10.000 soldati messicani al confine per fermare droga e migranti

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Dazi, vittoria di Trump: 10.000 soldati messicani al confine per fermare droga e migranti


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Donald Trump ha appena annunciato con un post su Truth Social un accordo storico con il Messico: la presidente Claudia Sheinbaum ha accettato di inviare 10.000 soldati al confine per fermare il traffico di fentanyl e l’immigrazione illegale. In cambio, gli Stati Uniti sospenderanno temporaneamente i dazi previsti per un mese, durante il quale si terranno negoziati tra le due nazioni.

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Trump ha spiegato che la conversazione con Sheinbaum è stata “molto amichevole” e ha confermato la partecipazione personale ai colloqui, che saranno guidati dal Segretario di Stato Marco Rubio, dal Segretario del Tesoro Scott Bessent, dal Segretario al Commercio Howard Lutnick e da rappresentanti messicani di alto livello. L’obiettivo? Arrivare a un accordo che protegga gli interessi americani e rafforzi la sicurezza nazionale.

Questa è l’ennesima dimostrazione del metodo Trump: nessuna sudditanza ideologica, solo pragmatismo e risultati concreti. Per anni, con l’amministrazione Biden, il confine meridionale è stato un colabrodo che ha favorito l’ingresso incontrollato di clandestini e ha alimentato un’emergenza senza precedenti, con il fentanyl che ha devastato città intere. La risposta dell’ex presidente democratico? Inesistente. Al contrario, Trump ha messo Sheinbaum di fronte a una scelta: o il Messico assume le proprie responsabilità o scatteranno i dazi. Il risultato è arrivato immediatamente, senza inutili proclami o sterili dibattiti.

Trump dimostra ancora una volta che governare significa difendere i cittadini, non fare favori ai grandi interessi globalisti. La sua priorità resta la stessa: l’America e gli americani prima di tutto.


Alessandro Nardone

Alessandro Nardone

Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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