Arrestato a Pistoia Trafficante di Badanti Georgiane: Arresti e Sequestri

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PISTOIA. Venivano reclutate attraverso annunci sui social, in particolare Facebook ed Instagram, con la promessa di un lavoro. Dovevano solo versare in anticipo una somma per la pianificazione del viaggio e per l’intermediazione. Era così che, dalla Georgia, quelle donne venivano fatte arrivare in Italia a bordo di pulmini, per poi essere smistate nelle case delle famiglie con cui era già stato preso un accordo per farle lavorare come badanti, senza contratto e senza tutele.

Un’associazione finalizzata al favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza clandestina sul territorio italiano e al reclutamento di manodopera da destinare a terzi in condizioni di sfruttamento personale quella che all’alba di venerdì è stata smantellata dai poliziotti della squadra mobile di Crotone, che hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro – nei confronti di 9 persone, sette di nazionalità georgiana e due italiane.

Uno dei sette georgiani – uno dei presunti autisti – si era però sottratto alla cattura. A portarlo in carcere ci hanno però pensato i poliziotti della Squadra volante della questura di Pistoia che, nel cuore della notte fra venerdì e sabato, mentre erano impegnati in un servizio di prevenzione e di controllo del territorio, lo hanno bloccato in città, mentre era alla guida di un pulmino con a bordo altri otto georgiani, sia uomini che donne. Insospettiti per il fatto che a quell’ora insolita stava circolando, lo hanno fermato per un controllo e quando hanno esaminato i suoi documenti hanno visto che sulla banca dati delle forze di polizia risultava ricercato.

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Fatto sta che l’intero gruppo è stato portato in questura, dove, attraverso le verifiche effettuate dal personale dell’Ufficio immigrazione, è emerso che cinque dei passeggeri erano irregolari in Italia. Pertanto, nei confronti di quattro di loro è scattato l’ordine del questore di abbandonare il territorio nazionale, mentre il quinto è stato trasferito direttamente a un Centro per rimpatri da dove sarà poi riportato nel proprio paese d’origine.

Come detto, l’indagine sul traffico di donne dalla Georgia è stata portata avanti dalla Squadra mobile di Crotone, con il coordinamento del Servizio centrale operativo, affiancata, nell’esecuzione delle misure cautelari, dai Reparti prevenzione crimine di Cosenza e Vibo Valentia.

Le indagini

L’attività d’indagine, iniziata nel luglio del 2022, ha portato all’individuazione di una stabile struttura organizzativa con al vertice un cittadino italiano che coordinava l’attività tramite tre donne di nazionalità georgiana. Erano loro che avevano il compito di agganciare, anche tramite veri e propri annunci sui più noti social network, tra cui Facebook e Instagram, donne georgiane, promettendo loro lavoro in Italia in cambio di soldi per l’intermediazione da pagare direttamente all’organizzazione criminale.

«Le indagini – spiega la polizia – hanno permesso, sul pian della gravità indiziaria, di individuare anche gli altri indagati che si occupavano di condurre le donne dalla Georgia in Italia, accompagnandole anche in alcune abitazioni nei Comuni di Botricello (Catanzaro) e Cutro (Crotone), cosiddette “safe house”, a disposizione del sodalizio, oppure direttamente dai datori di lavoro».

Con il provvedimento cautelare del gip del tribunale, è stato disposto, oltre alle misure personali (quattro custodie in carcere e cinque arresti domiciliari) anche il sequestro preventivo dei quattro immobili utilizzati dall’associazione criminale come base logistica dove far soggiornare le donne provenienti dalla Georgia in attesa di essere smistate nei luoghi di lavoro.

Il precedente

Tornado alla presenza a Pistoia del ricercato, appena una settimana fa la nostra città era rimasta coinvolta in un’altra indagine – questa volta della procura di Udine – sempre legata a un giro di badanti georgiane clandestine: all’alba del 25 gennaio, la polizia ne aveva arrestate 19 in varie città italiane, due delle quali a Pistoia. Tutte con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Le indagini hanno consentito d’ipotizzare l’operatività di un’organizzazione ben strutturata in grado di fabbricare all’estero e poi consegnare tali documenti alle donne nel giro di pochi giorni, dietro pagamento di una somma che si aggira intorno ai 600 euro.

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L’attività investigativa è stata avviata nei mesi scorsi a seguito di alcune segnalazioni ricevute dagli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate della provincia di Udine che riferivano di un considerevole accesso nei loro uffici di donne, apparentemente di nazionalità georgiana, che si presentavano però come cittadine comunitarie, esibendo documenti di identità, validi per l’espatrio, di paesi dell’Unione Europea, in particolare Slovacchia, Polonia e Lituania. Con la presentazione di tali documenti ottenevano il rilascio del codice fiscale comunitario, che consentiva loro, nell’immediato, di accedere al mondo del lavoro nel circuito delle agenzie delle badanti e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari, aggirando le norme che regolano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari.

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