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Inclusione, formazione e diversità rientrano tra le grandi sfide valoriali oggi dinanzi alle grandi imprese, chiediamo a Romina Chirichilli, direttore People di Open Fiber, quali sono i progetti più rilevanti su questo fronte lanciati di recente dal gruppo.
«Open Fiber nasce per ridurre il digital divide nel Paese, costruendo un’infrastruttura che garantisca inclusione digitale. Diversità, inclusione e formazione sono pilastri fondamentali della nostra strategia aziendale, che perseguiamo con azioni concrete e diversificate. Il nostro principale asset sono le nostre persone. Abbiamo una popolazione giovane, altamente istruita e con diversi bagagli professionali e culturali. Questa è la nostra ricchezza e per questo abbiamo davvero tante iniziative dedicate alle persone. Per esempio, sosteniamo la genitorialità con incontri per sensibilizzare i neopapà sui congedi parentali, dedichiamo un bonus alle mamme al momento del rientro al lavoro, collaboriamo con Onlus e Fondazioni per supportare persone svantaggiate, inseriamo in azienda donne costrette a uscire dal mondo del lavoro a causa della maternità. Abbiamo ricevuto per il secondo anno la certificazione per la parità di genere, un riconoscimento che conferma il nostro impegno. Molte delle nostre iniziative esprimono un complemento sinergico tra pubblico e privato, cruciale per rispondere ai bisogni della comunità».
Come vede il futuro di Open Fiber in relazione a inclusione e formazione?
«Vedo un futuro roseo, anzi magenta, il nostro colore sociale. Il nostro futuro è orientato alla crescita continua e all’innovazione, grazie a una costante valorizzazione dei talenti e al lavoro di squadra. Offriamo percorsi di formazione personalizzati, che spaziano dalle competenze tecniche e relazionali alla leadership e al mentoring. Questo approccio è supportato dalla nostra Faculty aziendale, un centro di eccellenza con docenti interni, e da convenzioni con le migliori università italiane, che incentivano l’apprendimento continuo anche per le famiglie dei nostri dipendenti. Guardiamo anche all’esterno, promuovendo la cultura digitale con una piattaforma aperta che offre videolezioni gratuite sulle enormi potenzialità della fibra ottica. Siamo convinti che le persone facciano sempre la differenza, ed è per questo che puntiamo a costruire un ambiente inclusivo, capace di affrontare le sfide future con passione e competenza».
Sul fronte della formazione di tecnici, Open Fiber è attiva con il consorzio Open Fiber Network Solutions (Ofns). Di che cosa si tratta?
«Il consorzio Ofns è nato per formare e assumere tecnici specializzati, fondamentali per completare la rete in fibra ottica del Paese. La scarsità di manodopera nel settore delle Tlc, ci ha spinto a sviluppare iniziative che uniscono produttività e responsabilità sociale. Ad esempio, nel 2024 abbiamo avviato un programma intensivo per 33 tecnici provenienti da Tunisia e Perù, a cui si sono aggiunti recentemente 40 lavoratori dalle Filippine. Questi percorsi formativi comprendono competenze tecniche, linguistiche e supporto logistico per facilitare l’integrazione di chi sceglie di lavorare nel nostro Paese. Monitoriamo costantemente l’inserimento di questi nuovi colleghi, favorendo un clima collaborativo e inclusivo. Questo approccio non solo risponde a esigenze operative, ma arricchisce il nostro team promuovendo una cultura aziendale senza confini».
Ci può dare qualche dettaglio sul progetto lavorativo con i detenuti?
«Sotto l’egida della Presidenza del Consiglio e del Ministero di Giustizia, abbiamo avviato un progetto per inserire detenuti in attività lavorative, perché sappiamo che il lavoro restituisce dignità e favorisce l’inclusione. Attualmente collaboriamo con il carcere di Vigevano, dove un team si occupa di registrazione e attivazione di contratti di fibra ottica, con ottimi risultati. Inoltre, stiamo finalizzando accordi con gli istituti di Velletri e Volterra per coinvolgere i detenuti in cantieri esterni dedicati alla posa della fibra ottica.
Questo progetto testimonia il nostro impegno nell’inclusione e dimostra che le connessioni, siano esse digitali o umane, non conoscono barriere. Siamo orgogliosi di contribuire a una società più equa, dimostrando che anche le distanze culturali e sociali possono essere colmate».
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