Il Cosenza Calcio e il “sistema Guarascio” tra scatole cinesi, il debito misterioso e il sospetto di autoriciclaggio



Classe 1954, Eugenio Guarascio è nato a Parenti ma vive a Lamezia Terme, dove opera nel settore ambientale dal 1987. L’imprenditore si occupa di smaltimento dei rifiuti  con Ecologia Oggi, società di servizi per l’ambiente. Nei suoi tre impianti di stoccaggio e termodistruzione (Frasso e Mastrobruno a Lamezia Terme, ma soprattutto l’area portuale di Gioia Tauro) gestisce la spazzatura organica, i rifiuti speciali e sanitari, gli scarti che arrivano dalle navi. Partita come piccola realtà locale, Ecologia Oggi cresce di anno in anno e nel 2008 diventa società per azioni con un capitale sociale di 1 milione di euro.

Gli appalti per la raccolta dei rifiuti che si aggiudica dal Comune di Cosenza ininterrottamente dal 2010 a tutt’oggi, fanno ingrandire l’attività della società e il suo patrimonio. Guarascio ne ha vinti tre con tre sindaci diversi: Salvatore Perugini, Mario Occhiuto e Franz Caruso. Non sono mancati momenti di tensione e di scontro ma alla fine ha sempre avuto ragione lui e con l’ultimo appalto vinto, nel 2023, ha acquisito la certezza di restare “padrone” dei rifiuti a Cosenza fino al 2028. La politica, ovviamente, nel momento in cui si è insediato gli ha presentato il conto e gli ha imposto di “prendersi” il Cosenza Calcio, fallito nell’estate del 2011.


Ecologia Oggi Spa si occupa della raccolta differenziata anche su Reggio Calabria, Paola, Cetraro e in molti altri comuni della provincia di Cosenza e delle altre province calabresi. 

A Reggio è approdato dopo una lunga battaglia giudiziaria contro la Teknoservice, in provincia di Reggio Calabria, specie al porto di Gioia Tauro, la sua creatura imprenditoriale gestisce un centro che tratta anche gli scarti che arrivano dalle navi e i rifiuti sanitari infetti provenienti dal circuito internazionale di natura organica.

Sulla sponda jonica reggina invece la sua azienda rappresenta il partner privato della “Locride Ambiente S.p.a.”, una società mista che si occupa della raccolta differenziata, del trasporto e del conferimento. I soci pubblici sono i Comuni di Bagnara, Bovalino, Condofuri, Grotteria, Melito di Porto Salvo, Monasterace, Palmi, San Luca, San Pietro di Caridà e Siderno.

IL FATTURATO DI 4EL GROUP

Eugenio Guarascio è di fatto amministratore unico della 4el Group s.r.l, (proprietaria delle quote azionarie della Eco Call S.p.A., della Ecologia Oggi S.p.A. e anche del Cosenza Calcio). L’inchiesta della procura di Vibo per inquinamento ambientale ha provocato la sua interdizione ma non ha di certo fatto cessare il suo potere contrattuale. 

Dal 2018 Ecologia Oggi fa parte di 4eL Group, la holding proprietaria anche del Cosenza Calcio di cui Guarascio è il “padrone”. Nel bilancio del 2021 non riportava un range di fatturato, ma un utile/perdita di 2,18 milioni di euro. Il gruppo contava allora 600 dipendenti e ha ricevuto il rating di legalità da parte dell’AGCM, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Fa parte di 4EL Group la società Hexergia, azienda specializzata che fa da general contractor per le ristrutturazioni e le operazioni di efficientamento energetico di abitazioni, condomini e complessi industriali. Nata per la realizzazione del Superbonus 110, Hexergia ha sede a Cosenza ma opera tra Calabria, Sicilia e Basilicata: al 2022 il suo fatturato risulta di 712.550 euro, in crescita rispetto ai 225.764 euro del 2021, con un utile/perdita di 37.710 euro.

Hexergia nasce con un profilo già definito nel suo essere. Il significato del termine indica infatti quel tipo di energia completamente ‘utilizzabile’; un’energia di ‘qualità’ che viene presa dalla natura per poi essere messa a disposizione della collettività”.

Hexergia è una società partecipata costituita in origine da due importanti e strutturate realtà aziendali: la Holding Imprenditoriale 4eL Group, capitanata dall’imprenditore Eugenio Guarascio, presidente di Ecologia Oggi Spa, che opera per un sistema di gestione integrato dei rifiuti volto all’ottimizzazione, recupero e valorizzazione delle risorse territoriali di tutta la regione Calabria e Romeo Group Fotovoltaica dei fratelli Cataldo e Giovanni Romeo, azienda di servizi mirati all’efficientamento energetico e a tutte le attività ad esso collegato, pioniera in Italia in ambito fotovoltaico.

