Vietare le donazioni politiche straniere per scongiurare il pericolo di interferenze nelle prossime elezioni. Il governo della Groenlandia, ex colonia e ora territorio autonomo che fa parte del regno di Danimarca, ha annunciato i dettagli di un disegno di legge volto a “salvaguardare l’integrità politica” dell’isola artica che – riporta il Guardian – dovrebbe essere esaminata oggi e, se dovesse diventare legge, entrare in vigore immediatamente.
Nonostante Nuuk e Copenaghen abbiano più volte ribadito che il territorio non è in vendita, il presidente americano Donald Trump continua a dire di volerla acquistare, e ha già minacciato di usare dazi o forza militare per ottenerla. Il governo della Groenlandia, che si prepara ad affrontare nuove elezioni entro il 6 aprile, sostiene che il disegno di legge “deve essere considerato alla luce degli interessi geopolitici in Groenlandia e della situazione attuale (…) in cui i rappresentanti di una superpotenza alleata hanno espresso il loro interesse a prendere il controllo della Groenlandia”, si legge.
Il documento prevede inoltre che “i partiti, comprese le sezioni locali e giovanili, non sono autorizzati a ricevere contributi da donatori stranieri o anonimi”, definiti come coloro che “risiedono o sono domiciliati al di fuori della Groenlandia”. Ai partiti sarà inoltre vietato ricevere contributi privati superiori a 200mila corone danesi (circa 26.500 euro) in totale o a più di 20mila da una singola fonte.
La Groenlandia ha ripetutamente affermato di non essere in vendita, ma ha dichiarato di essere “aperta agli affari”. Per molti esponenti del movimento indipendentista, l’interesse degli Stati Uniti è visto come una potenziale leva per migliorare gli accordi con la Danimarca o come un potenziale modo per garantire l’indipendenza.
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