la distanza tra i giovani e le istituzioni – Focsiv

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Fonte immagine: I giovani raccontano: “Ecco perché siamo distanti dalla politica” (dal blog di Vito Biolchini) – SCUOLA DI CULTURA POLITICA FRANCESCO COCCO Cagliari

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Ufficio Policy Focsiv – Riprendiamo qui l’intervento di Mirko Cerrito, uno dei giovani estensori del Il Manifesto dei Giovani – ECG Project, all’evento sulla cooperazione allo sviluppo dello scorso Dicembre 2024 (Quale cooperazione per un futuro di pace e giustizia? – Focsiv e Generazione Z per la cooperazione internazionale – ECG Project)..

“La sessione dell’evento “Una visione per la cooperazione” rappresenta, in un certo qual modo, proprio l’obiettivo che ci siamo dati nel corso della stesura del manifesto.

In chiusura al nostro intervento crediamo che sia importante riflettere non solo su quale visione, e su quale prospettiva dare alla cooperazione, ma anche su chi questa visione dovrebbe accoglierla, criticarla o implementarla.

Ci teniamo quindi a condividere giusto un paio di riflessioni in merito alla consegna del manifesto avvenuta lo scorso mese alla Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo al Maeci; anche perché, come è stato già detto, la visione che abbiamo cercato di portare all’interno di questo lavoro è rivolta principalmente alle istituzioni e ai decisori politici, con l’obiettivo di aprire un dialogo, di colmare la distanza che sentiamo da questo mondo.

Le risposte ottenute, seppur positive, sono state del tutto inadeguate rispetto alle nostre aspettative. Un generico ‘bravi’ e una rassicurazione sulla vicinanza istituzionale non tengono conto della distanza che percepiamo tra le nostre preoccupazioni e l’azione concreta delle istituzioni.

Con tutto il rispetto possibile, si tratta di risposte che non possiamo accettare.

Stiamo ereditando un mondo che brucia, un mondo profondamente lontano da quello che vorremmo. Viviamo con la consapevolezza che su di noi ricadranno le conseguenze degli errori di chi ci ha preceduto, e di dover far fronte a fenomeni ed emergenze molto più grandi di noi.

Non vogliamo sentici dire bravi, vogliamo sapere se per la politica e per le istituzioni le nostre preoccupazioni sono una priorità reale, o se continueremo a essere ignorati.

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Ci è stato detto di stare tranquilli, perché le istituzioni sono dalla nostra parte.

Anche qui però ci sentiamo di dissentire.

Gli ultimi mesi hanno visto la mobilitazione e la scesa in piazza di giovani in tutta Italia. Crediamo di poter dire che la visione di un futuro diverso sia emersa in maniera piuttosto netta. Ecco, noi con tutta onestà non abbiamo visto le istituzioni dalla nostra parte.

C’è da dire però, che una risposta chiara la stiamo avendo. Il ddl sicurezza, se dovesse passare anche al Senato rappresenterebbe il più grande attacco alla libertà di protesta e di dissenso della storia dell’Italia repubblicana.

Ma magari siamo noi a sbagliare, siamo noi a non capire che provvedimenti di questo tipo invece rappresentino un’apertura, una spinta verso nuove forme di dialogo. Magari anche qui si cela uno spirito di libertà straordinario, per riprendere le parole della scorsa settimana del nostro vice-ministro Cirielli.

Chiaramente non crediamo che sia così.

Credo riusciate a capire quindi quanto possa essere complicato per noi continuare a lavorare per ridurre la distanza che sentiamo dal mondo della politica, o anche solo a pensare che questa spaccatura possa essere mai risanata.

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Nonostante questo, continueremo a non rimanere indifferenti, a sfruttare nel miglior modo possibile gli spazi di partecipazione come quello di oggi, a scendere in piazza per un futuro diverso, un futuro più giusto.

Per concludere, ci riallacciamo alle parole di qualche settimana fa del direttore scientifico di Asvis, Enrico Giovannini, sul fatto che la politica si debba occupare in modo efficace di tematiche come la sostenibilità sociale e ambientale per recuperare la distanza che la separa dai giovani. Ci trova fortemente d’accordo.

Aggiungiamo inoltre, come del resto abbiamo scritto all’interno del manifesto, che tali temi debbano essere trattati dalla politica con serietà, mantenendo quindi intatte le complessità che li contraddistinguono. Crediamo che per sfide complesse non esistano soluzioni semplici. Non può essere ridotto tutto ogni volta a della scadente campagna elettorale. Soprattutto quando si tratta di vite umane.

Negli ultimi anni abbiamo dovuto ascoltare frasi ed espressioni che non possiamo più tollerare. Organizzazioni che salvano vite definite come “taxi del mare”, esseri umani come “carico residuale”, o di fronte a tragedie dovute all’emergenza climatica, frasi del tipo “d’inverno fa freddo, d’estate fa caldo”.

Si può non essere d’accordo su approcci e strade da seguire, e ben venga un dibattito serio a riguardo, ma alla base vogliamo che ci sia rispetto e serietà da parte di chi rappresenta i cittadini, riconoscendo che il linguaggio che utilizzano ha un impatto diretto sulla percezione pubblica e sulla dignità delle persone coinvolte.”

Grazie

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