Nel 2004, Guarascio diversifica la sua mission quando diventa editore del giornale il Lametino, nato come quotidiano cartaceo e passato successivamente all’online. E va doverosamente ricordato che nel 2019 si candida alle elezioni a Lamezia Terme (comune sciolto per mafia) con una lista civica appoggiata dal Partito Democratico: al primo turno ottiene 6.054 voti (il 18,85%) che non bastano per andare al ballottaggio, dove l’ex primo cittadino Paolo Mascaro si conferma sindaco battendo Ruggero Pegna del centrodestra. Consigliere comunale a Lamezia, Guarascio è anche membro attivo di Confindustria e di numerose associazioni di categoria calabresi.

Tutti sanno, dunque, che esiste un forte legame tra il football cosentino dell’era Guarascio e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ribadiamo quindi ancora una volta che proprietaria del Cosenza Calcio è infatti proprio la 4el Group, con sede a Lamezia Terme. Come tutte le holding, essa controlla altre società che possono far parte di un unico processo produttivo oppure operare in settori indipendenti. Ed è proprio qui che sta il problema.

L’errore più grave che il signor Guarascio abbia commesso in questi anni consiste nel “modus operandi”, per usare un termine caro a un’altra delle società da lui guidate: la Hexergia succitata che mette a disposizione il suo «know how, come general contractor, per realizzare insieme alle imprese locali l’efficientamento energetico richiesto dal superbonus 110%». Sempre nobili propositi, quindi, subordinati però alla circolazione di fondi pubblici. Pensare di poter gestire una società di calcio come un’azienda di smaltimento dei rifiuti è un atto di presunzione. Già tanti, in altri contesti geografici, lo hanno pagato caro. E con essi, soprattutto, a farne le spese sono state le tifoserie legate ai colori di quelle società. Retrocesse, fallite, in alcuni casi cancellate dal panorama calcistico nazionale. Perché avevano pensato di poter “trattare” la società di calcio come una “scatola cinese”. Il riferimento – neanche troppo velato – è alla vicenda di Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, che aveva legato le sorti della società calcistica a quelle della sua impresa di pulizie. E sappiamo tutti com’è finita.

Eppure Guarascio, fin da quando è approdato a Cosenza con l’appalto della raccolta dei rifiuti e poi con il calcio, ha sempre avuto un chiodo fisso. «Sostenitore della trasparenza e legalità, principi cardine del percorso personale ed imprenditoriale». La parola «legalità» compare più volte, quasi come un mantra, nella descrizione del profilo dell’imprenditore. Ma col passare degli anni anche quello della legalità si è rivelato un falso mito.

Il fatto più vecchio riguarda notizie di stampa su alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia lametino Gennaro Pulice. Ritenuto in generale attendibile anche dalla Cassazione con la sentenza “Andromeda”, Pulice avrebbe riferito agli inquirenti di una presunta e mai dimostrata protezione dell’imprenditore da parte del clan Pesce di Rosarno. Va però chiarito che si tratta di una dichiarazione di un killer pentito che non ha avuto, per quel che se ne sa, nessuna conferma in sede giudiziaria finora.

Ma se questa vicenda non è provata, la storia di Guarascio subisce una svolta decisamente negativa con l’inchiesta della procura di Vibo Valentia del 13 marzo 2024. Quel giorno Guarascio e sua sorella Ortenzia finirono all’obbligo di dimora perché accusati di inquinamento ambientale.

LA VICENDA GIUDIZIARIA: 13 MARZO 2024 

I fratelli Guarascio

Circa un mese dopo invece sono scattate le misure interdittive nei confronti di due dirigenti della Regione Calabria – uno è Gianfranco Comito, 66 anni, di Vibo Valentia, ex direttore generale del Dipartimento Ambiente, l’altro è Vincenzo De Matteis, 51 anni, di San Fili, dipendente della Regione Calabria – e due funzionari dell’Arpacal –  Franco Dario Giuliano, 58 anni, di Ricadi e Nicola Ocello, 57 anni, di Vibo Valentia – sospesi dal servizio per un mese.

I due Guarascio, in quanto responsabili delle società Ecocall Spa di Vazzano, della Ecologia Oggi nonché della 4el Group Srl, con “attività decisionali, esecutive e materiali, connesse alle rispettive posizioni e funzioni, anche attraverso l’utilizzo scorretto dei complessi aziendali delle società” hanno gestito abusivamente, secondo l’accusa, “ingenti quantitativi di materiale formalmente qualificato come “ammendanti-compostato misto” ma in realtà “costituente rifiuto, in quanto non rispettoso delle condizioni previste dalla normativa e proveniente da attività di recupero realizzata in modo difforme alla normativa e alle autorizzazioni”.

