Waste Watcher, cresce lo spreco di cibo in Italia: ci costa complessivamente 14,1 miliardi di euro

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“Tagliare 50 grammi di cibo sprecato ogni settimana, dal 2025 al 2029 per arrivare nel 2030 al traguardo 12.3 prospettato dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: lo spreco pro capite di 369,7 grammi settimanali”: è l’obbiettivo indicato dal direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International Andrea Segrè, nonché fondatore della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, che si celebra, domani, 5 febbraio. Dimezzare lo spreco alimentare è una sfida ambiziosa, e per questo, la Campagna Spreco Zero, lanciata da Last Minute Market, ha introdotto lo “Sprecometro”, che ogni giorno misura non solo lo spreco del cibo, ma anche l’ impronta ambientale, lo spreco dell’acqua nascosta e le emissioni correlate al cibo gettato.
“#Tempodiagire (#Timetoact) è il filo conduttore del conto alla rovescia per raggiungere questo obiettivo ambizioso – dichiara il coordinatore del Rapporto “Il Caso Italia 2025”, Luca Falasconi, docente dell’Università di Bologna – ma insieme possiamo fare la differenza. Ogni piccola azione conta, ridurre lo spreco alimentare inizia infatti proprio dalle nostre case e impegnarsi a ridurre questo spreco significa fare una scelta consapevole per il nostro futuro”.
I dati Waste Watcher rivelano che l’86% degli italiani presta molta attenzione alla preparazione del cibo, anche quando il tempo scarseggia. Il 3% non cucina mai, e il 14% ha poco tempo per la preparazione dei pasti. La maggior parte degli italiani adotta strategie anti-spreco: il 60% verifica i cibi prossimi alla scadenza o li congela, mentre il 56% assaggia il cibo scaduto e lo utilizza se è ancora buono. Tuttavia, afferma l’analisi Waste Watcher, solo l’11% dona il cibo in eccesso e il 28% chiede di portare a casa gli avanzi dal ristorante. Nonostante l’aumento dello spreco negli ultimi 3 anni, il 94% degli italiani ritiene di essere attento alla questione. Il 63% butta cibo al massimo una volta alla settimana, il 20% lo fa 3-4 volte a settimana e il 14% quasi ogni giorno. Tra le ragioni dello spreco, il 33% non pensa al rischio, il 23% ritiene che prevenire lo spreco richieda troppo tempo, l’11% lo considera troppo costoso o faticoso, e il 10% pensa che il contributo personale non faccia la differenza. Per ridurre lo spreco, il 50% degli italiani è disposto a consumare prima il cibo prossimo alla scadenza, il 45% a congelarlo, il 40% a utilizzare il cibo scaduto se ancora buono, il 37% a valutare le quantità prima di cucinare, e il 32% a fare la lista della spesa e comprare frutta e verdura di stagione. Solo il 6% pensa di donare il cibo in eccesso. Il 27% indica la lista della spesa, e quindi l’organizzazione di frigorifero e dispensa, e il 19% trova difficile conservare gli avanzi cercando ricette online. Tra i cibi più sprecati, secondo il Rapporto “Il Caso Italia”, su fonte Waste Watcher International con Università di Bologna/Distal su elaborazione Ipsos, in testa ci sono la frutta fresca (24,3 grammi settimanali), il pane (21,2 grammi), le verdure (20,5 grammi), l’insalata (19,4 grammi) e le cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi), spesso disponibili in confezioni sovradimensionate al fabbisogno. Lo spreco alimentare domestico vale 130,71 euro pro capite ogni anno, mentre lo spreco di filiera del cibo in Italia costa complessivamente 14,101 miliardi di euro, pari a un peso di 4,513 milioni di tonnellate di cibo gettato dai campi dove viene prodotto alle nostre tavole (e pattumiere), passando per le fasi di distribuzione e commercializzazione. Il costo del solo spreco alimentare domestico è di 8,242 miliardi di euro. Il 58,55% del costo dello spreco di filiera arriva dalle nostre case, mentre il 28,5% nelle fasi di commercializzazione del cibo.
Passando in rassegna alle aree italiane in cui si spreca più cibo, afferma Spreco Zero, l’insicurezza alimentare delle famiglie italiane colpisce soprattutto al Sud (+17%) con 713,8 grammi pro capite settimanali, e al Centro (+15%) con 640,1 grammi pro capite settimanali, le stesse aree dove si spreca più cibo nelle case (+16%, +4%). Più virtuosi, invece, nel Nord Italia, con uno spreco medio di 526,4 grammi per cittadino settimanali. Nei piccoli centri (fino a 30.000 abitanti) si spreca il 12% di cibo in più, le famiglie senza figli sprecano il 16% di cibo in più e le fasce socialmente svantaggiate sprecano addirittura il 26% di cibo in più. Questo dimostra che la deperibilità del cibo più economico, ma di minore qualità, incide non poco sulla bilancia degli sprechi, conclude Spreco Zero.

