Da Colere-Lizzola a Roccaraso, il fragile equilibrio tra natura e turismo

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Colere-Lizzola. La promozione turistica delle terre alte troppo spesso trasmette immagini ‘da cartolina’ senza tenere in considerazione la fragilità degli ambienti montani. Sulle Orobie, come sulle Dolomiti o nelle montagne abruzzesi, è fondamentale preservare l’equilibrio tra natura e presenze turistiche. Una convivenza delicata, che a volte vacilla quando nei territori montani vengono promosse invasive forme di intrusione umana, estive o invernali che siano.

Il discorso sulla sostenibilità economica dell’operazione di collegamento tra le stazioni sciistiche di Colere e Lizzola fuoriesce dal puro conteggio dei fondi necessari per la realizzazione, scatenando il dibattito sulla possibile tipologia di turismo attuabile nelle valli orobiche e sulla necessità di destagionalizzare. Scelte che impattano in modo diretto sulla vita delle comunità residenti.

Un turismo “mordi e fuggi”

“Nel contesto delle Orobie il turismo non può che essere ‘mordi e fuggi’ – afferma Angelo Borroni di OrobieVive, rete di associazioni ambientaliste della provincia bergamasca  -. Il collegamento non porterà nuovi accessi stanziali significativi, al massimo accrescerà il numero dei turisti ed escursionisti della domenica”.

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Il turismo di giornata è quello più invasivo e con minor presenza effettiva sul territorio, magari peraltro in aree carenti di infrastrutture necessarie (il caso recente di Roccaraso) o fragili dal punto di vista ambientale (emblematico l’esempio delle Tre Cime di Lavaredo dove cinque Comuni altoatesini preparano un piano estivo con accessi registrati e limitati).

“Non è un’operazione di valorizzazione, ma un ragionamento immobiliare”. Borroni (OrobieVive)

“L’intervento creerà posti di lavoro, ma solo stagionali – precisa Borroni -. Non è un’operazione di valorizzazione, ma un ragionamento immobiliare. La Val Seriana e la Val di Scalve hanno già un loro valore e lo perderanno se verranno trasformate secondo queste modalità: se modifico il territorio per creare piste da sci lo rovino per altri utilizzi”.

Secondo Rsi il collegamento sarebbe invece uno stimolo al passaggio verso un turismo stanziale, con la realizzazione di alberghi e il rilancio di strutture già presenti. “Un circolo virtuoso per chi vive in montagna tutto l’anno”, si legge sul sito, in base alla filosofia che prospetta i miglioramenti dei servizi turistici propedeutici ad un aumento dei servizi locali.

“Il collegamento volano per realizzare investimenti di pubblico interesse”. Zanni (Rsi)

Ragionamento seguito anche nella seconda fase di rilancio del comprensorio di Colere, il riammodernamento immobiliare e ricettivo della stazione. Sono in corso i lavori per la ristrutturazione dello Chalet Plan del Sole, che diventerà un vero e proprio albergo in quota (1.550 metri) con camere di lusso, area fitness e sala convegni. Anche il rifugio Cima Bianca (a 2mila metri di quota) attraverserà un restyling completo, a partire dagli interventi di adeguamento sismico, tecnologico ed energetico: l’intervento doterà il rifugio di ristorante, area self service e bar, oltre ai servizi accessori di ski room e area lounge. Saranno realizzate otto camere da letto e una suite panoramica.

 

Il rendering del Cima Bianca alla fine della ristrutturazione

 

“Bisogna fornire i servizi adatti per portare un soggiorno prolungato sul territorio – dice Carlo Zanni, presidente di Valle Decia (la società che detiene il 100% di Rsi Srl, ndr) -. Il collegamento incrementerebbe il valore immobiliare e il gettito tributario, un volano sulle casse dei Comuni per realizzare nuovi investimenti di pubblico interesse e contrastare lo spopolamento”.

“Ma le persone rimangono nei territori montani se c’è lavoro, che il progetto possa risollevare l’economia delle valli è tutto da dimostrare – ribadisce Borroni -. Le esperienze passate indicano il contrario: dove si è puntato fortemente sullo sci si registrano costi della vita elevati e conseguente spopolamento. Il caso estremo è Cortina, ma senza allontanarci troppo si può guardare il trend attuale a Colere e a Foppolo”.

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La destagionalizzazione degli impianti

Calcolando l’apporto dell’innevamento programmato la fruizione invernale è legata a circa 100 giorni l’anno, mentre quella estiva diventa complicata dove vengono costruiti impianti a fune e realizzati tracciati. “Con gli impianti di innevamento artificiale le piste non possono essere destagionalizzate: spacciare l’operazione per un incentivo al turismo della valle è un controsenso”, chiosa il rappresentante di OrobieVive.

“Spacciare l’operazione per un incentivo al turismo della valle è un controsenso”. Borroni (OrobieVive)

Al contrario Zanni spiega che “con questo tipo di interventi si favorisce la destagionalizzazione: realizzeremmo impianti di risalita aperti in diversi orari della giornata, ampliando l’orario turistico e i mesi di utilizzo”. L’unica proposta per la stagione estiva presente nei piani di Rsi è la realizzazione di un Bike Park insieme a ScalveMountain, per il quale lo scorso maggio è stato avviato con il Parco delle Orobie l’iter autorizzativo: tre nuovi percorsi nell’area della Malga Polzone più un tracciato che si spinge fino a Teveno, frazione di Vilminore.

“Vorremmo portare un turismo montano accessibile anche a bambini ed anziani – continua il presidente di Valle Decia -. È chiaro che la montagna pone una barriera naturale al suo ingresso e deve essere tutelata, ma parliamo di posti già ampiamente frequentati con modalità di accesso decisamente migliorabili. Il progetto non vuole invadere la montagna selvaggia, quanto meno non più di quanto già fanno gli impianti attuali, vecchi e a rischio”.

“Senza stimoli una località si svuota: vogliamo favorire l’accessibilità alla montagna di bambini e anziani”. Zanni (Rsi)

Secondo Rsi il comprensorio unito eleverebbe le due stazioni nell’olimpo sciistico lombardo, con un’attrattività rilevante legata sì alle province di Bergamo e Brescia ma anche ad un turismo nazionale. “Se non è stimolata una località si svuota – conclude Zanni -. Seppur limiti non semplici da superare, vedo positivamente le critiche: sviluppano il senso critico di chi vuole migliorare le cose con iniziative di questo genere”.

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