I due Guarascio, in sostanza, hanno sovraccaricato lo stabilimento di Vazzano “di quantitativi di matrice organica, anche attraverso la falsa attestazione che l’impianto potesse sostenere un incremento di materiale da trattare pari al 50% rispetto a quanto autorizzato…”. Da qui la generazione dei rifiuti inquinanti. cedendoli al Comuni conferitori di matrice organica nonché, per il tramite anche di questi enti, a numerose aziende agricole sotto forma di “ammendante compostato misto” nonostante fosse del tutto carente del requisito dell’ecocompatibilità per come emerso dalle analisi “pubblicizzandone fraudolentemente l’idoneità all’uso agricolo”.

Lo scarico del percolato prodotto nell’impianto Ecocall di Vazzano sarebbe avvenuto nel vicino fiume Mesima, in contrada Fillò del comune di Serra San Bruno. ricadente all’interno del Parco Regionale, per un quantitativo pari a circa 264 tonnellate.

Ortenzia Guarascio, amministratore unico della Ecocall e amministratore delegato di Ecologia Oggi, si occupava personalmente o tramite personale di sua fiducia, inserito nell’organigramma delle aziende facenti capo alla 4el Group Srl, di coordinare e sovrintendere l’attività di gestione della Ecocall, l’intero ciclo di lavorazione della matrice organica e il conferimento del prodotto lavorato, nonché di presenziare alle verifiche, ispezioni, controlli degli enti preposti, attivandosi anche attraverso contatti, incontri e trattatuve con i dirigenti della Regione Calabria, per garantirsi il “proseguimento dell’attività, nonostante le gravi criticità che incidevano sul ciclo produttivo e sul prodotto finale, che rimaneva rifiuto, sino anche a consentire l’ingresso di un maggiore quantitativo, per conseguire ingenti profitti illeciti derivanti dal pagamento correlato a tale maggiore quantità in ingresso della matrice organica in misura superiore alle capacità che l’impianto avrebbe potuto trattare conformemente alla normativa vigente e alle autorizzazioni rilasciate”.

Eugenio Guarascio, in qualità di amministratore unico della 4el Group Srl, proprietaria delle quote azionarie della Ecocall e di Ecologia Oggi, avrebbe rafforzato il “proposito delittuoso della sorella, condividendo e sostenendo la sua condotta con particolare riguardo alla ferma posizione da adottare nei confronti dei rappresentanti della Regione per garantire il proseguimento dell’attività, nonostante le gravi criticità che incidevano sul ciclo produttivo e sul prodotto finale….

Il dirigente regionale Gianfranco Comito è accusato di avere omesso di sospendere l’attivitò della Ecocall nell’impianto di Vazzano sebbene “i funzionari dell’Arpacal di Vibo avessero constatato nei sopralluoghi del 22 dicembre 2020, del 15 gennaio 2021 nonché nei successivi controlli – volti alla verifica degli adempimenti delle prescrizioni – del marzo, maggio e giugno 2021, che l’azienda violasse e/o eludesse le prescrizioni dei provvedimenti autorizzativi… concedendo l’aumento del quantitativo di matrice organica in ingresso alla Ecocall fino a 1.100 tonnellate settimanali, quantitativo autodeterminato dai dirigenti dell’azienda dopo l’incontro tenutosi alla Regione il 30 luglio (2021), nonostante fosse consapevole che l’impianto non fosse in grado di sostenere tale carico”.

La conseguenza è che la violazione delle prescrizioni e l’aumento del conferimento avrebbe finito per generare l’inquinamento del sito, dei terreni limitrofi e del vicino fiume Mesima e l’alterazione del ciclo di recupero con l’immissione in circolo di un materiale ancora costituente rifiuto. In tal modo Comito avrebbe anche agevolato “la continuazione dell’attività e la messa in circolo di grossi quantitativi di materiale non regolarmente trattato e non regolamentare, inquinante e nocivo per la salute, procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale all’Ecocall consistito nell’avere consentito la prosecuzione dell’attività economica e, dunque, nei proventi della stessa”.

