Il tesoriere del Pd campano Nicola Salvati è stato arrestato e posto in custodia cautelare ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura antimafia di Salerno su una presunta associazione a delinquere finalizzata a favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Il partito lo ha immediatamente sospeso dalla carica, come ha comunicato in una nota il commissario regionale, il senatore Antonio Misiani: “In relazione all’inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Salerno che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 31 persone, il Pd Campania comunica che il dottor Nicola Salvati, coinvolto nell’inchiesta in relazione alla sua attività professionale, ai sensi dello Statuto e del Codice etico del Pd e facendo salvo il principio di presunzione di innocenza, è stato cautelativamente sospeso dall’anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dal suo incarico di tesoriere del Pd Campania”, si legge.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la banda ha presentato oltre duemila false richieste di nulla osta al lavoro nell’ambito dei decreti “Flussi” ed “Emersione”, in favore di cittadini extracomunitari disposti a pagare somme anche molto elevate pur di ottenere un permesso di soggiorno in Italia a scopo lavorativo. Per farlo, sostengono gli inquirenti, gli indagati si avvalevano di aziende compiacenti o create ad hoc, nonché di professionisti e intermediari pubblici e privati. Coinvolti nell’inchiesta pubblici ufficiali degli Ispettorati territoriali del lavoro di Salerno e Napoli che, in cambio di denaro, garantivano l’esito favorevole delle istanze e l’emissione dei falsi titoli d’ingresso o di soggiorno. Altri soggetti tra cui Salvati, invece, si occupavano secondo l’accusa di riciclare i proventi illeciti raccolti dai cittadini stranieri, spesso a fronte dell’emissione di false fatture di copertura.
Anomalie sul fronte migratorio in Campania erano state segnalate da Giorgia Meloni, che lo scorso anno aveva presentato un esposto al procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo sui flussi di lavoratori stranieri. La leader di Fratelli d’Italia aveva denunciato come la criminalità organizzata si fosse “infiltrata nella gestione delle domande” per i flussi di migranti per ragioni di lavoro, “utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro“. E citava i “dati allarmanti” ricavati da un monitoraggio sui due decreti flussi varati durante il suo governo: “Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro”.
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