Focus – Coldiretti: 4.500 miliardi di euro il valore del cibo sprecato ogni anno nel mondo. “Fermare follia”
Ogni secondo, nel mondo, quasi 12.000 pasti finiscono nella spazzatura, causando impatti economici, ambientali ed etici significativi. Secondo la Fao, il cibo perso e sprecato potrebbe sfamare 1,26 miliardi di persone all’anno. Coldiretti segnala, basandosi su dati Unep, che oltre 1,7 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecati o persi annualmente, per un valore di 4.500 miliardi di dollari. La maggior parte degli sprechi avviene nelle case e nelle fasi finali della filiera, con un aumento degli sprechi domestici e una riduzione delle perdite agricole e industriali. Coldiretti avverte che, senza un cambiamento significativo, entro il 2033 si potrebbero sprecare 230 milioni di tonnellate di cibo in più rispetto ad oggi.
L’attuale modello di distribuzione delle risorse alimentari e il declino dei sistemi alimentari locali basati sull’agricoltura familiare contribuiscono agli sprechi. La World Farmers Markets Coalition, promossa da Campagna Amica e Coldiretti, mira a combattere la fame e l’insicurezza alimentare attraverso il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, con attenzione a donne e giovani.

Focus – Case history: non buttare cibo è possibile, basta pianificare, il metodo PlanEat
Azzerare lo spreco in cucina è possibile tramite una buona pianificazione. In Italia, il cibo si spreca più facilmente rispetto ad altri Paesi europei: il 37% delle persone dimentica il cibo in dispensa o in frigo, solo il 23% programma i pasti settimanali e il 75% non sa o non vuole rielaborare gli avanzi.
Domani, 5 febbraio, si celebra l’edizione n. 12 della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, e la startup PlanEat, che offre kit di ingredienti porzionati per famiglie e single per ridurre gli sprechi, ha anche ideato un sistema di contatori per misurare il risparmio di Co2, acqua e terreno. Dal 2024, PlanEat utilizza contenitori riutilizzabili per le aziende, riducendo l’uso di prodotti monouso. La chiave per ridurre gli sprechi è la pianificazione degli acquisti e dei pasti, come dimostrato anche nel settore della ristorazione aziendale.
Nicola Lamberti, fondatore PlanEat, afferma: “La Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare ci ricorda quanto sia urgente cambiare il nostro modo di consumare. Ogni grammo di cibo salvato significa meno risorse sprecate e meno impatto ambientale. Il nostro modello si basa proprio su questo principio: grazie alla programmazione e all’uso intelligente delle materie prime, eliminiamo gli sprechi alla radice, garantendo qualità e sostenibilità. Ad oggi, con PlanEat abbiamo evitato che oltre 83 tonnellate di cibo finissero nella pattumiera, risparmiando 211.000 kg di Co2 e 48 milioni di litri d’acqua. Numeri che dimostrano come scelte consapevoli possano fare la differenza, ogni giorno”.

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