L’AQUILA – “Il re è nudo, ormai tutto è chiaro. Prendiamo coscienza. Chiedo se il caso clamoroso degli uffici del Comune dell’Aquila non sia ormai materia interessante per la Corte dei Conti, tanto attenta a individuare sprechi della pubblica amministrazione. È normale per una pubblica amministrazione avere un finanziamento di 35 milioni di euro in cassa per realizzare una sede per gli uffici comunali e continuare a pagare a soggetti privati ogni anno un milione di euro per fitti passivi? È da amministratore/buon padre di famiglia non utilizzare i 35 milioni di euro per una pianificazione strategica della sede comunale ed invece acquistare un bene privato, del tutto privo di interesse per uffici pubblici, privo di parcheggi e distante 100 metri dal sito dell’autoparco di proprietà comunale (ritenuto inidoneo dalla giunta Biondi perché distante dal centro storico), utilizzando 5 milioni di euro di risorse pubbliche per dare destinazione solo a pochi uffici ora ospitati in sedi di privati?”.
Lo scrive, in una nota, Stefania Pezzopane, consigliere Pd al Comune dell’Aquila, torna sulla questione delle sedi degli uffici comunali e dei fitti passivi.
“Un gioco di scatole cinesi che fanno perdere valore al denaro pubblico – osserva -, usato senza rigore e con spregiudicatezza, mentre non si riescono a soddisfare i sogni sociali e non si abbassano imposte locali come la Tari che andrebbe abbassata. La gestione del patrimonio pubblico da parte del Comune è semplicemente penosa. Il centrosinistra ha lasciato in eredità a questa destra scialacquona tanti soldi per progetti strategici che il sindaco Pierluigi Biondi ed i suoi non sanno e non vogliono realizzare, però gli stessi vogliono maneggiare quelle risorse come un bancomat per micro iniziative a sportello. In particolare sulle sedi degli uffici comunali, questo approccio tossico è particolarmente esplicito. Mentre le grandi città organizzano la logistica pubblica dentro strategie di efficienza, il centrodestra aquilano procede con la logica “spendi e spandi” meravigliosa solo per gli interessi privati”.
“Mettiamo in ordine le cose – aggiunge Pezzopane – All’Aquila gli uffici comunali sono da sempre distribuiti in più strutture tra centro storico e periferie. Il terremoto rende questa situazione ancora più grave e complessa. L’amministrazione Cialente elabora allora un piano di ricostruzione approvato dal consiglio comunale e dal governo nazionale che lo ha finanziato, comprensivo di interventi strategici oltre il ‘come era e dove era’. Uno di questi progetti è la realizzazione di una sede unica per gli uffici comunali e a tale scopo ottiene con successo un finanziamento dal Governo che si materializza in 35 milioni di € con la Delibera Cipe 135/2012”.
“Ovviamente – continua – nel centro storico rimaneva, con progetto di rilancio, la rappresentanza delle istituzioni e gli uffici importanti connessi a Palazzo Margherita ( ricostruzione co-finanziata dal Credito Cooperativo di Roma e riaperto al pubblico con l’incauto stralcio della Torre civica). La sede unica, uno degli obiettivi strategici del piano di ricostruzione, dava una risposta di efficienza e produttività agli uffici, prevedeva mensa, cral ed asilo nido per dipendenti e parcheggio per chi opera negli uffici e per l’utenza. Inoltre la realizzazione della sede unica favoriva l’eliminazione dei fitti passivi molto pesanti ( 1 milione l’anno ) e non più giustificabili in presenza di un così congruo finanziamento pubblico.
“Il sito individuato dalla Giunta Cialente (con il supporto degli uffici e monitorato dall’Università dell’Aquila nel suo aspetto idrogeologico), è ovviamente un sito di proprietà comunale per evitare oneri aggiuntivi e avere l’immediata disponibilità dello spazio. L’area, individuata come polo Amministrativo, è prossima alla Stazione ferroviaria nel sito del vecchio autoparco comunale con l’intento di riqualificare l’intera zona, con nelle vicinanze la presenza degli uffici giudiziari ed altre logistiche pubbliche e direzionali. L’insediamento della giunta Biondi blocca tutto, e cominciano ad accavallarsi svariate e contraddittorie ipotesi, mentre i 35 milioni rimangono in cassa ed i fitti passivi continuano a maturare. La prima ipotesi è quella di spostare la realizzazione della sede unica a Collemaggio, ma non se ne fa nulla, passa il tempo e la Giunta cambia impostazione decidendo di realizzare a Collemaggio ( ma non nell’area occupata dagli immobili Asl) scuole che ovviamente ancora non realizza”.
