Le torbiere rappresentano uno degli ecosistemi più affascinanti e al contempo misteriosi delle zone umide, eppure il loro ruolo ecologico e culturale è spesso sottovalutato, se non addirittura ignorato. In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, il 2 febbraio, Legambiente Valle d’Aosta ha deciso di focalizzare l’attenzione su questi ambienti particolari, organizzando una conferenza dedicata alle torbiere, habitat di grande importanza ma ancora poco conosciuto.
Le torbiere sono zone umide caratterizzate dalla presenza di torba, un materiale organico che si forma attraverso il lento accumulo di vegetazione non decomposta. Questo tipo di ecosistema è particolarmente ricco di biodiversità, poiché ospita una varietà di piante, animali e microrganismi che si sono adattati a condizioni di umidità costante e di bassi livelli di ossigeno nel suolo. Non a caso, le torbiere sono spesso definite come “scrigni della biodiversità”, per il loro potenziale in termini di conservazione della flora e della fauna locali.
La Valle d’Aosta, purtroppo, è una delle regioni italiane dove questi ecosistemi sono meno studiati. Eppure, la regione è costellata da torbiere che giocano un ruolo cruciale sia per la conservazione della biodiversità che per la regolazione del ciclo dell’acqua e del carbonio. Le torbiere possono infatti fungere da spugne naturali, trattenendo enormi quantità di acqua durante le stagioni umide e rilasciandola lentamente durante i periodi di siccità, contribuendo alla regolazione del flusso idrico e prevenendo alluvioni o frane.
Le torbiere sono anche luoghi di grande valore storico. La presenza della torba conserva tracce importanti delle attività umane di tempi passati. I depositi di torba sono infatti dei veri e propri archivi naturali che racchiudono, in modo conservato, i resti di piante, animali e, in alcuni casi, persino manufatti umani. Per gli studiosi, questi luoghi sono una risorsa unica per ricostruire le storie ecologiche e storiche di un territorio.
L’importanza delle torbiere è riconosciuta a livello internazionale, tanto che sono inserite in diverse convenzioni di tutela ambientale, come la Convenzione di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale. Tuttavia, in Valle d’Aosta, nonostante alcune aree siano protette all’interno di parchi naturali, come quello del Mont Avic, la conoscenza e la protezione di questi ecosistemi sono ancora insufficienti. La conferenza organizzata da Legambiente vuole colmare questa lacuna, portando esperti e ricercatori a discutere non solo dello stato di conservazione delle torbiere valdostane, ma anche delle opportunità offerte dalla loro valorizzazione ecologica.
Gli interventi della conferenza offriranno uno spunto per riflettere sul futuro delle torbiere in un contesto di cambiamenti climatici. Come ha sottolineato Vanda Bonardo, responsabile del settore Alpi di Legambiente, le torbiere sono indicatori sensibili dei cambiamenti climatici, poiché reagiscono rapidamente alle variazioni delle condizioni ambientali, come temperature e umidità. Studi sulle torbiere possono quindi fornire informazioni preziose sulle dinamiche climatiche del passato, contribuendo anche a progettare strategie di adattamento per il futuro.
Un altro punto importante riguarda il potenziale delle torbiere come attrattiva per il turismo ecologico. Se valorizzate correttamente, queste aree possono diventare luoghi di sensibilizzazione ambientale, dove i visitatori possono apprendere l’importanza della conservazione degli ecosistemi naturali e osservare da vicino le meraviglie della biodiversità. In un’epoca in cui il turismo sostenibile sta guadagnando sempre più consensi, le torbiere potrebbero rappresentare una risorsa fondamentale per promuovere la valorizzazione dei territori montani.
La protezione e la gestione delle torbiere sono dunque temi cruciali per il futuro ecologico della Valle d’Aosta e non solo. Gli esperti invitati a intervenire alla conferenza del 8 febbraio prossimo a Saint-Christophe offriranno un quadro completo sull’attuale situazione delle torbiere nella regione, fornendo anche indicazioni su come tutelarle meglio e come promuoverne la conservazione a livello locale e internazionale. Un impegno che si inserisce in una prospettiva di maggiore sensibilizzazione riguardo la necessità di proteggere le zone umide, veri e propri “polmoni verdi” del nostro pianeta.
L’evento rappresenta un’opportunità unica per approfondire la conoscenza delle torbiere e comprendere come il loro studio e la loro tutela possano essere strumenti fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e anche della memoria storica.
Sabato 8 febbraio 2025, dalle ore 15:30,
presso la Biblioteca comunale di Saint-Christophe
PROGRAMMA
- h. 15:30. Introduzione di Vanda Bonardo, responsabile nazionale di Legambiente, settore Alpi: “Gli ecosistemi delle zone umide e delle torbiere”.
- h. 15:50. Stefano Raimondi, responsabile nazionale di Legambiente, sul tema della Biodiversità: “La rete Natura 2000, l’implementazione della tutela, le possibilità per l’individuazione di nuovi siti” (intervento da remoto).
- h. 16:10. Roberta Pini, ricercatrice del CNR IGAG di Milano: “La storia delle foreste e delle attività dell’uomo in Valle d’Aosta raccontata dai depositi delle torbiere”.
- h. 16:30. Gabriele Sartorio, istruttore tecnico della Soprintendenza regionale per i Beni e le Attività Culturali: “Archivi storici non cartacei: le torbiere alla prova archeologica”.
- h. 16:50. Roberto Facchini, capo guardia del Parco regionale del Mont Avic: “Le zone umide e le torbiere presenti nel Parco Mont Avic della Valle d’Aosta e il loro ruolo ecologico come hot-spot di biodiversità”.
- h. 17:30. Conclusioni.
Introduce e coordina Vanda Bonardo, responsabile nazionale di Legambiente sui temi della montagna e presidente di CIPRA internazionale.
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