LA GENESI DELL’INCHIESTA: DICEMBRE 2020. L’ODORE NAUSEABONDO

L’inchiesta sull’impianto di Vazzano in sostanza parte dalla fine del 2020. “… L’odore nauseabondo, il percolato che fuoriesce e si riversa sulla strada comunale, i cumuli di rifiuti che ormai hanno totalmente riempito l’intera area dello stabilimento, ci stanno portando all’esasperazione. Quello che si sta verificando nello stabilimento Ecocall di Vazzano è del tutto inverosimile…”. Così in una nota il gruppo politico “Vazzano Bene Comune”, che spiega: “Di fatto è diventato la discarica autorizzata di tutta la provincia di Vibo Valentia e Reggio Calabria”, per questo “siamo andati a verificare le analisi che l’azienda di proprietà di 4 EL Group ha fornito alla Regione Calabria”.

Analisi al limite della soglia consentita. Dalle analisi, continua il gruppo politico, “abbiamo constatato che sono tutti al limite della soglia consentita, ed in tutto questo le autorità fanno finta di non vedere”. “Il tema ambientale in passato è stato gravemente sottovalutato – evidenzia ancora “Vazzano Bene Comune” – con delle conseguenze devastanti sulla salute e la qualità della vita. La grave crisi nel settore dei rifiuti che attanaglia la nostra Regione sta portando a delle scelte emergenziali poco rispettose dei diritti dei cittadini. Un impianto che era sorto con ben altre finalità oggi si trova a trattare i rifiuti della nostra provincia e di altri comuni delle province limitrofe”.

“Cattivo odore insopportabile”. “Eppure le scelte di un tempo non erano queste: Ecocall doveva limitarsi a trattare gli scarti di lavorazioni e non i rifiuti organici”. Per questa ragione il gruppo politica avanza dei dubbi “sulla corretta funzionalità dell’impianto e chiediamo che vengano attivati dei controlli per verificare che tutto funziona correttamente e che non ci siano conseguenze per i cittadini. Dalle foto si può verificare quanto da noi denunciato, il cattivo odore è insopportabile: il percolato fuoriesce dai muri dello stabilimento e si riversa sulla strada comunale che costeggia il fiume Mesima”.

“Sindaco ha naso e occhi tappati”. Come gruppo politico Vazzano Bene Comune “non possiamo non denunciare quanto sta accadendo, a tutela della salute e dell’ambiente circostante, sperando – conclude la nota – che qualche autorità prenda provvedimenti, visto che il nostro sindaco forse ha il naso e gli occhi tappati”.

COSENZA CALCIO PENALIZZATO DI 4 PUNTI

La vicenda giudiziaria di Guarascio si intreccia con le vicissitudini del Cosenza Calcio nell’estate scorsa. Il 28 agosto il Cosenza viene penalizzato di 4 punti per non avere rispettato il termine del 1° luglio per il pagamento dei contributi Inps e delle ritenute Irpef. Solo con estrema difficoltà e addirittura qualche mese dopo, con le motivazioni del rigetto del primo ricorso, si viene a sapere che il vero motivo del “pasticciaccio” è il pignoramento del conto corrente del Cosenza per una cifra di 500 mila euro. Guarascio addossa tutte le responsabilità a Roberta Anania, amministratore unico del club dopo l’interdizione di 6 mesi sanzionata a Guarascio per la vicenda giudiziaria. Che viene licenziata ancora prima che arrivasse la notizia della penalizzazione per far posto all’ormai leggendario braccio destro di Guarascio, Rachele Rita Scalise. Guarascio a tutt’oggi non ha mai chiarito quale “creditore” avesse provocato il debito…

Le risposte alla vicenda vanno ricercate dunque nelle vicissitudini di Guarascio con le sue società e non è un mistero – come abbiamo visto – che il Cosenza Calcio fa parte del Gruppo 4el insieme alle altre aziende del patron. Il conto corrente dedicato del Cosenza con la Figc è stato clamorosamente pignorato perché c’era un debito “misterioso” di 500 mila euro, si parla di visite della Finanza in società: è evidente che Anania non ha inteso andare dietro al modus operandi di Guarascio e deve avere staccato la spina, come avrebbe fatto chiunque con un minimo di buon senso. 

E i finanzieri ne hanno facilmente dedotto che potremmo essere davanti ad una squallida vicenda di “autoriciclaggio” ovvero di soldi passati da una società all’altra. Insomma, non ci sarebbe nessun debito. E quella “legalità” sbandierata dal patron a chiacchiere dove sta? E ancora c’è da parlare e scrivere delle tragicomiche vicende degli appalti di Ecologia Oggi a Cosenza, determinanti per chiarire meglio il rapporto tra Guarascio e la famiglia Occhiuto, anche ai fini del controllo del Cosenza Calcio e di nuovi faccendieri ingolositi dai possibili affari.

 

 



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