“Nel frattempo – prosegue Pezzopane – matura una seconda ipotesi che viene esposta dal vicesindaco del Comune dell’Aquila in risposta ad una interrogazione, a mia prima firma sul tema, del novembre 2022: il comune intende realizzare una ‘sede diffusa’ nel centro storico con un lotto di circa 11 milioni (dei 35 milioni complessivi) nell’autoparco e con un frazionamento del restante fondo per immobili del centro storico dove approntare uffici. Ma talmente grande e’ l’approssimazione che non parte ancora nulla ne’ il cantiere del primo lotto né tantomeno c’è un ritorno negli edifici del centro storico che erano stati individuati e per i quali nel frattempo o si prevedono tempi biblici o si sono individuate altre destinazioni come per la scuola Edmondo De Amicis, non più scuola, non più uffici ( se non per qualche unità, forse?), ma stando alle ultime affermazioni di giunta, sede di associazioni tra cui alcune già individuate.
“Il tempo passa, noi continuiamo ad incalzare, a chiedere carte e chiarezza e soprattutto decisioni. Nel frattempo i 35 milioni di € per la sede unica rimangono fermi ed il milione di fitti passivi continua ad essere sborsato per la gioia dei proprietari. Ovviamente se invece di sprecarlo nei fitti passivi quel milione ( dal 2017 sono 8 milioni di € che se ne sono andati per aria) avrebbe potuto consentire operazioni di buon senso tese all’abbattimento delle imposte ed all’aumento della spesa sociale. Mentre il centro storico continua a non avere un destino ed una funzione, tra scelte sbagliate e cantieri di piazze, mentre l’operazione della sede diffusa degli uffici comunali nel centro storico mal studiata e ponderata, si scontra con altri problemi di mancata ricostruzione e di assenza di parcheggi ed adeguata mobilità”.
“Purtroppo già la sede in Piazza Palazzo – a parte il sindaco che parcheggia comodamente nel cortile monumentale di Palazzo Margherita e qualche dirigente che ha la postazione privilegiata – non avendo attuato il piano parcheggi ereditato dalla giunta Cialente, costituisce un grande problema per l’a cesso di utenza e dipendenti. Finché ad ottobre 2024 avviene il ‘fattaccio’ che evidentemente covava in trattativa con i privati da tempo: la Giunta comunale decide di acquistare un condominio da privati che dovrebbe ospitare sulla carta poco più di 100 dipendenti per un valore di 5 milioni di € tra fondi diretti di bilancio e permute di patrimonio immobiliare, in particolare cedendo appartamenti di grande valore di mercato fino al raggiungimento della somma concordata con il privato. L’acquisto di un immobile privato, completamente privo di aree da attrezzare a parcheggio per i dipendenti e per gli utenti, di dimensione tale da non risolvere in via strutturale nessun problema, perdi più a poca distanza dal sito dell’autoparco rende evidente il grande bluff di questi anni”.
“Dopo otto anni: niente sede unica nel polo amministrativo, niente sede diffusa in centro storico, niente parcheggi per utenza e dipendenti, niente ordinata disposizione degli uffici con risparmi di mezzi, personale, sicurezza, niente aumentato prestigio e modernizzazione del patrimonio pubblico, nessuna eliminazione dei fitti passivi, non utilizzati i fondi destinati alla sede unica con delibera CIPE 135/ 2012, nessun fondo Cipess – come annunciato- per completare La Torre civica, niente di niente e gli aquilani pagano”.
“A fronte del finanziamento messo a disposizione dal governo nel 2012 per dotare il Comune dell’Aquila di una sede sicura, non energivora, progettata per resistere a eventi calamitosi poiché la nostra memoria non dimentica che in quel 6 aprile 2009 tutti gli uffici della pubblica amministrazione erano inagibili e si faticò a trovare un posto dove attrezzare le sale operative per l’emergenza, si sia continuato a sperperare soldi pubblici in fitti passivi. E’ una precisa responsabilità di danno erariale che ci auguriamo sia verificata dalla giustizia contabile”, conclude Pezzopane.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link