La Giordania cristiana: una mostra a Roma la racconta

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In primo piano il mosaico che decorava il pavimento della chiesa di San Giorgio a Mukhayyat (@MgFil)

È una suggestiva immersione nella profonda religiosità cristiana della Giordania la mostra Giordania: alba del cristianesimo” / “Jordan: Dawn of Christianity, organizzata dal Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania in collaborazione con il Vaticano, che venerdì 31 gennaio è stata inaugurata a Palazzo della Cancelleria a Roma.

Giordania porta d’ingresso della Terra Santa

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Perché la mostra restituisce l’immagine di un Paese che è vera e propria porta d’ingresso alla Terra Santa, grazie agli oltre 80 oggetti antichi in esposizione che tracciano l’evoluzione del cristianesimo, dal battesimo di Gesù Cristo all’epoca bizantina, attraverso il sorgere delle ere islamiche, fino all’attuale era hashemita. I reperti esposti, dagli intricati mosaici, agli antichi simboli come l’Ichthys, raccontano gli esordi del cristianesimo ma anche la sua evoluzione nella regione e la sua influenza nel mondo dell’arte e dell’architettura. “Il nostro Paese è la patria di una storica comunità cristiana – ha infatti sottolineato Sua Maestà il Re Abdullah II. – Tutti i nostri cittadini partecipano attivamente alla costruzione della nostra forte nazione. Infatti, i cristiani fanno parte delle società del Medio Oriente da migliaia di anni e sono vitali per il futuro della nostra regione.”

Una mostra per celebrare i 30 anni di relazioni diplomatiche tra Giordania e Santa Sede

Organizzata con l’intento di celebrare i 30 anni di relazioni diplomatiche con la Santa Sede la mostra, inaugurata alla presenza della ministra del turismo e delle antichità del Regno Hashemita di Giordania Sua Eccellenza Lina Annab, dell’ambasciatore del Regno Hashemita di Giordania in Italia Sua Eccellenza Kais Abu Dayyeh, del segretario generale del Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania Dr. Fadi Balaawi,e del direttore generale del Jordan Tourism Board Dr. Abed Alrazzq Arabiyat, sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria sul sito dedicato alla mostra fino al 28 febbraio 2025.

Reperti alla scoperta dei siti di pellegrinaggio della Giordania

Passo dopo passo i visitatori saranno accompagnati nelle sale del Palazzo della Cancelleria, eccezionalmente aperto al pubblico, alla scoperta di 90 straordinari reperti selezionati con attenzione da circa 34 siti archeologici giordani. Testimonianze di un passato in cui gli oggetti avevano un valore religioso inestimabile per i fedeli, come le antiche croci processionali (straordinaria quella trovata nella chiesa del vescovo Milachios nel sito archeologico di Macheronte e in prestito dal Museo Archeologico di Madaba), o come la paletta in bronzo scoperta a Hisban e proveniente dal Museo Archeologico di Giordania, strumento allo stesso tempo funzionale e simbolico, usato nelle chiese per trasferire le ceneri o gli elementi sacramentali o per mantenere la santità dello spazio liturgico.

I siti di pellegrinaggio più sacri

Tra i 34 luoghi dai quali provengono questi oggetti, esposti all’estero per la prima volta, cinque sono i siti di pellegrinaggio riconosciuti dal Vaticano e tutti strettamente legati alle tracce di religiosità cristiana presenti in quest’area: Tel Mar Elias, il luogo di nascita del profeta Elia, il santuario di Nostra Signora della Montagna, che commemora la Vergine Maria e sorge sul luogo dove la Vergine si fermò in una caverna durante un viaggio tra Galilea e Betania oltre il Giordano, in località Anjara; Monte Nebo, l’ultimo luogo di riposo del profeta Mosè; Macheronte, dove si racconta del martirio di Giovanni Battista e il sito del Battesimo di Gesù Cristo (Maghtas) sul fiume Giordano, le acque in cui Giovanni Battista battezzò Gesù, segnando l’inizio stesso del cristianesimo.



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