiarato che anzi, a lungo termine, questa mossa «probabilmente aiuterà Tesla».

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