Addio alle cartelle esattoriali, ecco una soluzione migliore perfino della rottamazione

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La nuova rottamazione delle cartelle potrebbe nascere adesso con il decreto Milleproroghe. E sarebbe senza dubbio un provvedimento che per molti contribuenti alle prese con debiti di varia natura e cartelle esattoriali risulterebbe una specie di toccasana. La Lega l’ha proposta con gli emendamenti alla Legge di Bilancio e adesso ci riprova con il nuovo decreto.
Le speranze di una nuova rottamazione delle cartelle non sono del tutto tramontate quindi, anche perché forse al governo avranno capito che provvedimenti alternativi come il concordato preventivo biennale non funzionano. E allora ecco che l’attesa per la nuova sanatoria è sempre alta. Ma a dire il vero non tutto sarebbe perduto anche se la rottamazione quinquies, come si chiamerebbe la nuova sanatoria, non venisse varata. Ci sono strumenti che consentono di non pagare per nulla la cartella. Naturalmente sono strumenti legali, che però non sempre possono essere utilizzati.

Addio alle cartelle esattoriali, ecco una soluzione migliore perfino della rottamazione

Stop alle cartelle esattoriali, anche senza rottamazione quinquies perché c’è chi potrebbe non pagare nulla invece di sfruttare sanatoria che anche se con sconti e tagli, qualcosa da pagare lo prevedono lo stesso.

Infatti, ammesso che la nuova rottamazione delle cartelle su cui molti nutrono speranze venisse varata, la formula sembra sempre la stessa proposta dalla Lega ai tempi degli emendamenti all’ultima legge di Bilancio.Tagli di sanzioni, interessi e aggi di riscossione e un rientro in 120 rate mensili di pari importo, senza maxi rate iniziali e con una tolleranza di ben 8 rate che si potrebbero saltare e posticipare senza decadere dai benefici della sanatoria stessa. Le cartelle esattoriali possono essere annullate a prescindere da eventuali provvedimenti di sanatoria, rottamazioni e simili. Perché per esempio ci sono strumenti che permettono di risolvere la situazione e che partono da molto lontano. Infatti fu una legge di Bilancio di molti anni fa che introdusse una soluzione sulla sospensione degli atti di riscossione. Nacque infatti una sorta di grande paracadute per i contribuenti alle prese con le cartelle esattoriali di Agenzia delle Entrate Riscossione.

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Cosa fare di fronte ad una cartella esattoriale

Un contribuente alle prese con una cartella esattoriale può mettersi in regola pagando tutto e subito entro la scadenza. La soluzione principale è questa. Oppure può chiedere la rateizzazione della cartella per le vie ordinarie. Che tra l’altro nel 2025 sono più favorevoli arrivando a 84 rate. Infine può cercare di mettersi a posto, presentando ricorso o una istanza di sospensione della cartella esattoriale. L‘istanza di sospensione può essere una strada percorribile, ma a condizione che si manifesti una delle seguenti condizioni:

  • prescrizione del debito;
  • pagamento del debito già effettuato in precedenza;
  • provvedimento di sgravio emesso dall’Ente Pubblico creditore;
  • sgravio imposto da una sentenza di un Giudice;
  • illegittimità acclarata della pretesa dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

La sospensione della riscossione nacque dalla Legge di Bilancio 2012, cioè la Legge numero 228 del 24 dicembre 2012. Questa legge all’articolo numero 1 comma concede al contribuente il diritto di presentare istanza di sospensione. Ma entro il perentorio termine di entro 60 giorni dalla data di ricezione della cartella esattoriale.

La sospensione delle cartelle esattoriali

L’istanza di sospensione deve essere prodotta necessariamente entro 60 giorni dalla ricezione dell’atto da parte del contribuente altrimenti niente si può fare più. Ma anche l’Agenzia delle Entrate Riscossione una volta ricevuta l’istanza, ha termini precisi per controbattere.
Infatti entro i 10 giorni successivi dalla data di ricevimento dell’istanza, l’Agenzia delle Entrate Riscossione deve comunicare all’Ente Pubblico da cui la cartella parte le motivazioni che il contribuente ha dato all’istanza di sospensione della riscossione. Ed entro 220 giorni dall’istanza questo processo deve completarsi con l’accettazione delle istanze del contribuente, con azzeramento del debito, o con la reiezione della domanda, con motivazioni sulla bocciatura della richiesta di sospensione.

Se passano 220 giorni senza risposta alcuna da parte degli Enti, la cartella esattoriale su cui è stata richiesta la sospensione può essere definitivamente annullata.

Il ricorso e l’eventuale bocciatura

Naturalmente nel caso in cui un contribuente ritenga che la pretesa sia illegittima, gli interessati possono anche presentare direttamente ricorso alla commissione tributaria. In questo caso si chiede direttamente la cancellazione della cartella. Ma attenti, perché se le istanze mosse dai contribuenti sono errate, cioè se il ricorso è respinto, allora ecco che il contribuente oltre a dover pagare la cartella dovrà pagare anche gli interessi.



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