Il risultato era scontato ma Gabriele Gravina, unico candidato alla presidenza della Federcalcio, incassa un consenso pressocché totale (481 voti su 487, il 98,68 per cento) e si avvia al terzo mandato alla guida del calcio italiano. Il tutto nel segno dell’unità, concetto ribadito a più riprese, nel discorso programmatico e dopo la proclamazione.
«Dobbiamo rimanere uniti e centrare tutti gli obiettivi di cui il calcio ha veramente bisogno»: ha detto Gravina dopo la proclamazione (l’elezione si è svolta al al Rome Cavalieri A Waldorf Astoria) , citando poi Harry Ford: «Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo».
Le parole di Gravina
«Unire e cambiare» i due concetti ribaditi nel discorso programmatico e anche nella conferenza post elezione. Un cammino, quello che ha portato alla ricandidatura di Gravina non senza momenti difficili. Lo ha ricordato lo stesso Gravina rivelando poi che c’è stato un momento in cui ha pensato anche di non ricandidarsi: «Si, ottobre 2023. In occasione della partita di Bari ho comunicato che non avevo più intenzione di ricandidarmi, era una mia scelta personale. Le componenti mi hanno fatto capire che ero stato individuato nel 2018 come persona di riferimento e si sono sentiti traditi da questa scelta. Dovrò chiedere scusa alla mia famiglia per non aver rispettato quanto deciso, ma il calcio ha bisogno di stabilità e abbiamo un lavoro da completare», ha aggiunto il n.1, pensando ai giorni meno facili tra fallimento europeo e l’inchiesta giudiziaria che lo riguarda («so che tante persone hanno tradito la mia fiducia»), con il grande interrogativo del mondiale.
Le sfide che aspettano Gravina nei prossimi quattro anni sono tante, una su tutte, appunto la qualificazione ai Mondiali 2026: «Lo vivo con la stessa ansia di tutti gli italiani. Ma l’ansia non la voglio trasferire a mister e ragazzi, noi vogliamo assolutamente andare in America, dobbiamo qualificarci al mondiale», dice. «Non amo le polemiche – aggiunge – ma dispiace quando leggo o si dice che Euro 2032 a livello di indotto economico sia incredibile e poi non ci possano essere contributi.
Però vedo finanziamenti per lo sport, per i quali sono contento perché apprezzo quanto fatto per tennis, ciclismo e sci, ma non amo quando il calcio viene considerato la Cenerentola di tutto lo sport». Gravina ha ricordato il suo percorso precedente e sottolineato la «soddisfazione» aver messo in salvo l’economia del sistema durante la pandemia, promosso trasparenza ed economicità pur in un quadro strutturale che sconta ritardi, aver giocato di squadra «superando incomprensioni e contrastando attacchi, menzogne, tranelli e calunnie». E guardando al futuro ha ricordato che c’è un processo riformatore da portare a termine: «Nessuna grande idea può risultare efficace senza il contributo di tutti. Il dialogo aperto, l’ascolto reciproco continueranno a essere i nostri principi. Insieme continueremo a cambiare».
L’assemblea, presieduta dal presidente della Corte Federale d’Appello Mario Luigi Torsello, ha visto la presenza dei presidenti di Fifa e Uefa, Gianni Infantino e Aleksander Ceferin. Prima della votazioni sono intervenuti il n.1 della Lega di Serie A, Ezio Maria Simonelli sottolineando che ‘ finito il tempo dei personalismi, è giunto quello dei progetti condivisi. Siamo consapevoli quanto l’unità di intenti richiamata da Gravina sia fondamentale. Oggi c’è unità in seno alla componente che da tempo non si vedeva e c’è unità con la federazione». Il presidente della Lega di B, Paolo Bedin ha sottolineato come la «federazione è punto di riferimento per tutto il sistema». Il n.1 della Lega di C Matteo Marani ha auspicato che «il governo sostenga riforma Zola sui giovani’.
Per Il presidente dei Dilettanti, Giancarlo Abete, «È importante la cultura della coesione, del rispetto e della capacità di dialogo, così tutti possiamo esprimere al meglio le potenzialità del mondo del calcio. Noi siamo a disposizione». Il presidente dell’Aic Umberto Calcagno ha ricordato che bisogna «riuscire a preservare il valore dei campionati nazionali perché significa preservare il valore di tutto noi, di tutto il calcio», quello dell’Aiac, Renzo Ulivieri ha sottolineato che «Gravina ha le qualità per essere un buon presidente» mentre il numero 1 dell’Aia, Antonio Zappi ha ricordato che «avere arbitri preparati è nell’interesse di tutti, dateci una mano a far percepire i direttori di gara come un valore e non come problema».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Febbraio 2025, 21:09
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