Il vertice a Bruxelles dei leader europei per rispondere alle minacce commerciali di Trump. Il Telegraph:«Trump valuta dazi del 10% su prodotti Ue»
La guerra dei dazi è cominciata due giorni fa. E nel giro di poche ore c’è già un primo accordo, anche se temporaneo, con il Messico. Con il Canada – malgrado le ferme reazioni alle provocazioni di Trump – sono in corso dei colloqui. Ma nel frattempo The Donald starebbe valutando dazi del 10% sui prodotti importati dall’Unione europea, come riporta il Telegraph citando una fonte vicina all’amministrazione. La mossa getterebbe ulteriore benzina sul fuoco della guerra commerciale proprio mentre i leader Ue riuniti a Bruxelles fanno appello alla ragionevolezza e dicono di voler trovare una soluzione per evitare un conflitto commerciale tra Europa e Stati Uniti. La convinzione è che uno scontro aperto a suon di dazi e contro-dazi farebbe male a entrambe le parti. Allo stesso tempo, però, i leader europei (con Macron in testa) ribadiscono che, se Washington sceglie la linea dura, l’Ue è pronta a rispondere con altrettanta forza.
I dazi minacciati da Trump
Sabato 1° febbraio l’amministrazione Trump aveva confermato l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni provenienti da Messico, Canada e Cina, annunciando che dal 4 febbraio sarebbero entrate in vigore nuove imposte del 25% sull’import da Canada e Messico e un ulteriore dazio del 10% sulle merci cinesi. In quell’occasione il presidente americano ha ribadito anche l’intenzione di imporre dazi alle merci in arrivo dall’Ue. Senza però parlare di percentuali. Il rischio è che, di fronte alla minaccia di tariffe Usa, i Paesi Ue si muovano in ordine sparso e vadano a trattare singolarmente con Trump. Ed è esattamente quello che il tycoon si aspetta. Visti i rapporti di forza, i singoli Stati e l’Europa nel suo insieme rischiano di uscirne ancora più deboli e frammentati.
L’accordo con il Messico che congela i dazi Usa
La presidente messicana Claudia Sheinbaum lunedì 3 febbraio ha fatto sapere di aver concordato con il suo omologo statunitense Donald Trump di sospendere per un mese i dazi del 25% sulle esportazioni messicane, che sarebbero scattati a partire da questa notte. «Abbiamo avuto una conversazione proficua con il presidente Trump, con grande rispetto per le nostre relazioni, la sovranità ed abbiamo raggiunto una serie di accordi», ha annunciato nella sua conferenza stampa mattutina. Oltre alla pausa nell’applicazione della nuova tariffa, Sheinbaum ha riferito che il Messico schiererà 10.000 elementi della Guardia Nazionale al confine con gli Stati Uniti per prevenire il traffico di droga, in particolare il fentanyl, e gli Stati Uniti si sono impegnati a combattere il traffico di armi verso i cartelli del narcotraffico.
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I colloqui con il Canada
Nel frattempo, Trump ha fatto sapere di aver avuto una conversazione anche con il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, e che ci sarà un secondo colloquio nel pomeriggio americano. L’Ontario, cuore economico del Paese, ha anche annunciato che a partire da oggi, lunedì 3 febbraio, vieterà alle aziende americane di stipulare appalti pubblici. «Strapperemo il contratto della provincia con Starlink. L’Ontario non farà affari con persone decise a distruggere la nostra economia», ha dichiarato Ford in un post su X. Il contratto del valore di circa 100 milioni di dollari era stato firmato a novembre.
Il vertice dei leader Ue
Trump nei giorni scorsi ha annunciato che sono in arrivo nuove tariffe anche per l’Europa e i leader europei stanno ragionando sulle contromosse. Ne hanno discusso al vertice di Bruxelles di lunedì. Il messaggio che i Ventisette vogliono inviare a Trump è chiaro: l’Europa non vuole una guerra commerciale con gli Stati Uniti, vuole trovare soluzioni. Ma se ci saranno i dazi anche contro la Ue, Bruxelles agirà di conseguenza. «Se attaccata dal punto di vista commerciale, l’Europa, da potenza quale è, dovrà farsi rispettare e reagire», ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, al suo arrivo al vertice informale dei leader Ue sulla difesa a Bruxelles.
La telefonata Trudeau-Costa
Domenica notte il premier canadese, Justin Trudeau, aveva chiamato il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, per informarlo della reazione canadese alla decisione del presidente americano, Donald Trump, di imporre dazi del 25% contro Canada e Messico. Una fonte di Bruxelles ha fatto sapere che i due leader hanno «sottolineato l’importanza delle relazioni bilaterali Ue-Canada e hanno confermato la loro determinazione a continuare a lavorare insieme in tutti gli aspetti della cooperazione in termini di relazioni interpersonali, commercio e investimenti».
Scholz: «Pronti a rispondere»
«Sia gli Stati Uniti che l’Europa traggono vantaggio dallo scambio di beni e servizi. Se ora la politica doganale, i dazi, rendessero difficile questo scambio, sarebbe negativo per gli Stati Uniti e per l’Europa. È chiaro che come area economica forte possiamo organizzare i nostri affari e possiamo anche reagire alle politiche doganali con politiche doganali. Dobbiamo farlo e lo faremo. Ma la prospettiva e l’obiettivo dovrebbero essere quelli di procedere in modo tale da ottenere una cooperazione. Discutere di questo sarà un punto importante», ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al Consiglio informale Ue a Bruxelles. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invece, non ha parlato arrivando al vertice.
Le mosse al vaglio di Bruxelles
L’Europa sta già preparando un’eventuale risposta, ha fatto sapere nelle scorse ore la Commissione europea. Se la via del dialogo non dovesse funzionare, così come la strategia di aumentare gli acquisti di gnl e armi dagli Stati Uniti, Bruxelles è pronta a imporre a sua volta delle tariffe. Tra i possibili bersagli alcolici come whiskey e bourbon, ma anche Harley Davidson, suv e pick-up. L’Europa potrebbe poi rendere più difficile per aziende come Microsoft e Tesla accedere agli appalti pubblici nel Vecchio Continente. «Non ci sono vincitori nella guerra dei dazi, chi se la ride è la Cina», ha dichiarato l’alta rappresentante Ue per la politica estera Kaja Kallas arrivando al vertice. L’Ue e gli Usa «sono legati, noi abbiamo bisogno di loro e loro di noi. I dazi non vanno bene per i posti di lavoro e per i consumatori».
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