Caso Almasri, Minniti: “Libia è questione di interesse nazionale, andava detto subito”. Lo Voi? “Apertura indagine non era automatica”

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“La Libia era ed è una questione di interesse nazionale al suo livello più alto: la sicurezza nazionale, cioè l’incolumità anche fisica di ogni cittadino. Un pezzo grande di sicurezza nazionale si gioca fuori dai confini nazionali”. L’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, in una intervista al Corriere della Sera spiega che rispetto al caso Almasri – l’alto ufficiale libico accusato dalla Corte penale internazionale di essere un torturato ma rispedito a casa con un volo di Stato – “avrei utilizzato sin dall’inizio il tema della sicurezza nazionale: è netto”.

L’ex responsabile del Pd del Viminale nel 2017 fu protagonista di braccio di ferro proprio sugli accordi presi con il paese nordafricano. E spiega perché è un paese così importante per gli equilibri nell’area: “Primo: è la base più avanzata dei trafficanti di esseri umani. Secondo: vi si gioca una partita energetica essenziale, come si è visto nella vicenda ucraina. Terzo: l’Africa è il principale incubatore di terrorismo internazionale e solo qualche anno fa la capitale moderna della Libia, Sirte, era in mano allo Stato Islamico”.

Alla domanda Almasri non gli ricordasse un trafficante dei suoi tempi Abd al-Rahman al-Milad chiamato Bija Minniti, attualmente a capo di MedOr una fondazione di Leonardo,replica: “Non c’entra nulla. Bija venne qui con un programma di formazione del governo libico gestito da Onu e Ue. Io non l’ho mai incontrato. Noi dobbiamo abituarci alla ‘guerra del bene contro il bene’, come dicono gli inglesi. L’unipolarismo occidentale è finito e non è alle viste un multipolarismo virtuoso. La sicurezza nazionale è cruciale. Lo Stato deve garantire questo, non è una ong”. Dalla Libia all’Albania, sempre sul tema migranti, Minniti dice che “a situazioni strutturali non puoi opporre misure emergenziali. Devi coinvolgere i Paesi di partenza. Peraltro, gli accordi bilaterali, discutibili o meno, non solo con la Libia ma anche con la Tunisia o la Costa d’Avorio, hanno funzionato. Il rapporto con l’Africa è strategico”. Non solo approva il Piano Mattei – considerato dagli esperti vago e con pochi soldi. “Assolutamente sì. È l’intuizione giusta. Concentrerei tutte le mie risorse finanziarie e politiche per farne un piano europeo“.

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E riguardo agli attacchi al procuratore di Roma Lo Voi afferma: “Non si deve mai dare un messaggio di ‘dagli all’untorr’. E mi auguro un ‘cessate il fuoco’ nella guerra tra politica e magistratura. Credo però che davanti a un esposto non sia automatica l’apertura di un’indagine, si valuta la congruità. La valutazione della Procura è legittima, certo. Tuttavia, essenziale è il momento. Se un esposto sottolinea criticità nell’azione del governo ed è prevista per il giorno dopo l’audizione dei ministri della Giustizia e dell’Interno, forse è doveroso aspettare le due audizioni, anche per valutare meglio la fondatezza dell’esposto. Ed evitare così un effetto molto negativo. Il conflitto tra istituzioni, nel quale perdono i cittadini, la democrazia e, in definitiva, l’Italia”.

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